La Fiat 850 Spider si appresta a compiere il suo sessantesimo compleanno. Possiamo dire che è entrata nel decennio dell’età pensionabile, nei paesi europei. La sua presentazione avvenne nel mese di marzo del 1965, quando fu svelata al pubblico, insieme alla sorella coupé, rispetto alla quale sembra più esotica. Abbastanza lungo il suo ciclo produttivo, che andò avanti fino al 1973.
Otto anni di permanenza in listino: non pochi per un’auto di nicchia come la Fiat 850 Spider, destinata a un pubblico ristretto di appassionati, dai gusti speciali. Ancora oggi questa vettura sprizza simpatia da tutti i pori, specie nella prima serie, il cui look è più aggraziato. Il merito è del lavoro stilistico eseguito da Giorgetto Giugiaro per Bertone, che ha saputo conferire grande freschezza e dinamismo ai tratti, sportivi e leggeri, del modello.
Anche se la Fiat 850 Spider discende dalla berlina della casa torinese che si fregia della stessa sigla numerica, si differenzia anni luce da essa sul piano estetico. Si fatica a credere che ci siano connessioni fra i due modelli, ma è così. All’inizio, l’unità propulsiva scelta fu il quattro cilindri in linea da 843 centimetri cubi di cilindrata della donor car, ma con potenza portata a 49 cavalli, per dare un vigore energetico più consono all’identità del mezzo destinatario. Ecco alcuni dati numerici: accelerazione da 0 a 100 km/h in 17 secondi, velocità massima di 145 km/h.
Certo, le performance non erano quelle delle scoperte più muscolose, ma con lei era possibile divertirsi. Inoltre, a bordo, si poteva sognare un tuffo nelle atmosfere della “Dolce Vita“, anche se con note più basse e in tono minore. Per chi non poteva spingersi oltre sul piano economico, la scoperta torinese era un ottimo ripiego. Nella declinazione iniziale, la Fiat 850 Spider rimase in listino fino al 1968, per poi cedere il posto alla seconda serie del modello.
Il nuovo step regalò una cilindrata maggiore, pari a 903 centimetri cubi, con 52 cavalli di potenza massima. Le prestazioni divennero leggermente più toniche, specie sul fronte della ripresa, mentre l’accelerazione rimase più o meno quella di prima. La punta velocistica si spostò a quota 150 km/h. Nuovo il nome assegnato alla vettura, che divenne Fiat 850 Sport Spider. Se gli interventi meccanici piacquero agli appassionati, minore gradimento incontrarono le modifiche estetiche, che appesantirono il look del modello, non più aggraziato come sulla prima serie.
A far pagare dazio al godimento visivo ci pensarono i fari verticali e i nuovi paraurti, più massici di prima. Il loro arrivo fu dettato dalle normative statunitensi del tempo, che sporcarono lo stile anche degli esemplari europei. Fra i plus della Fiat 850 Spider, nelle sue diverse declinazioni, un posto di rilievo spetta ai costi di esercizio particolarmente bassi, specie se riferiti a un mezzo da vivere nella prospettiva ludica, en plein air, come si dice in Francia.
Molto compatte le dimensioni della carrozzeria. Ecco le sue misure: 3782 mm di lunghezza, 1498 mm di larghezza, 1220 di altezza. Pur se piccola, la vettura torinese sapeva comunque guadagnare la scena, con quel look vagamente ispirato allo stile delle sportive più prestigiose del tempo, cui non poteva certo fare concorrenza, per il suo posizionamento molto più popolare e per una tela tecnica, prestazionale ed emotiva nemmeno lontanamente paragonabile.