Paese che vai, spauracchio che trovi. Per molti automobilisti, in particolare quelli più indisciplinati, la tecnologia applicata alla sicurezza stradale rappresenta una sorta di incubo. Se in Italia è l’Autovelox a suscitare una marea di polemiche, soprattutto a causa del suo uso improprio come mezzo di sostentamento degli enti locali, in Spagna è un nuovo radar, installato in Galizia sull’autostrada PO-340 tra le località di Tui e Gondomar, a convogliare il timore degli utenti stradali.
Sicurezza, il radar installato in Galizia fa discutere non poco
Chi pensa di averle ormai viste tutte, in fatto di radar, è destinato a ricredersi, pensando a quanto sta accadendo in Spagna. Ove la tecnologia sta intraprendendo una nuova svolta, lanciando nuove apparecchiature in grado di costringere gli automobilisti a comportamenti virtuosi, per non essere stangati.
Se lungo il territorio iberico, sino a un paio d’anni fa era il Velolaser a destare preoccupazioni, soprattutto a causa della facilità con cui poteva essere sottratto alla vista dei conducenti, rivelandosi micidiale, ora per il settore degli strumenti di misurazione è arrivato il momento di un nuovo salto qualitativo. Collegato agli apparecchi di sezione, ovvero quelli che sono in grado di misurare la velocità su diversi chilometri. È il caso del nuovo radar installato in Galizia sull’autostrada PO-340 tra le località di Tui e Gondomar.
Un dispositivo effettivamente innovativo per alcune sue peculiarità: se, infatti, da un lato è in grado di calcolare la velocità media alla quale hanno circolato tutte le auto per un paio di chilometri di strada, in un tratto caratterizzato da velocità limitata, dall’altro può rilevare anche altre infrazioni.
Semplice, ma micidiale
Il suo funzionamento del nuovo radar è in effetti improntato alla massima semplicità: va a leggere la targa delle auto in entrata e in uscita dal tratto, rilevandone al contempo la velocità media. Dalla quale, in ultima analisi va a dipendere il destino del conducente.
Inoltre, disponendo di telecamere sia all’ingresso che all’uscita del tratto, chi è preposto alla sicurezza del tratto di strada in questione ha la possibilità di rilevare altre infrazioni, ad esempio se il conducente parla al cellulare, se gli occupanti indossano le cinture di sicurezza e persino i sorpassi in linea continua, notoriamente proibiti.
Un funzionamento tale da aver spinto gli automobilisti della Galizia a ribattezzare sui social network alla stregua di un vero e proprio super radar. Altra sua caratteristica è rappresentata dalla completa autonomia con cui opera. Una volta rilevata l’infrazione, infatti, il dispositivo provvede ad inviare la segnalazione al centro operativo di León.
Il suo aspetto da astronave, conferitogli dai pannelli solari disposti su un lato, si unisce ad una connessione Wi-Fi a Internet e Bluetooth fa capire l’elevato livello tecnologico che lo distingue. Testimoniato anche dalla possibilità di eseguire la manutenzione in modalità remota, che rende disponibili gli aggiornamenti software di cui necessita.
Presto anche in Italia?
Il nuovo radar operante in Galizia promette, o meglio minaccia, di rappresentare una vera e propria svolta in tema di sicurezza stradale. A differenza del classico Autovelox italiano, infatti, non va a colpire in un solo punto della strada ove viene posizionato, ma sovrintende alla correttezza delle operazioni di guida nel tratto che è chiamato a sorvegliare. Costringendo di fatto i conducenti a fare il massimo di attenzione sul tratto in questione.
In particolare, è in grado di colpire anche gli automobilisti più furbi, quelli che conoscendo l’ubicazione dell’Autovelox non fanno altro che rallentare in prossimità del dispositivo, per poi riprendere a correre dopo averlo oltrepassato.
Inoltre, proprio il fatto di non limitare il suo raggio di azione alla velocità, allargandolo invece a comportamenti che sono anche più pericolosi, come l’utilizzo dello smartphone alla guida, lo rende estremamente promettente per quegli enti locali che sono soliti, come in Italia, fare cassa con gli strumenti di sorveglianza. E chissà che proprio in Italia non si cominci a guardare con interesse al radar 3×1.