Nel 2020 dei cinquant’anni dell’Alfa Romeo Montreal, c’è una storia che forse in pochi conoscono. Questa storia comincia nel 1972. In quello stesso anno in Autodelta, la compagine guidata da Carlo Chiti si trovava all’apoteosi dello sviluppo di un propulsore Boxer a 12 cilindri da utilizzare sulle mitiche Sport Prototipo Tipo 33 di Gruppo 6 a marchio Alfa Romeo.
Il 3.0 litri a 12 cilindri è un’opera d’arte, un’impresa per l’Autodelta perché rappresenta anche il primo vero motore realizzato presso il settore dedicato alle competizioni del Biscione. Ma in quello stesso anno Carlo Chiti riceve una chiamata: è una commissione che proviene dagli Stati Uniti. Bob Cozza, supportato da Alfa Romeo USA, decide di realizzare una vettura da corsa partendo dalla splendida Alfa Romeo Montreal. Costo complessivo dell’operazione: 100.000 dollaroni.
Alla base di un errore
Bob Cozza possedeva una concessionaria Alfa Romeo nei pressi di Buffalo, la Bobcor, in accordo con una piccola squadra corse. La Bobcor di Cozza era però anche il principale dealer per l’Autodelta negli Stati Uniti e già dal 1968 la sua squadra corse aveva ottenuto pure un ottimo successo nella serie Trans-Am con le Alfa Romeo GTA.
Forte della sua esperienza in pista, Bob Cozza crede fortemente che la Alfa Romeo Montreal sia destinataria di un potenziale parecchio elevato nella sua destinazione da corsa soprattutto se utilizzata nel sempre più interessante campionato IMSA. Aggiudicato. Chiti non si tira indietro, confermando l’impegno dell’Autodelta che avrebbe fornito la Montreal da corsa per la stagione IMSA 1973. Col programma che andava spedito, Chiti invitò Cozza a fare una capatina in Italia per vedere con i suoi occhi la Montreal ormai quasi completa. Sorpresa: la Alfa Romeo Montreal non era stata realizzata secondo le specifiche IMSA, bensì sfruttando il regolamento FIA per il Gruppo 4.
L’insoddisfazione di Bob Cozza fu (chiaramente) enorme, tanto da dire a Carlo Chiti che sarebbe tornato a gennaio del 1973 per avviare la realizzazione di una nuova Montreal stavolta sulla base delle corrette specifiche IMSA.
La Montreal Gruppo 4
A questo punto in Autodelta si ritrovarono con una Montreal Gruppo 4 praticamente completa. Chiti decise quindi di promuovere la vettura come possibile vettura da corsa per eventuali clienti interessati. D’altronde la vettura di serie, che era stata omologata il 31 ottobre del 1971, così come richiesto dal regolamento per il Gruppo 4 aveva ottenuto il requisito minimo di vetture effettivamente prodotte (500 unità) nell’arco di 12 mesi.
Chiaramente, alla base della Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 c’era una Montreal di serie prelevata dalla linea di produzione. Nello specifico si trattava del telaio AR1425230. La scocca era stata equipaggiata con un roll-bar e ogni elemento superfluo era stato eliminato. Se sull’asse anteriore rimaneva l’interessante sospensione con doppio braccio oscillante, su quello posteriore l’Autodelta aveva preferito il ponte rigido oscillante della Giulia GTA adattato alla Montreal con molle regolabili e barre antirollio. I dischi freno rimasero quelli ventilati della variante di serie mentre le grandi ruote da 14 e 15 pollici erano quelle utilizzate sulla Tipo 33.
La Montreal di serie adoperava già un propulsore V8 con bancate disposte a 90 gradi realizzato interamente in lega e dotato di doppio albero a camme in testa con lubrificazione a carter secco. La compressione prevedeva un rapporto 9.0:1 mentre la complessa iniezione meccanica indiretta era realizzata dalla SPICA con accensione elettronica Bosch. Un set di elementi utile ad erogare 200 cavalli a 6.500 giri al minuto e 240 Nm a 4.750 giri al minuto.
Motore dedicato
Tuttavia, l’unità effettivamente dedicata alla Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 era una vera e propria realizzazione ibrida realizzata dall’Autodelta. Il nuovo propulsore poteva essere collocato a metà strada fra l’unità già utilizzata sulla Montreal di serie e quella della Tipo 33 TT/3 Gruppo 6 del 1972. Difatti come per il motore destinato al Gruppo 6, la cilindrata era di 2998 cc rispetto ai 2593 cc già in essere sulla Montreal stradale. Il rinnovato compromesso si otteneva aumentando l’alesaggio da 80 mm a 86 mm mentre la corsa rimaneva pari a 64,4 mm. Il motore per il Gruppo 4 era inoltre dotato di albero motore in acciaio forgiato, volano alleggerito e pistoni maggiorati. Le valvole di ingresso erano del tipo a scorrimento come quelle utilizzate già dalla Tipo 33/2.
