Un fenomeno senz’altro rivoluzionario è passato quasi inosservato nel trambusto statunitense, tra episodi politici e scontri istituzionali. Stiamo parlando dell’impennata della produzione di batterie negli Stati Uniti. Anche se la Cina resta il colosso indiscusso del settore, il Nord America sta registrando la crescita più rapida a livello globale in termini di capacità produttiva pianificata per le celle.
Nel 2025, ben 10 nuovi impianti entreranno in funzione, proprio mentre la Casa Bianca è occupata da un presidente scettico sul cambiamento climatico e ostile alle politiche di energia pulita. Le politiche di Trump potrebbero però minacciare questa crescita: il presidente ha già annunciato l’intenzione di eliminare i crediti d’imposta per i veicoli elettrici e di applicare dazi del 25% su auto e componenti importati da Canada e Messico. Queste misure, a questo punto, potrebbero mettere a rischio il futuro delle nuove gigafactory.
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General Motors, Hyundai, Kia, Honda e Ford hanno registrato vendite molto importanti di auto elettriche negli ultimi due anni, grazie agli incentivi statali e a convenienti offerte di leasing e finanziamento. Ora, con i fornitori pronti a produrre batterie su suolo americano, la dipendenza dalla Cina potrebbe ridursi drasticamente.
Nonostante le incertezze politiche, i numeri parlano chiaro. Secondo Benchmark Mineral Intelligence, i 10 nuovi impianti porteranno la capacità produttiva degli States a 421,5 GWh all’anno, quasi il doppio rispetto al 2024.
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Tra i protagonisti di questa trasformazione troviamo: Toyota, che ad aprile inaugurerà un impianto da 14 miliardi di dollari in Carolina del Nord per la produzione di batterie. C’è anche SK On, con tre stabilimenti in costruzione: due in collaborazione con Ford e uno con Hyundai. Non resta indietro neanche LG Energy Solution, che sta finalizzando due impianti, uno in Ohio, insieme a Honda, e un altro indipendente in Arizona. Ci sono poi Panasonic (Kansas), Samsung SDI e Stellantis (Indiana), Envision AESC (Kentucky) e Our Next Energy (Michigan), che stanno ultimando i loro stabilimenti.
Il boom della produzione locale di batterie potrebbe abbassare i costi, rendendo i veicoli elettrici più accessibili anche senza incentivi governativi. Come ha dichiarato un esperto del settore, siamo nel bel mezzo della “curva a bastone da hockey” dell’adozione dei veicoli elettrici, ovvero una crescita inizialmente stentata, seguita da un’impennata esplosiva.