Aston Martin non sfugge alla regola prevalente, in questo momento, sul mercato automobilistico globale. Il marchio inglese, infatti, ha fatto registrare una perdita pari a 295 milioni di dollari nel corso dei primi nove mesi del 2024. Tale da attestare a 1,8 milioni di dollari al giorno le risorse finanziarie bruciate nell’arco temporale in esame. Le sue difficoltà sono state peraltro amplificate da quanto accaduto nel corso del passato mese di settembre, quando l’azienda ha dovuto tagliare le previsioni di produzione di circa un migliaio di veicoli. A spingerle la casa in tale direzione le interruzioni riscontrate nella catena di approvvigionamento e il calo della domanda sul mercato cinese.
Aston Martin: le difficoltà del mercato coinvolgono anche il brand inglese
Il mercato automobilistico globale si trova in un momento del tutto particolare. Il rallentamento originato dalla crisi economica in atto, si va infatti a sommare alla trasformazione del mercato, derivante dall’approccio istituzionale al problema della transizione verso una mobilità più rispettosa dell’ambiente.
Un quadro in cui un gran numero di case non riesce ad orientarsi al meglio, pagando un pesante dazio alla situazione creatasi. E Aston Martin non fa certo eccezione, in tal senso. Tanto da lasciare sul terreno, nei mesi da gennaio a settembre, ben 295 milioni di dollari. Una situazione finanziaria la quale è poi resa ancora più delicata dal fatto che il debito netto è aumentato del 50%. Si è infatti attestato a quota 1,57 miliardi di dollari, un livello tale da oltrepassare di circa il 40% l’intero valore di mercato della casa.
Per quanto riguarda il dato relativo alle vendite, Aston Martin lo ha visto ridursi nell’ordine del 17% rispetto a quello che era stato collezionato un anno fa. Le unità commercializzate sono infatti passate da 4.398 a 3.639, in linea del resto, o quasi, con un mercato sempre più asfittico. Ad essere particolarmente colpito dal trend negativo è stato il SUV sportivo DBX, che ha dato vita ad un vero e proprio crollo delle vendite pari al 52%. Se un anno fa rappresentava oltre la metà delle vendite dell’azienda, ora la sua quota si attesta intorno al 30%.
Non mancano, comunque, alcuni segnali positivi
Se il quadro generale risulta in effetti non molto incoraggiante, occorre anche sottolineare la presenza di alcuni segnali in grado di dare speranza per un futuro migliore. Nel novero, in particolare, rientrano le consegne delle auto sportive Vantage e DB12, che sono aumentate del 16% su base annua, grazie all’incremento della produzione della prima. A questo primo segnale se ne aggiunge poi un secondo, quello rappresentato dall’aumento messo a segno dalle vendite dei modelli “Specials”, a partire dalla Valour e dalla Valkyrie. La loro crescita si è attestata nell’ordine del 132%, pari a 90 veicoli.
A commentare il dato è stato Adrian Hallmark, l’amministratore delegato di Aston Martin, il quale ha ostentato ottimismo, non senza nascondere naturalmente le difficoltà attuali. Queste le sue dichiarazioni: “Il miglioramento delle performance finanziarie e operative nel terzo trimestre 2024 dimostra l’efficacia della nostra strategia”.
Per poi aggiungere: Siamo sulla buona strada per raggiungere le nostre previsioni riviste per l’intero anno 2024, che riflettono le azioni necessarie intraprese a settembre per adeguare i nostri volumi di produzione, data l’interruzione dei fornitori e il debole contesto macroeconomico in Cina”.
La speranza, non solo per il management di Aston Martin, è che con il nuovo anno siano rimosse almeno una parte delle incrostazioni che stanno zavorrando il mercato automobilistico mondiale. Un mercato reso complicato dal mutamento della domanda da parte dei consumatori, da una situazione economica incerta e dalle incertezze presenti nella catena degli approvvigionamenti.
Difficoltà che richiedono anche da parte di Aston Martin una elevata capacità di adattamento, in assenza della quale la casa potrebbe ritrovarsi ancora una volta in condizioni di forte difficoltà in un segmento di mercato, quello delle auto di alta gamma, che molto competitivo.