Se calcassero un ring di boxe, sarebbero andate al tappeto già al primo round. È fiasco completo per le auto a idrogeno e non solo lungo la nostra penisola. Perché ok, l’Italia deve ancora accettare a pieno pure le vetture elettriche, figurarsi una nicchia del genere. Semmai ci sorprenderemmo se i veicoli H2 ricoprissero un ruolo chiave nell’industria nazionale. Oltretutto, le opzioni disponibili si contano sulle dita di una mano. E le sole due unità di immatricolazione fanno male. D’altro canto, lo scarso appeal suscitato è un fenomeno mondiale. Persino nei Paesi più evoluti stentano a prendere piede. E la decisione da poco annunciata in Danimarca ne è la più naturale conseguenza.
Auto a idrogeno: in questo Paese europeo non le ricaricheranno più
Correva il 2020 quando Everfuel si assicurò un sostanziale monopolio nella fornitura. All’epoca acquistò ogni distributore adibito nel territorio nazionale. Trascorsi tre anni, la compagnia sceglie di chiamarsi fuori. E lo rende noto attraverso il suo massimo esponente, l’amministratore delegato Jacob Krosgaard. Il top manager ha profetizzato un periodo stagnante nel comparto automotive ancora a lungo. Di conseguenza, hanno pensato di apportare degli accorgimenti alla rete commerciale e di chiudere le stazioni meno profittevoli. Seppur a malincuore, dati i disagi arrecati ai clienti e agli stessi dipendenti, hanno pensato di tagliare quest’area di business. Per quanto riguarda, invece, gli impegni presi in precedenza con i contratti di fornitura manterranno fede ai termini siglati.
E dire che Everfuel gode di buona salute. Nel secondo trimestre del 2023 ha concluso con 2,06 milioni di euro di guadagni, contro i 456 mila euro totalizzati nell’analogo periodo del 2022. A togliere il sorriso è proprio l’idrogeno, incapace di fare presa sul pubblico. Ci hanno provato finché è stato possibile, tuttavia i risultati lasciano parecchio a desiderare. Gli introiti relativi (provenienti dai distributori e non solo) sono stati di 282 mila euro nel Q2 del 2023, in crescita del 3 per cento su aprile-giugno 2022. Eppure, il lieve progresso non ha dissuaso dal dietrofront.
Per le auto a idrogeno è lecito, quindi, parlare di ennesima debacle. Gli stessi produttori dimostrano di credere poco nel relativo potenziale, tolte rare eccezioni, in primis Toyota. La Casa delle Tre Ellissi intende raggiungere la neutralità carbonica attraverso varie strade, ma finora nemmeno il suo forte peso commerciale è bastato a conquistare la clientela. Non si demoralizza, però, Hyundai-Kia, reduce dalla realizzazione del sistema di iniezione diretta di idrogeno, che fa dell’efficienza e della sicurezza i propri pregi principali.