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Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote: 60 anni per un remake ante litteram

Stile vintage e tecnologia moderna convivevano in questa reinterpretazione di una vettura mitica.

Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote
Foto R. Scelsi

L’Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote non è un’auto conosciuta dal grande pubblico, ma le sue linee sono familiari, perché si ispirano a quelle della gloriosa 6C 1750 Gran Sport Spider Zagato degli anni trenta. Questa spider a due posti secchi, con carrozzeria in alluminio e cerchi a raggi, può essere considerata un’antesignana dei moderni remake, oggi tanto in voga nell’universo automobilistico. Ripropone, infatti, un look storico, abbinato a contenuti tecnici e ingegneristici attualizzati al tempo della nascita, datata 1965. Il ciclo produttivo andò avanti per un paio di anni, dando vita a 82 esemplari della specie.

Si tratta di un’auto davvero compatta, perfetta per muoversi con agilità sulle strade collinari, spesso sinuose nelle alchimie planimetriche, oltre che scarsamente dimensionate sul fronte della carreggiata. Queste le misure: 3670 mm di lunghezza, 1620 mm di larghezza, 1430 mm di altezza e 2600 mm di passo. L’interesse generoso, anche in termini assoluti, serve a garantire un buon livello di stabilità al modello. Pur trattandosi di una specie di replica, ha una sua dignità, non paragonabile comunque al prezioso lignaggio dell’antesignana.

L’Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote, oggi sessantenne, nacque nel solco della prima ondata di remake automobilistici, frutto di un vento nostalgico, in un’epoca in cui però la creatività non accusava il fiato corto come ai nostri giorni, dove dal passato si prende ciò che non si riesce a partorire oggi. Fu una moda passeggera, ma ebbe il suo seguito.

A determinare la nascita della vettura di cui ci stiamo occupando fu l’imprenditore Gianni Mazzocchi, noto esponente dell’editoria italiana, cui si deve la fondazione della rivista Quattroruote. Lui, con la complicità di Zagato, riuscì a spingere la casa del “biscione” a produrre in piccola serie questa spider ispirata alla leggendaria 6C 1750 Gran Sport Spider Zagato, di cui è una sorta di riedizione aggiornata ai canoni del tempo. Le linee non imitano in carta carbone quelle della musa ispiratrice, ma ne traggono ossigeno creativo in modo abbastanza palese.

Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote
Foto R. Scelsi

Sotto il cofano anteriore dell’Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote, che si erge ad elemento dominante del suo stile, pulsa un motore a 4 cilindri in linea da 1570 centimetri cubi, derivato da quello della Giulia. Eroga 112 cavalli a 6.500 giri al minuto, su un peso di 750 chilogrammi. Il vigore energetico giunge a terra, sulle ruote posteriori, tramite un cambio manuale a 5 rapporti. La velocità massima si spinge verso i 155 km/h. Resta di taglio classico l’impianto frenante, ancora a tamburo. Un dazio dovuto all’impronta classica voluta dagli autori, almeno per quanto riguarda ciò che è visibile dall’esterno. Le sospensioni sono a ruote indipendenti sull’asse anteriore e a ponte rigido su quello posteriore.

Ovviamente, anche per l’Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote, come per la vettura cui si ispira, la costruzione venne affidata a Zagato. Per una serie di ragioni, legate soprattutto al prezzo di listino elevato e alla contemporanea presenza, nel catalogo del “biscione”, di altre scoperte più moderne e appetibili, questa spider a due posti secchi non spiccò il volo sul piano commerciale. Pochi gli esemplari prodotti. Non che le aspettative fossero alte, trattandosi di un’auto in tiratura limitata, ma qualche unità in più forse avrebbe fatto rientrare i numeri in un target più accettabile. Oggi quella rarità estrema (e non cercata) può fare la differenza nel mercato collezionistico.