Ancora una volta, l’Italia resta a guardare mentre un’importante produzione automobilistica prende il volo. Stellantis ha deciso di assemblare il SUV elettrico Leapmotor B10 in Spagna, tagliando fuori il Bel Paese dalla partita. Il motivo? Una combinazione letale di costi elevati, efficienza produttiva e strategie geopolitiche che ha reso la penisola iberica molto più appetibile per gli investimenti cinesi.
Jean-Philippe Imparato, dirigente Stellantis con sangue italiano nelle vene, ha snocciolato i numeri che spiegano la scelta: produrre un’auto in Italia costa 1.414 euro per unità, mentre in Spagna la spesa scende a 516 euro. Un divario abissale dovuto principalmente ai costi dell’energia e a una catena produttiva più snella ed efficiente.
A peggiorare la situazione per i lavoratori italiani, la Spagna può contare su una rete di fornitori ben rodati, impianti moderni e manodopera qualificata, attirando come una calamita i grandi gruppi dell’industria automobilistica. E Stellantis non ha fatto eccezione.
Ma non è solo una questione di numeri snocciolati da Stellantis. Il governo cinese ha lanciato un messaggio chiaro ai suoi colossi industriali: niente investimenti nei Paesi che appoggiano i dazi sulle auto elettriche cinesi imposti dalla Commissione Europea. Italia, Germania, Slovacchia e Polonia si sono allineate a Bruxelles, rendendosi poco attraenti per gli investimenti cinesi. La Spagna, invece, ha preferito mantenere un profilo più neutrale, una strategia che le ha fruttato l’assegnazione della produzione del B10.
La casa automobilistica cinese, di cui Stellantis detiene una quota, ha deciso di investire 184 milioni di euro per allestire una nuova linea di produzione a Saragozza. Inizialmente, l’idea era di costruire la Leapmotor B10 in Polonia, ma le tensioni commerciali hanno spostato il baricentro a ovest.
Oltre alla produzione del B10, Leapmotor ha un piano ben preciso: entro il 2026 introdurrà in Europa veicoli con avanzati sistemi di guida autonoma, con un team di ricerca e sviluppo dedicato all’adattamento della tecnologia alle strade e alle normative del Vecchio Continente.
Mentre la Spagna si rafforza come hub per la mobilità elettrica col favore di Stellantis, l’Italia si ritrova con un pugno di mosche, incapace di attrarre investimenti e appesantita da un sistema produttivo poco competitivo.