L’ipotesi di un aumento delle accise sul gasolio, definito riallineamento dal governo Meloni, con la sostanza che del resto non cambia, sta agitando non poco l’opinione pubblica. Soprattutto considerando che l’attiale Presidente del Consiglio aveva condotto la sua campagna elettorale promettendo che una volta al governo avrebbe tolto le accise.
Dopo la prima beffa dello scorso anno, quando ad essere tolto fu il precedente taglio alle accise operato dal governo guidato da Mario Draghi, ora rischia di arrivare la seconda legnata, non meno beffarda della prima. Il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2020, infatti, mette nero su bianco ciò che l’esecutivo cerca di smentire. Al suo interno si parla infatti di riallineamento delle accise gravanti su benzina e diesel. Che tradotto in parole povere, significa semplicemente che le accise sul gasolio saranno innalzate per parificarle a quelle sulla benzina.
Accise sul gasolio, una vicenda che rischia di diventare kafkiana
I politici italiani, notoriamente, non brillano per coerenza. La vicenda delle accise, però, rischia di deflagrare letteralmente, considerato l’ormai celebre video in cui Giorgia Meloni le denunciava come impossibili da digerire, promettendone l’eliminazione una volta al governo.
Ora che lo guida, il governo, la leader di Fratelli d’Italia sembra non solo essersi scordata di quella promessa, ma addirittura fulminata sulla via di Damasco. Tanto da preparare l’ennesima legnata a danno degli automobilisti, sia quelli che l’hanno votata che gli altri. Anche se sarà difficile verificare l’esistenza del mal comune che si trasforma in mezzo gaudio, per l’occasione.
La vicenda rischia di diventare in effetti kafkiana. L’ipotesi di un innalzamento dell’accisa sul gasolio è infatti emersa nei giorni scorsi in seguito alla pubblicazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 trasmesso dalla presidenza del Consiglio alle Camere il 28 settembre. Se l’opinione pubblica l’ha subito interpretata come un rincaro, il centrodestra ha a sua volta cercato di intorbidare le acque. Tanto da affermare che non si tratta di un rincaro, ma di un riallineamento. Si può già immaginare la consolazione per gli automobilisti che si recheranno alla pompa e si troveranno a pagare di più ogni litro di gasolio.
Accise sul gasolio, secondo l’Unem comporterà un aggravio di 13,5 centesimi al litro
La cortina di fumo lanciata dal governo si è addirittura lanciata in una ardita accusa da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), secondo cui sarebbe “fuorviante” la notizia di un aumento delle accise sul gasolio. Anzi, l’esecutivo intende “utilizzare il riordino delle spese fiscali in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina […]”. Naturalmente, però, non dice se il riallineamento avverrà abbassando quelle gravanti sul gasolio o tramite il loro innalzamento al livello di quelle sulla benzina.
Stranamente, però, tutti hanno capito che l’ipotesi sul tavolo è la seconda. Ergo, il gasolio aumenterà, con tutto ciò che ne consegue non solo a livello di bilanci domestici, ma anche di trasporti. Com’è noto, infatti, le merci in Italia viaggiano su gomma e l’aumento del gasolio si tradurrà in rincari delle stesse.
Tra coloro che hanno inteso il tutto alla stregua di un rincaro, c’è anche l’Unem, ovvero l’Unione Energie per la Mobilità, l’associazione che raccoglie i petrolieri italiani. Il quale non ha mancato di lanciare l’allarme sui rincari dovuti a un possibile aumento dell’accisa del gasolio, nel caso in cui l’allineamento delle attuali aliquote si traducesse nell’equiparazione con quella della benzina.
Secondo l’associazione infatti, un provvedimento di questo genere genererebbe un aumento immediato dei prezzi al consumo del diesel di 13,5 centesimi al litro. Andando a gravare, sempre secondo le sue stime, in quasi due miliardi di euro sul bilanci familiari, circa 70 euro all’anno. Senza contare naturalmente l’effetto sui prezzi delle merci trasportate.
Insomma, l’ennesima stangata la quale arriva in un momento delicatissimo, con l’inflazione che viaggia sempre su livelli elevati, mettendo in difficoltà soprattutto gli strati popolari. Sembra difficile che chi si ritroverà a pagare di più possa consolarsi pensando che non si tratta di un rincaro, ma di un riallineamento.