L’origine dell’ emblema portafortuna
Negli anni Venti Alfa Romeo è ancora un’azienda automobilistica che ambisce ad affermarsi nelle grandi gare internazionali. In quest’epoca, una delle più important, è la siciliana Targa Florio. Per questa corsa Giuseppe Merosi prepara appositamente 4 vetture per affidarle ad Antonio Ascari, Enzo Ferrari, Giulio Masetti e Ugo Sivocci.
Si tratta di una versione appositamente creata per le corse dell’Alfa Romeo RL
La RL Targa Florio
La vettura preparata da Merosi era molto competitiva tanto da piazzarsi prima seconda e quarta alla Targa Florio del 1923. E’ lei macchina con cui Alfa Romeo si afferma per la prima volta sul palcoscenico internazionale, quella con cui inizierà una leggendaria serie di successi.
La RL Targa Florio era una biposto a siluro, pesava 980 Kg e aveva un motore 6 cilindri in linea da 2.994 cm3 e 3194 cm3, rispettivamente da 88 e 95 Cv. Derivava dalla Alfa Romeo RL presentata al salone di Londra del 1921. Prodotta in diverse versioni aveva il compito di allargare la gamma del marchio .Progettata nel 1921 da Merosi fu in soli 5 esemplari sviluppata in configurazione “Targa Florio”, concepita assolutamente per le competizioni. La versione più potente fu affidata a Ferrari e Sivocci, i piloti più esperti schierati su strada da Alfa Romeo.
Targa Florio 1923, la prima vittoria.
La lunga serie di successi della casa Milanese inizia qui. A guidare la RL il pilota salernitano Ugo Sivocci. Si presenta ai nastri di partenza con il numero 17, per scaramanzia decide di dipingere sul cofano della vettura un quadrato bianco con all’interno un quadrifoglio verde. Sivocci era sì considerato un campione ma anche un “eterno secondo”.E’ lui lo scopritore del pilota modenese Enzo Ferrari, competenze tecniche come pochissimi altri ma anche tanta sfortuna a rallentarlo nelle gare. Questo amuleto dovrà avere il compito di provare ad allontanare la cattiva sorte.
L’esito della corsa sul circuito delle Madonie è incredibile, le circostanze imprevedibili. La RL di Antonio Ascari si spegne a poche centinaia di metri dall’arrivo. Viene riaccesa dai meccanici che per l’entusiasmo tagliano il traguardo sulla vettura con il pilota. È squalifica. Nel Frattempo arriva Sivocci che con il quadrifoglio sulla calandra si aggiudica la corsa. E’ la prima grande vittoria in campo internazionale di Alfa Romeo. La leggenda della casa milanese e del quadrifoglio inizia da qui.
Il potere del quadrifoglio, un potere misto di scaramanzia e credenza popolare, tornò in scena prepotentemente qualche mese dopo per non abbandonare mai più Alfa Romeo. E’ il settembre del 1923, siamo all’ Autodromo Nazionale di Monza.
Ugo Sivocci, fresco vincitore della Targa Florio, sta correndo sul circuito brianzolo le prove del 1° Gran Premio d’ Europa. E’ questo il suo ultimo giro, uscendo di strada perde la vita in seguito ad un terribile incidente.
La GRP P1 con la quale correva col numero 17 era priva del quadrifoglio. Questa coincidenza colpì molto i piloti e tutti gli addetti ai lavori del tempo. Nella maledetta serata di quell’ otto settembre Nicola Romeo annunciò di ritirare in onore di Sivocci le vetture Alfa Romeo dalla corsa. Da quel giorno il numero 17 non sarà mai più assegnato alle auto da cosa italiane e sempre da quel giorno tutte le Alfa Romeo da corsa saranno caratterizzate dalla presenza del quadrifoglio verde al centro di un triangolo bianco.
L’origine di questo simbolo è ancora più antica e va ricercata nel simbolo della X° squadriglia da bombardamento Caproni che aveva proprio nel quadrifoglio verde il proprio logo portafortuna nei combattimenti aerei.
Il quadrifoglio diverrà il simbolo delle competizioni, il triangolo e non il quadrato rappresenterà per sempre la mancanza, in onore proprio di Ugo Sivocci.
Scaramanzia e corse hanno da sempre un legame fortissimo. Il 17 sulle auto Italiane, e non solo, fu eliminato per lunghissimo tempo. L’ultimo a portarlo, sfidando la sorte ,fu Jules Bianchì sulla Marussia-Ferrari. Sappiamo tutti come è finita.
Il quadrifoglio in campo sportivo divenne così l’emblema delle Alfa preparate per correre , ma successivamente anche in ambito commerciale ebbe il compito di contraddistinguere le versioni più sportiveggianti dei modelli di serie.
