Si avvicina la data dell’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi emessi dall’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. A meno che non si verifichino novità, per effetto delle trattative in atto con Pechino, il prossimo mese di novembre saluterà l’avvio delle nuove tariffe per i veicoli green provenienti dal gigante asiatico.
La domanda che si fanno molti, interessati ai prezzi ancora favorevoli dei veicoli prodotti dalle case del Dragone, è naturalmente inerente agli effetti che i dazi aggiuntivi avranno sui prezzi. Com’è noto, infatti, grazie alla decisione della Commissione Europea questi modelli potrebbero essere gravati di tariffe sino al 45%, tali quindi da poter impattare sui prezzi di vendita. A quanto sembra, però, almeno per il momento le case cinesi non sembrano intenzionate a rivalersi sui consumatori.
Dazi UE: almeno per ora i prezzi non saliranno
Le case automobilistiche cinesi stanno cercando di rassicurare la propria clientela: almeno per il momento, i dazi non influiranno sui prezzi dei modelli in vendita lungo il continente europeo. Rassicurazioni che vanno prese naturalmente con le dovute cautele, ma che sembrano rispondere ad esigenze di penetrazione sul mercato continentale le quali potrebbero essere privilegiate rispetto ai profitti, almeno nel breve periodo.
A rassicurare i consumatori hanno provveduto per il momento solo BYD e MG, ma non è azzardato pensare che anche altri marchi del gigante asiatico la pensino allo stesso modo, considerata la capacità di fare sistema dei cinesi. Naturalmente si tratta di rassicurazioni che vanno prese per quello che sono, in prospettiva, considerato che dover far fronte a dazi sino al 45% diventa difficilmente sostenibile già nel medio periodo senza una ricaduta sui prezzi di listino.
La prima reazione alla votazione di Bruxelles è arrivata da BYD, il secondo marchio globale nel settore delle full electric. La casa ha infatti dichiarato a Reuters che per il momento non ha alcuna intenzione di aumentare i prezzi dei suoi modelli in Italia e nel resto del continente. Aggiungendo che questa risoluzione è valida almeno fino alla fine dell’anno. In seguito sarà però necessario fare riferimento all’esistenza o meno dei dazi aggiuntivi.
Altra società che si è espressa in tal senso è MG, l’azienda che gravita nell’orbita di SAIC che, per inciso, è quella colpita dal più alto aumento dei dazi nel novero delle case automobilistiche che importano auto completamente elettriche dalla Cina. I veicoli elettrici di MG, infatti, saranno soggetti a una nuova tariffa del 35,3%, in aggiunta all’attuale del 10%, ove la situazione persistesse per il prossimo quinquennio.
MG è al momento il marchio cinese più apprezzato dai consumatori europei. Vanta infatti 159.387 immatricolazioni nei primi otto mesi dell’anno, stando ai dati pubblicati da Dataforce, nota società dedita alle ricerche di mercato. Occorre anche sottolineare che la maggior parte delle sue vendite europee riguarda auto con motore a combustione interna, ibride o ibride plug-in, le quali non sono coinvolte negli aumenti tariffari.
La filiale francese di MG Motor, ha già fatto sapere di giudicare eccessivi i nuovi dazi, aggiungendo comunque che gli stessi non avranno ricadute immediate sui prezzi dei suoi veicoli elettrici in Francia, nell’anno in corso. Come del resto non saranno ritoccati i listini italiani. La stessa casa fa comunque sapere che i prezzi saranno decisi mese dopo mese.
Le trattative proseguono ad oltranza
Le affermazioni di BYD e MG, cui potrebbero presto seguirne altre, si vanno a calare in un momento in cui UE e Cina continuano a trattare ad oltranza. Bruxelles si trova peraltro in una posizione non proprio comodissima, considerata l’opposizione della Germania e la spaccatura verificatasi in sede di votazione.
Senza considerare che, come al solito, i dazi si dimostrano uno strumento complicato da maneggiare, in un mondo sempre più globalizzato. Tanto da andare a colpire non solo i produttori cinesi, ma anche quelli europei che hanno delocalizzato in Cina, per avere teste di ponte sul più grande mercato mondiale.
Il caso limite ricordato da molti in queste ore è quello rappresentato dalla Tavascan, il nuovo modello che Cupra produce nell’impianto Volskwagen di Hefei. Coi dazi aggiuntivi la sua produzione potrebbe essere messa a rischio, comportando un danno elevatissimo per l’azienda.
Mentre Volvo, altra casa europea in ballo, potrebbe rimediare a quanto sta accadendo spostando la produzione della EX30 dalla Cina al continente europeo. In particolare, il sito individuato all’uopo è quello di Ghent, in Belgio, ove la produzione del modello potrebbe iniziare nella prima metà del nuovo anno.
Il problema maggiore potrebbe quindi essere per i marchi che vedono molto in Cina, considerate le ritorsioni già prospettate da Pechino. A partire da Volkswagen, BMW e Mercedes, le cui vendite dipendono per circa un terzo proprio dal mercato cinese. Cosa che spiega al meglio la posizione contraria di Berlino sui dazi UE.