E’ convinzione comune, rimarcata spesso e volentieri da carta stampata e autori nel settore automotive più o meno autorevoli, che Alfa Romeo sia un marchio unico. Da sempre, anche nei periodi commercialmente e tecnicamente più bui della propria storia, le Alfa hanno mantenuto il proprio fascino, quel certo je-ne-sais-quoi che non si trova in altri marchi. Un curriculum ricco, variegato, con luci e ombre.
La storia delle stradali Alfa è costellata di auto iconiche e discusse, la GTV6, la GTV, la Alfasud, la 33, la 155 e la 166 fino ad arrivare alla Giulia di oggi, che come ben sappiamo piace molto, e all’inedita Stelvio, il primo SUV della casa del biscione. Se da un lato la storia delle stradali Alfa può dirsi lunga e travagliata, quando si parla del percorso di Alfa in F1 la storia del biscione si fa più compatta e più vincente.
Era il 13 Maggio 1950, il circuito era Silverstone. Alfa prese parte al primo GP della sua storia e lo vinse con Farina. Successo replicato nel successivo weekend a Monte Carlo, stavolta con un pilota diverso, un argentino “bravino” con il volante tra le mani: Juan Manuel Fangio.
L’impatto di Alfa Romeo nell’universo della Formula 1 fu devastante. Per gli altri, si intende.
Nel campionato 1950, poi vinto con Giuseppe Farina, Alfa vinse tutte le gare in calendario tranne una (il GP di Indianapolis venne vinto da Johnnie Parsons). Durante la stagione successiva cambiò il pilota vincente, questa volta il titolo mondiale andò a Fangio, ma non la scuderia: ancora Alfa.
Il percorso di Alfa Romeo in F1 è stato folgorante, spalmato su 35 anni (dal GP di Silverstone 1950 a quello di Adelaide nel 1985) e impreziosito da un’ottima percentuale di successi, 10 su 110 gare con 26 podi, 12 pole positions e 14 giri veloci.
I nostalgici, gli amanti del marchio e gli appassionati di F1 si pongono la stessa domanda, amplificata dall’eco dei nuovi media, internet e i social network e fino ad oggi senza risposta: a quando il ritorno di Alfa Romeo in F1?
Alfa Romeo in F1 una reale possibilità?
Da un punto di vista pragmatico, la risposta semplice è che non ci è concesso sapere. Se n’è parlato tanto e tanto ne parleremo ancora. Ci sono molti motivi, più o meno razionali, da poter discuter riguardanti il perché questo non sia ancora avvenuto.
Prima di tutto i costi
Sviluppare un’auto di F1 richiede un budget elevatissimo, a fronte di risultati che non sono semplici da raggiungere. Guardando al mondiale 2016, troviamo in testa Mercedes, non a caso visto che ha ovviamente vinto il campionato, con “soli” 405.000€ spesi per ogni punto guadagnato, per arrivare fino alla Manor, 1 solo punto guadagnato a fronte di un budget di 100 milioni di euro.
Lasciando da parte il pragmatismo, se proviamo a concentrarci sul romanticismo diremmo che bastano queste foto per convincerci che un ritorno di Alfa in Formula1 non è solo auspicabile, è forse quasi necessario, anche solo per poter vedere in pista l’auto che vedete in foto grazie a Luca Lazzini Design.
Una livrea pulita, in stile Alfa (e ovviamente in Rosso Alfa), con il biscione in bella vista sull’alettone e il quadrifoglio verde che già immaginiamo venire ripreso ad ogni inquadratura possibile.
Sognare costa poco, almeno per noi #Alfisti.