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Lancia Fulvia Coupé: 60 anni per l’auto che divenne regina dei rally

Ci sono auto che, più di altre, interpretano lo spirito sportivo dei marchi di cui si fregiano. La Fulvia Coupé appartiene alla specie.

Lancia Fulvia Coupé
Foto Lancia

La Lancia Fulvia Coupé nacque nel 1965, come declinazione sportiva dell’omonima berlina. Anche se sono passati 60 anni dal suo debutto in società, continua a suscitare un grande interesse, per il carisma delle forme e per i successi raccolti in gara. Siamo al cospetto di un’icona del passato, che ha felicemente segnato la storia del costruttore torinese. Si distingue per le forme nitide, per i volumi equilibrati e per il classico abitacolo “a torretta”, elemento di grande caratterizzazione delle sue alchimie stilistiche. In essa rivive la carica innovativa più volte mostrata dal marchio nei suoi quasi 120 anni di storia.

Le linee pure ed essenziali della Lancia Fulvia Coupé non sono da capolavoro d’arte, ma restano inconfondibili. Per questo si sono fissate in modo perenne nell’immaginario collettivo. Rispetto alla berlina da cui discende, questa compatta a 2 posti più 2 si caratterizza per la linea nettamente più agile e sportiva. A differenza di altre auto della stessa specie, ha un abitacolo molto luminoso, per le ampie superfici vetrate.

Il progetto estetico, ripreso con un felice remake in era moderna (2003), porta la firma di Piero Castagnero, allora alla guida del centro stile interno. Nei suoi tratti c’è qualche rimando alla silhouette dei motoscafi Riva, con il frontale slanciato e la coda dal taglio netto. Bello il look dell’abitacolo, che fa respirare in pieno le note della sportività, senza rinunciare a un solo grammo di eleganza. La riuscita miscela con la meccanica, briosa ed affidabile, creò una forte sintonia con la clientela, testimoniata dal buon successo commerciale.

Il lungo ciclo di vittorie messo a segno nel mondo delle corse, con il titolo ottenuto nel Campionato Mondiale della specialità (corrispondente all’attuale WRC), quando le lancette del tempo segnavano l’anno 1972, regalò un’aura mitica alla vettura. Oggi, insieme alla Stratos, alla Rally 037, alla Delta S4 e alla “Deltona”, questa creatura appartiene alla magica cinquina racing del marchio.

Quando la Lancia Fulvia coupé fece il suo debutto sul mercato, godeva della spinta di un motore a 4 cilindri da 1.216 centimetri cubi, con 80 cavalli al servizio del comando dell’acceleratore. Grazie al peso di soli 950 chilogrammi, poteva viaggiare fino ai 160 km/h di velocità massima, raggiunti con una certa verve.

Nel 1966, l’unità propulsiva divenne più tonica, portandosi a quota 88 cavalli. Così prese vita la prima versione HF. In tale veste l’auto si giovava di cofani e portiere in Peraluman, di un allestimento più “racing” e dell’assenza dei paraurti. Questo mix riduceva il dato letto alla bilancia, per un migliore profilo dinamico del modello. Sul piano estetico c’erano anche degli elementi grafici a distinguere l’allestimento, con una specifica livrea.

Lancia Fulvia Coupé
Foto Lancia

L’anno dopo, quando l’orologio della storia segnava il 1967, la Lancia Fulvia Coupé sposò un motore da 1.298 centimetri cubi, in gradi di erogare una potenza massima di 87 cavalli. Prese così forma la versione Rally, poi declinata anche nella più potente e sportiva HF, con 101 cavalli a pulsare sotto il cofano anteriore, grazie ad una serie di interventi eseguiti sulle componenti meccaniche. Così conciata, negli allestimenti da gara, l’auto si mise in luce, con la forza dei suoi risultati. Gli appassionati li ricordano bene.

Nel corso del suo ciclo di vita, la Fulvia Coupé fu sottoposta ad alcuni lievi restyling, impercettibili agli occhi dei meno esperti. Il cambio a 5 marce giunse anche sulla versione 1.3 S, prima a 4 rapporti. Significativi i progressi ottenuti sui freni e sulle geometrie delle sospensioni anteriori. Nel 1969 nacque la Lancia Fulvia Coupé Rally 1.6 HF (nota anche come “Fanalone”), spinta da un cuore da 1.584 centimetri cubi, con 120 cavalli al servizio del piacere, esercitati su un peso di appena 850 chilogrammi. L’assetto pensato per questa declinazione dell’auto guadagnava un’indole racing. Facile intuire la sua tempra.

La potenza crebbe a 160 cavalli nella versione da corsa, che regalò immense soddisfazioni alla casa torinese, mettendo a frutto le sue doti con numerosi successi in gara, culminati nella conquista del Campionato del Mondo Rally del 1972. Impossibile dimenticare le meravigliose imprese messe a segno da Sandro Munari con questa vettura. La mitica accoppiata scrisse le alchimie di un sogno, in quegli anni romantici, nel corso dei quali presero forma indimenticabili pagine di sport. Il palmares dell’azienda piemontese ne trasse giovamento.

Ricca la lista dei successi nel campionato rally, dove il modello entrò in azione dal 1970 al 1974. Il fiore all’occhiello fu però il titolo costruttori del 1972. Per onorare questo incredibile risultato, fu prodotta anche una serie speciale della Lancia Fulvia Coupé 1.3 S con passaruota allargati come sulla 1600 HF e con livrea bicolore, simile a quella del bolide di Munari, ma senza nessuna modifica all’unità propulsiva. Diciamo che fu un tributo più formale che sostanziale alla gloria agonistica. Il ciclo commerciale del modello di cui ci siamo occupati in questo post si avviò al suo epilogo con la cosiddetta Fulvia 3, frutto del restyling del 1973, con piccole modifiche estetiche e col motore da 1.3 litri portato a 90 cavalli di potenza massima.