A differenza della Tipo 33 TT/3 il motore utilizzato sull’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 utilizzava un’accensione singola anziché doppia e due testate invece che quattro. Allo stesso modo, l’iniezione SPICA veniva mantenuta mentre sulla Tipo 33 veniva adoperato un sistema Lucas. Il rapporto di compressione aumentava da 11.0:1 del Gruppo 6 a 11.25:1. Secondo l’Autodelta la potenza della Montreal Gruppo 4 era ora pari a 370 CV a 9000 giri/min ovvero “appena” 70 in meno della Tipo 33 TT/3. La trasmissione avveniva tramite un cambio manuale a cinque marce ZF con frizione rinforzata e differenziale a slittamento limitato.
I regolamenti del Gruppo 4 FIA consentivano inoltre una serie di modifiche alla carrozzeria standard della vettura. Nel caso dell’Alfa Romeo Montreal, vennero allargate le carreggiate con elementi in fibra di vetro per i passaruota rivettati alla carrozzeria e utili a coprire la maggiore larghezza proveniente dai nuovi pneumatici della Tipo 33. Questi elementi, davanti, venivano integrati con l’ampio spoiler posto sotto il muso della Montreal proprio sulla sua sezione frontale. Il cofano anteriore e il portellone posteriore venivano assicurati con ganci a spillo mentre la presa NACA sul cofano anteriore era stata ampliata e resa funzionale. All’interno tutto era rimasto simile alla Montreal di serie, sebbene veniva utilizzato un unico sedile da competizione.
Il debutto alla 1000 km di Spa-Francorchamps
Ma bisogna dire che l’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4, rispetto ad altre sportive della sua stessa categoria a cominciare dalla De Tomaso Pantera e Porsche 911 2.8 Carrera RSR, possedeva un peso alla bilancia più consistente che si attestava nell’ordine dei 1.200 chilogrammi in accordo con una velocità massima che rasentava i 270 km/h.
Quando la Montreal Gruppo 4 lasciò le officine dell’Autodelta venne testata presso l’impianto di Balocco da Teodoro Zeccoli e da Carlo Facetti. Il suo effettivo debutto, nel rispetto dei tempi che erano stati stabiliti per Bob Cozza quando ancora si pensava agli Stati Uniti, fu al London Racing Car Show del gennaio 1973 in forma statica mentre in un secondo momento la Montreal dotata della sua caratteristica vernice verde brillante venne esposta presso lo showroom londinese di Edgware Road della sezione inglese del Biscione. Tnon si trovarono acquirenti nel Regno Unito, tanto che soltanto dopo poche settimane l’Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 fece il suo ritorno all’Autodelta per essere comunque destinata alla sua prima uscita in gara.
Il debutto venne fissato il 6 maggio del 1973 alla 1000 Km di Spa-Francorchamps durante l’evento del Campionato Mondiale Sport Prototipi. A Spa d’altronde l’Autodelta prendeva parte con la nuova Tipo 33 TT/12 al debutto anche questa con Stommelen e De Adamich. Ma un grave incidente di Andrea De Adamich, a causa di uno pneumatico, durante le prove ufficiali alla Stavelot non permise di procedere con la gara per la mitica Sport Prototipo. Per la Montreal Gruppo 4 si configurò invece l’approdo alla 1000 Km di Spa-Francorchamps tra le mani di Dino Pizzinato, che disponeva di una grande esperienza con Alfa Romeo sul tracciato belga, in accordo con Nicolas Koob. Tuttavia la Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 mancò la qualificazione costringendo l’Autodelta a fare ritorno in Italia con le braccia cadute.
Non c’è niente da fare
La Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 non ebbe fortuna. Venne così venduta a Dieter Gleich, che si occupava del marchio in Germania, che l’avrebbe utilizzata durante la 1000 Km del Nurburgring del 27 maggio, appuntamento incluso anche in questo caso nel Mondiale Sport Prototipi. Durante la prova tedesca la Montreal di Gleich-Weizinger riscontrò grossi problemi al motore che necessitava di una sostituzione prontamente realizzata dai tecnici dell’Autodelta che si trovavano al Nurburgring nuovamente con la Tipo 33 TT/12. Stavolta la Montreal riusciva a qualificarsi in 44esima piazza su 59 vetture in prova, ma non ci fu niente da fare a causa di ulteriori problemi al motore che costrinsero la coppia al ritiro. Quindi la sventurata Montreal Gruppo 4 venne utilizzata, nello stesso anno, durante l’appuntamento di Campionato Europeo Gran Turismo di Hockenheim (senza concludere la gara) ottenendo però un terzo posto in una gara non titolata a Zolder.
La povera Alfa Romeo Montreal Gruppo 4 venne quindi ceduta ad Hans Stahlberg, rivenditore Alfa Romeo di Amburgo, dove venne riverniciata in bianco e poi utilizzata in gara ancora un paio di volte senza ottenere risultati di rilievo. Il destino per lei aveva configurato quindi un mesto ritiro dalle scene, ma forse quest’Alfa nata sfortunata avrebbe necessitato di maggiore sviluppo e un numero superiore di cure diffuse.