Breve viaggio alla scoperta del modello che a cavallo degli anni 2000 insieme alla 147 rilancia per stile e appeal il brand Alfa Romeo. Stiamo parlando della 156, ancora oggi una della Alfa Romeo dalla linea più apprezzata.
La mission: riconquistare gli Alfisti
Gli anni ’90 furono il tempo dalla Alfa Romeo 155 una berlina 3 volumi che si trovò al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sostituiva la 75, l’ultima Alfa a trazione posteriore. Dagli affezionati del marchio la 155 fu tacciata di troppa condivisione con il parallelo universo FIAT. Condivideva il pianale con TIPO e TEMPRA, era a trazione anteriore e fu la prima Alfa a non esser più prodotta nella amata Arese bensì a Pomigliano d’Arco. L’alfista si sentì tradito, la 156 doveva chiudere questa distanza e riavvicinare i Cuori Sportivi al marchio Alfa.
Walter da Silva porta un nuovo stile
La battaglia atta a riconquistare i consensi del pubblico viene vinta con una strategia a doppio fronte, Stile e Handling.
Walter da Silva , aveva già ottenuto consensi in Alfa Romeo dando la forma a GTV , Spider e 145 ma ottiene con 156 la vera ribalta internazionale. la vettura nasce in configurazione berlina 3 volumi, è di dimensioni compatte perfettamente armonizzate da una linea tondeggiante e dolce con raccordi ad ampio raggio in forte contrapposizione alla spigolosità del precedente family feeling così poco apprezzato. – 155,145,146. La stessa armonia si può dire regni negli gli interni dove le linee che disegnano il cruscotto sono elegantemente tracciate intorno al guidatore. Esso può contare su una plancia con parte della strumentazione orientata verso il pilota, una finezza che genera un ambiente particolarmente ergonomico.
Una novità importante, ripresa ancora oggi da altre case automobilistiche, è la posizione delle maniglie delle portiere posteriori camuffate e integrate nella linea ideale che chiude i finestrini con i montanti. L’idea, tesa a allungare il profilo della vettura, piace e grazie alla perfezione delle proporzioni fa sembrare la 156 una sportiveggiante coupè. Solo nel 2000 la 156 sarà proposta in versione SW. I suoi stilemi rimarranno intatti dando vita ad un modello ben definito chiamato Sportwagon.
Senza la trazione posteriore viene svolto un lavoro straordinario sulle sospensioni per ricercare la piacevolezza di guida desiderata dall’Alfista. Ora il sistema di sospensione è a 4 ruote indipendenti, che per parecchio saranno all’interno del gruppo FIAT una esclusiva delle Alfa Romeo. All’anteriore c’è uno schema quadrilatero alto e al ponte posteriore una soluzione MacPherson. In secondo luogo all’interno di quel complesso lavoro di ricerca dell’handling, il telaio viene reso più leggero regalando quella guidabilità e quel feeling che era richiesto di rigore e senza compromessi ad un Alfa Romeo.
L’INNOVAZIONE: MOTORI E ASSEMBLAGGI
La 156 non è solo una vettura che ha fatto la storia dell’automobile, possiamo dire che l’ha cambiata. Se negli assemblaggi di alcune parti interne la 156 è stata all’avanguardia nel senso che per prima utilizza componenti in magnesio – dal supporto plancia, all’anima dello sterzo, al telaietto dei sedili – nella produzione di larga scala in campo motoristico invece è autrice di una vera e propria rivoluzione.
Nel 1997 è la Alfa Romeo 156 ad introdurre la tecnologia Commonrail. Insieme a Mercedes Benz , Alfa Romeo si pone al vertice della tecnologia automobilistica sulla scena mondiale anticipando tutte le altre case che in seguito adotteranno la medesima soluzione.
Il sistema è costituito da due pompe in successione, una a bassa ed una ad alta pressione con uno spazio comune di accumulo alta pressione- il rail- con pressione ed iniettori comandati elettronicamente. Il sistema permette di gestire indipendentente la gestione della pressione e i tempi dell’iniezione permettendo al motore diesel di essere su strada ciò che oggi conosciamo. Il sistema fu brevettato con una sigla famosa poi a tutti, l’acronimo JTD ( uniJet Turbo Diesel). Dal 2004 il sistema si evolve in Multijet dove vengono impiegate 4 valvole per cilindro che permettono una iniezione multipla di gasolio ad ogni combustione aumentando le prestazioni ma migliorano i consumi.
V6 Busso l’ultima firma
Nelle motorizzazioni diesel e benzina prima Twin Spark poi JTS la 156 è una vettura di classe media con una spiccata derivazione sportiva. Se parliamo di vertice della gamma però la 156 è l’ultima grande Alfa Romeo motorizzata da Giuseppe Busso, per 30 anni una delle persone più importanti all’ interno del marchio.
Qui la tradizione vince su ogni considerazione commerciale e la 156 viene equipaggiata du un motore 6 cilindri 2.5 da 190 Cv e da un V6 3.2 da 250 CV per la super sportiva GTA.
Giugiaro uno sguardo al Futuro
Alla fine del 2003 la 156 necessita di essere ringiovanita e Giugiaro viene chiamato per intervenire sulla vettura. Il muso ora ha un generoso scudetto abbinato a linee, sempre all’anteriore, più tese e sportive. Giorgietto Giugiaro anticipa ciò che sarà la sua successiva 159 dando ai fari un disegno più teso ma soprattutto al loro interno una separazione tra i gruppi ottici, elementi che matureranno proprio su 159.
La 156 nelle corse
La 156 è stata l’ultima Alfa Romeo impiegata ufficialmente dalla casa nelle grandi competizioni sportive, in cui ha saputo distinguersi con tante vittorie.Dal 2000 al 2004 conquista quattro volte il Campionato Europeo Turismo prima con Fabrizio Giovanardi e poi con Gabriele Tarquini.
Nel 2005 il campionato europeo diventa il mondiale che oggi conosciamo il WTCC. Nonostante gli anni del progetto nella prima edizione la 156 riesce a combattere ad armi pari con le avversarie più giovani fino alla fine del campionato dove conquista una straordinaria seconda posizione. Questa però è un’altra storia che merita uno spazio tutto suo. Continuate a seguirci.