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Opel: dalle KAD alle nuove concept e coupé con motore V8

Queste vetture sperimentavano nuovi sentieri creativi.

Opel Geneve, 1975
Opel Geneve, 1975

Opel, negli anni ’60, cercò di conquistare il cuore della clientela di fascia alta con la gamma “KAD”, composta da tre berline molto ambiziose: Kapitan, Admiral e Diplomat. Quelle vetture, di taglio dimensionale imponente, furono accolte con una buona dose di entusiasmo dalla borghesia tedesca (e non solo). Questo si tradusse in numeri di mercato soddisfacenti.

Ad entrare nel cuore dello specifico target di clientela fu soprattutto la Diplomat V8. Sull’onda delle sue performance commerciali, i vertici della casa del “blitz” decisero di concedersi qualche spazio per la sperimentazione, solcando sentieri inediti. Lo fecero dando vita a una serie di concept car che coniugavano i motori ad 8 cilindri delle grandi berline del marchio a carrozzerie innovative, in qualche caso connesse alle linee sportive della Opel GT 1.9 del 1968, cavalcando le note del grande interesse nei confronti di quest’ultima.

Opel Diplomat V8 Coupé (1965)
Opel Diplomat V8 Coupé (1965)

Il legame, per ragioni cronologiche, non c’era con la versione Coupé della già citata Diplomat V8, che la casa tedesca fece produrre, su accordo del 1965, dalla carrozzeria Karmann di Osnabruck, per un triennio. In totale il modello prese forma in 304 esemplari. Nella nuova veste, la grande berlina guadagnava un aspetto più snello, sottolineato dall’assenza del secondo montante del tetto. Il lunotto posteriore, introdotto da un supporto metallico più esteso, aveva dimensioni maggiori e scorreva in modo più fluido verso la coda, cui si raccordava meglio.

Gli interventi non si concentrarono sulla sola carrozzeria, ma investirono anche il motore, la cui cilindrata fu portata dai 4.7 litri iniziali a quasi 5.4 litri, con giovamento sulla potenza massima, cresciuta a 230 cavalli. L’energia veniva trasmessa al suolo tramite un cambio automatico Powerglide a 2 rapporti. Notevole la punta velocistica, pari a 206 km/h. Un soffio meno rapida era la versione cabriolet dello stesso modello, sbocciata in un numero molto ridotto di esemplari.

Opel CD Concept Car
Opel CD Concept Car

Dalla Opel Diplomat V8 Coupé prese forma il successivo prototipo CD (Coupé Diplomat), disegnato da Charles M. Jordan. Questa concept car ebbe il suo battesimo pubblico in occasione del Salone dell’Auto di Francoforte del 1969. Sul piano estetico, uno dei suoi elementi più caratterizzanti era il parabrezza in unico pezzo con i vetri laterali. Di rilievo visivo anche le porte integrate incernierate idraulicamente sul montante anteriore.

Il frontale, con fari a scomparsa, si integrava in modo fluido e senza interruzioni grafiche con l’avvolgente parabrezza, privandosi di montanti corposi che avrebbero disturbato l’esecuzione. In questa scelta si coglieva anche l’attenzione prestata alla scienza aerodinamica, perfezionata con numerose sessioni in galleria del vento dai tecnici di Advance Opel Design.

Bitter CD (1973)
Bitter CD (1973)

L’anno dopo il designer italiano Piero Frua presentò una sua ulteriore interpretazione sul tema delle concept car, con un’opera automobilistica visionaria. L’ex-rallyman tedesco Erich Bitter acquistò i diritti di produzione e diede incarico allo stesso autore di rivederla con un occhio maggiormente puntato alla praticità e all’industrializzazione.

Fu così che nacque la Opel Bitter CD, presentata al Salone dell’Auto di Francoforte del 1973. Pur se più convenzionale del prodotto di partenza, conservava il suo aspetto futuristico. Questa slanciata coupé, alta solo 1.1 metri, poteva raggiungere i 210 km/h di velocità massima. La sua costruzione fu affidata alla carrozzeria Baur di Stoccarda, che ne plasmò 395 esemplari.

Altra gemma di questa collana creativa del “blitz” fu la Opel GT/W, pensata inizialmente per essere mossa da un motore rotativo Wankel. Prima che il prototipo venisse completato, la casa tedesca decise però di fare altre scelte per la sua bella coupé a 2 posti, decretando la fine delle velleità produttive. Il modello in fiberglass a grandezza naturale di quella proposta ebbe comunque una cornice pubblica, con la presentazione al Salone dell’Auto di Ginevra del 1975, dove fu svelata con un nome diverso. In ossequio alla tela espositiva scelta per il vernissage, la sigla adottata per questa avvenirista Opel fu Genève.