La Ferrari Testarossa è una delle auto più affascinanti e carismatiche mai prodotte dalla specie umana. I tratti della sua carrozzeria sono sublimi. Pininfarina, nel dare forma al modello, ha superato se stesso. Ogni elemento grafico di questa scultura del “cavallino rampante” è impeccabile, ma lo specchio di coda e la vista di 3/4 posteriore si spingono a un livello ancora più alto, raggiungendo uno splendore stellare.
Nessun’altra vettura, da dietro, è in grado di superarla come impatto visivo. Persino la mitica F40 non riesce a fare meglio in questa prospettiva d’osservazione, pur avendo ancora più carisma e fascino in tutti gli altri ambiti visuali.
Un capolavoro come la Ferrari Testarossa meriterebbe un rispetto sacrale. Incidere dei cambiamenti, anche di dettaglio, su una simile opera d’arte, ha un sapore blasfemo, che condanna all’inferno. Io soffrirei persino a mettere un semplice adesivo su un mezzo del genere, per non turbare la sua opulenza espressiva, ma (purtroppo) nel mondo c’è chi non si cura troppo della cosa.
Alcuni vivono in modo poco religioso il rapporto coi gioielli automobilistici e con l’arte, quella vera, non frutto di artifici dialettici che fanno rientrare nella categoria ogni produzione, pur se scadente e vuota, solo perché dotata di contenuti originali. Tale approccio concettuale, negli ultimi tempi, ha dato attributi immeritati ad autentiche schifezze. Poi c’è chi cita la solita frase: “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. Un alibi nel solco del relativismo, nato per giustificare tutto. Così anche una discarica può essere interpretata come una cosa bella, anche se non lo è.
La Ferrari Testarossa è arte vera ed universale. Potrebbe essere esposta tranquillamente nei saloni del Louvre, senza stonare al cospetto della Gioconda, pur avendo una missione funzionale, che è valore aggiunto in questo caso. Un’auto del genere andrebbe lasciata come mamma l’ha fatta. Sfortunatamente non sempre succede. Alcune volte si vedono esemplari con leggere modifiche. Roba piccola e reversibile, che macchia di peccati relativamente lievi, come il cambio della dimensione dei cerchi.
Altre volte, invece, si tratta di interventi mostruosi, fatti con l’accetta, che in passato portavano soprattutto la firma di alcuni tuner tedeschi. Nessuno, però, si era mai spinto ai disgustosi livelli della trasformazione a 6 ruote di cui ci occupiamo oggi. Questo intervento di radicale cambiamento ha preso forma a Dallas, in Texas, dove l’auto è stata immortalata a più riprese.
C’è un senso di provvisorietà nel lavoro, che lascia ipotizzare degli interventi in corso, ma il danno è ormai stato cagionato ed è un peccato gravissimo, perché ha ferito la dignità, la storia e lo spirito nobile di uno dei più grandi capolavori automobilistici di tutti i i tempi. In passato erano circolate delle foto che immortalavano l’esemplare a bordo di una bisarca. Oggi siamo in grado di mostrarvi un video del modello, in sosta ad una stazione di servizio, per il rifornimento.
Fa un effetto a dir poco disgustoso vedere una Ferrari Testarossa a 6 ruote, ancor più se la squallida aggiunta di un asse, come in questo, caso, si combina a scelte stilistiche infelici per il resto della realizzazione. Scorrendo le immagini del breve filmato, si notano le tantissime modifiche estetiche eseguite sulla meravigliosa supercar di partenza, ridotta a una composizione circense, che non ha diritto di cittadinanza nel club della bellezza. Davvero orribile il quadro d’insieme, specie tenendo conto della grazia del modello iniziale.
Non sappiamo se il motore a 12 cilindri, da 5 litri di cilindrata, della vettura sia stato anch’esso stravolto o sostituito. Mancano delle notizie in tal senso. Speriamo che almeno lui sia stato graziato da questa foga distruttrice, che fa male al cuore degli appassionati, almeno di quelli autentici. Questa profanazione del mito è, forse, la peggiore mai vista dal punto di vista estetico. Una 6×6 del genere ferisce, anche tanto. Magari a lavoro completo alcuni spigoli creativi saranno smussati, ma non basteranno certo a redimere il peccato o a portare questo esemplare sul sentiero della decenza.
La Ferrari Testarossa, come scritto all’inizio dell’articolo, è una delle supercar più belle ed iconiche di sempre. Auto del genere vanno custodite nella massima originalità, perché sono dei pezzi di storia, oltre che degli autentici capolavori. Mettervi mano, per modificarle, è un oltraggio al senso del pudore. Vedere questa trasformazione a 6 ruote ferisce come una pugnalata al cuore. Non c’è scusa che tenga nel tentativo fatto da alcuni di ammorbidire il giudizio.
Qui la riconciliazione con la scienza della bellezza e con il rispetto dovuto alla storia più nobile passa da un tuffo nello splendore della Ferrari Testarossa originale. La GT emiliana è una delle auto da poster per antonomasia. Tutti ne vorrebbero una in garage, ma il privilegio è per pochi eletti. Negli anni 80 era lo status symbol assoluto. Anche i Vip si mettevano in fila per l’acquisto. C’era una corsa all’accaparramento. Chi non poteva comprare la vettura reale, si accontentava di un modello in scala, da custodire in ufficio, in salotto o in camera da letto, con la speranza di poter accedere, prima o poi, all’auto in formato 1:1.
Incredibile il fascino del suo design, unico e inconfondibile. All’affermazione di questa sportiva nell’immaginario collettivo concorse il mondo del cinema, dove ebbe ruoli di primo piano. Su tutti, la serie televisiva Miami Vice: qui la Ferrari Testarossa avrebbe meritato il Premio Oscar che spetta agli attori protagonisti, per la sua efficace e impeccabile centralità nella tela visiva e narrativa. Purtroppo qualcuno ha deciso di sacrificare un esemplare della specie, per dar vita a una terribile versione a 6 ruote. Prima o poi un sussulto di coscienza farà capire lo sbaglio a chi ha voluto questo scempio. A voi il video, poco adatto ai deboli di cuore. Tenetevi forte!