Il quadrifoglio dagli anni ’60 agli ’80
Parallelamente alle vetture che vincevano nelle corse di tutto il mondo il Quadrifoglio Verde iniziò ad essere abbinato alle Alfa dalla vocazione più sportiva. La prima Alfa concepita per correre ma ideata anche per l’uso stradale fu la Giulia TI super del 1963, soprannominata appunto Quadrifoglio. Alleggerita di circa 90 kg rispetto alla versione normale riusciva a raggiungere i 185 km/h . Era riconoscibile per la presenza di due finti fari nella calandra con il compito di essere un punto di passaggio per l’aria diretta ai carburatori.
Accomunate dal quadrifoglio vedranno successivamente luce la Giulia Sprint GT Veloce e la 1750 GT Veloce fino ad arrivare ad una vettura davvero nata per il popolo ma declinata alle corse e marchiata dall’ormai iconico logo, la Alfa Sud Sprint.
Prodotta dal 1976 al 1989 la Sud Sprint è la versione coupè dell’Alfa sud. Presenta una carrozzeria molto sportiva ispirata alla Alfetta GT. L’idea del design è di Giugiaro, spinta dal motore Boxer 1.5 da 105 CV si caratterizzava per la presenza del quadrifoglio sul tappo della benzina, un profilo verde su paraurti e fascioni con all’interno sedili corsaili con poggiatesta traforato.Siamo nel 1983.
Gli anni 80 e 90
L’Alfa Sud venne sostituita dalla 33 così il quadrifoglio si trasferì a siglare la versione più cattiva della nuova berlina tre volumi. Ora il quadrifoglio non è solo un’emblema visibile sul portellone della vettura ma è inserito nel nome. Nascono così la 33 Quadrifoglioverde e la 33 Quadrifoglio oro, una con un’impronta più sportiva l’altra più elegante.
A detta di tanti appassionati l’ultima vera Alfa Romeo a trazione posteriore negli anni ’80 fu la 75. II quadrifoglio qui lo troviamo sulla 2.5 V6 da 158 CV, trasferito successivamente sul V6 3.0 del 1990 della seconda serie. Per motivi commerciali, e non per merito di puri cavalli l’emblema sarà applicato anche sulla 1.8 Turbo.
In tempi più vicini ai giorni nostri l’effige del QV renderà più affascinanti la 166 e la piccola 145.
Il Quadrifoglio Verde oggi (2005-2014)
Oggi a portarlo sulla carrozzeria il QV ci pensano MiTo e Giulietta. Per la piccola 3 porte il Quadrifoglio identifica la versione 1.4 MultiAir da 170 CV. L’elasticità del motore in rapporto alla leggerezza del veicolo garantiscono per la categoria valori eccezionali in termini di agilità, divertimento e consumi. La MiTo Quadrifoglio accelera da 0 a 100 Km/h in 7,3 secondi.
La Giulietta Quadrifoglio Verde è una vera e propria berlinetta con velleità di supercar. Monta il medesimo 1.750 Turbo della 4C. Abbinato all’automatico TCT che permette di far erogare la miglior coppia possibile ad ogni numero di giri la Giulietta riesce ad accelerare da ferma a 100 Km/h in soltanto 6 secondi.
In futuro non è ancor certo su che modelli potremo vedere il quadrifoglio verde. Di certo nei prossimi 3 4 anni Alfa Romeo avrà una gamma completa e completamente rinnovata. Il simbolo più antico e prezioso della casa del biscione sicuramente non mancherà di rendere riconoscibili le versioni più sportive delle nuove Alfa Romeo.
FCA nel piano di rilancio del Brand entro il 2018 prevede il lancio di 8 nuovi modelli. L’aspettativa da parte di tutto il mondo è altissima e forse soltanto ora, con l’arrivo di Marchionne, davvero si pensa di rilanciare e ridare il giusto appeal ad uno dei marchi più gloriosi al mondo.
L’idea è quella di rendere le nuove Alfa delle “Vere” Alfa Romeo degne della tradizione secolare che si portano in dote. Motorizzazioni tecnologicamente innovative, distribuzione dei pesi il più possibile paritaria tra gli assi unite all’inconfondibile stile italiano, misto di sportività ed eleganza.
Le trazioni saranno sia posteriori che integrali create con l’obiettivo di essere le migliori di ogni categoria. Si attendono berline di lusso, due SUV e una supersportiva che si porrà in gamma sopra alla 4C.
Il quadrifoglio sarà a breve di nuovo pronto ad accompagnare le versioni più spumeggianti di una nuova gamma il cui vertice potrebbe raggiungere i 500 CV.
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