La bolla speculativa che ha investito il mercato delle auto elettriche sta mostrando i suoi primi effetti negativi. A riguardo ne avevano parlato senza giri di parole anche eccellenti capi d’industria, tra cui il presidente di Toyota, Akio Toyoda, titubante sul potenziale delle BEV. Secondo l’alto dirigente, è sbagliato puntare esclusivamente su questa alimentazione. Un approccio diversificato, che includa anche l’idrogeno e altri sistemi rispettosi dell’ambiente, sarebbe più appropriato. La recente situazione in cui si trova Tesla sembra confermare il forte scetticismo.
Tesla, la guerra dei prezzi rischia di crearle parecchi problemi: l’impero traballa
Il caso più eclatante è stato quello di Hertz, che, dopo aver annunciato l’acquisto di 100.000 Tesla nel 2021, ha scelto di dismettere circa 20.000 esemplari nella sua flotta statunitense. Anche la multinazionale Sixt ha ridotto il 6% delle BEV nella sua flotta, eliminando completamente i modelli della Casa texana dall’offerta di noleggio. Inoltre, SAP ha escluso il costruttore dai suoi fornitori di auto per i dipendenti a causa delle fluttuazioni eccessive dei listini.
Tuttavia, la Casa texana ha avuto delle responsabilità nei dietrofront. In particolare, la guerra dei prezzi dichiarata da Elon Musk ha reso instabile il valore residuo delle Tesla, con costi di gestione e proprietà molto più elevati rispetto alle controparti endotermiche.
Anche Polestar non ha motivo di sorridere, visto che Hertz ha sospeso gli ordini anche per la divisione elettrica di Volvo ceduta ai cinesi di Geely. L’azienda scandinava deve trovare una soluzione, altrimenti rischia di scomparire. Nelle ultime settimane il colosso orientale lo ha chiarito: il debito di finanziamento che pende su Polestar dovrà essere saldato entro il 2025, altrimenti verranno adottati provvedimenti.
La situazione attuale solleva riflessioni su quali siano le prospettive future delle auto elettriche. Benché la Commissione Europea abbia disposto il divieto dei propulsori a combustione interna dal 2035, la diffusione delle BEV ha finora conosciuto alti e bassi. Un’altalena di emozioni che non ha risparmiato neppure Tesla, malgrado sia la leader del settore. Il rallentamento della crescita potrebbe danneggiare l’industria automobilistica in generale, con ricadute negative sull’occupazione e sull’economia.
La società a stelle e strisce si trova in prima linea nell’affrontare le conseguenze negative della bolla speculativa. È necessario ripensare il modello di business delle BEV, con un maggiore focus sulla sostenibilità anziché concentrarsi esclusivamente sulla questione ambientale. Raggiungere un equilibrio tra la spinta verso le full electric e la necessità di tutelare sia i consumatori sia le aziende è cruciale per garantire un futuro sostenibile.
L’anno prossimo, dalla Gigafactory di Shanghai, uscirà la Tesla Model 2, una BEV da 25.000 euro, che secondo Musk, costituirà una rivoluzione. Nel frattempo, Volkswagen proporrà allo stesso prezzo la ID.2, anticipata dal concept ID.2all.