L’Unione Europea necessita nel più breve tempo possibile una nuova strategia per il settore automobilistico. Non serve ricordare quanto sia importante questo momento per una svolta nelle politiche ambientali che possa essere accompagnata in modo sostenibile da quelle industriali. La normative europea sulle emissioni che scatta l’anno prossimo ha cambiato le carte in tavola per i produttori.
Secondo quanto riportato da La Stampa, sarebbe in fase di studio una proposta per sospendere temporaneamente le sanzioni sulle emissioni previste per il 2025, che rischiano di costare oltre 15 miliardi di euro alle case automobilistiche europee, già messe a dura prova da un mercato complicato e deludente.
Il piano potrebbe prevedere di consentire l’uso di carburanti alternativi per i motori a combustione interna anche dopo il 2035, superando l’obbligo esclusivo di auto elettriche imposto dalle normative attuali. Il quotidiano descrive come questa “sospensione modulata” delle multe si accompagni a una possibile revisione del metodo di calcolo delle emissioni.
Questo nuovo approccio consentirebbe di valorizzare i carburanti green e salvaguardare il motore a combustione interna, fornendo un’opzione tecnologica complementare all’elettrico. La proposta è ancora agli inizi, ma si sta facendo strada in particolare tra le file del Partito Popolare Europeo (PPE), il principale gruppo politico del Parlamento europeo e in Commissione.
La posizione ufficiale del PPE potrebbe influenzare le decisioni della Commissione presieduta da Ursula von Der Leyen, che ha dichiarato di voler affrontare personalmente le sfide del settore automobilistico. Un punto cruciale riguarda le sanzioni per i produttori che non raggiungeranno i target di emissioni del 2025. L’Ue potrebbe dunque adottare un approccio più equilibrato, come confermare gli obiettivi ma introdurre maggiore flessibilità, o addirittura congelare temporaneamente le multe.
Il regolamento sulle emissioni di CO2, già in programma per una revisione nel 2026, potrebbe essere aggiornato per considerare il ciclo di vita completo dei carburanti, includendo la CO2 assorbita durante la produzione.
L’Italia, guidata dal ministro Adolfo Urso, sta spingendo per anticipare questa revisione al 2025, proponendo un approccio basato sulla neutralità tecnologica. Supportato dal “rapporto Draghi”, il Paese mira a una regolamentazione che contempli carburanti sostenibili, garantendo un futuro per i motori a combustione interna senza sacrificare gli obiettivi climatici.