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Citroën sta pensando al ritorno della 2CV come city car dall’approccio retrò

In casa Citroën i lavori si troverebbero oggi in una fase progettuale preliminare sebbene l’intero progetto agisca in una fase primordiale

Citroën 2CV Charleston
Una Citroën 2CV Charleston

A lanciare l’indiscrezione ci hanno pensato gli inglesi di Autocar. In casa Citroën si starebbe pensando alla possibilità di far rivivere un’autentica leggenda per il marchio; parliamo dell’eterna 2CV oltre 35 anni dopo la fine della produzione fissata a luglio del 1990 dopo che la prima fase produttiva era stata avviata addirittura nel 1948.

In casa Citroën i lavori si troverebbero oggi in una fase progettuale preliminare, perlomeno secondo le indiscrezioni raccolte dalla testata inglese, sebbene l’intero progetto agisca in una fase ancora primordiale. Tuttavia tali indicazioni proposte da Autocar circa un effettivo ritorno della 2CV sono indicative di un cambio di passo in casa Citroën circa la necessità di riproporre modelli iconici del passato. Sembra questa una tendenza molto apprezzata dai costruttori, soprattutto in virtù dei cambiamenti proposti dall’elettrico; sicuramente l’approccio da tenere in considerazione, legato a questo nuovo modo di agire, è quello proposto da Renault che sta facendo ottime cose muovendosi verso questa direzione. Se si tiene in considerazione il mercato francese, nel solo mese di dicembre 2024 la nuova R5 di Renault ha immatricolato 9.973 unità contro le 1.721 unità vendute dalla Citroën ë-C3 nello stesso mese. A novembre 2024, primo mese di commercializzazione completa della nuova R5 quest’ultima ha avuto un ruolo importante nell’incrementare la quota di mercato di Renault in Francia dal 16,3% al 23,2%.

Condizioni che potrebbero aver spinto Citroën verso la necessità di guardare al passato per agire con impeto maggiore sull’elettrico. Secondo quanto si legge ancora su Autocar, a differenza della R5 che introduce un design che immagina l’evoluzione del modello fino ai giorni nostri, nel caso della prossima 2CV Citroën starebbe pensando a un design che sia il più vicino possibile a quello proposto dalla sua antenata.

Citroën aveva già ammesso che non avrebbe messo da parte la necessità di guardare al passato per il design dei suoi nuovi modelli

Oggi Citroën non si è espressa ufficialmente sul possibile ritorno sul mercato di una nuova generazione di 2CV, sebbene alcuni richiami stilistici sono stati già riproposti sulla nuova Ami. Piuttosto, il responsabile del design del marchio, Pierre Leclercq, era stato intercettato al recente Salone dell’Auto di Bruxelles ancora da Autocar ammettendo che il costruttore “non chiuderà le porte” alla necessità di guardare al passato per il design dei modelli che verranno. In questo modo la filosofia del passato potrebbe essere applicata con maggiore interesse sui modelli che Citroën introdurrà prossimamente sul mercato.

L’implicita ammissione di Leclercq dice che alcuni elementi rientreranno nello sviluppo della prossima 2CV, su tutti semplicità e convenienza per rimarcare i fondamenti assoluti della sua antenata. Una sintesi che introduce alcuni parallelismi con quanto accade oggi, perché la transizione ai veicoli elettrici, insieme ad altri problemi come l’aumento del costo dell’energia e dei materiali, ha fatto lievitare notevolmente i prezzi delle auto nuove e ha spinto i veicoli elettrici fuori dalla portata di molti acquirenti della classe media.

Citroën 2CV Render Autocar
Il render di una possibile reinterpretazione attuale di Citroën 2CV proposto da Autocar | Render, Autocar

Potrebbe usare la stessa base di C3 e Fiat Grande Panda

In virtù di un contenimento dei costi utile a ragionare su un listino appetibile, la prossima 2CV di Citroën potrebbe basarsi sulla piattaforma Smart Car di Stellantis che viene già usata per la C3, per la Grande Panda e anche per la Opel Frontera. Allo stesso tempo ci aspettiamo l’adozione di soluzioni utili a ridurne ulteriormente i costi finali.

In tema di powertrain l’attenzione maggiore dovrebbe essere rivolta a miglioramenti dell’efficienza, pur mantenendo contenute le dimensioni del pacco batteria per mantenere i costi più bassi possibili; proprio Citroën ha ammesso più volte che proprio le batterie rappresentano il più grosso ostacolo al contenimento dei costi delle nuove auto elettriche. Al centro dell’approccio che starà alla base della prossima 2CV ci sarebbe un modo di agire simile a quello proposto con la Dacia Spring che con una batteria di ridotte dimensioni garantisce comunque circa 200 chilometri di autonomia, ma soprattutto un prezzo di approdo alla gamma molto interessante. A livello di posizionamento la futura 2CV andrebbe a posizionarsi fra l’attuale Ami e la C3 andando proprio a rappresentare una valida competitor della già citata Spring di Dacia; nulla si sa invece sul possibile lancio commerciale, che idealmente non dovrebbe avvenire prima del 2028. Anno che festeggerebbe l’80esimo anniversario dalla prima presentazione della sua antenata.