Lo scetticismo sulle auto elettriche sembra all’improvviso aver squarciato il velo di conformismo che per anni ha caratterizzato la discussione sulla mobilità sostenibile. La vera e propria stasi che si è abbattuta sul mercato non ha soltanto spinto molte case a rivedere le proprie politiche, ma anche dato coraggio a coloro che magari non se l’erano sentita di essere messi alla berlina da un’opinione pubblica sin troppo entusiasta per la transizione verso modelli di trasporto più rispettosi dell’ambiente.
Tra coloro che, al contrario, il coraggio lo avevano avuto, c’è Akio Toyoda. Il presidente del consiglio di amministrazione di Toyota, nipote del fondatore e da sempre scettico sul full electric, non ha mai nascosto le proprie idee. E nel corso del Japan Mobility Show 2023, ha avuto gioco facile nel ribadire la giustezza delle proprie affermazioni. A renderlo tale i dati sulle vendite che provengono dal mercato statunitense, storicamente il più florido per i veicoli green
Auto elettriche, la rivendicazione di Akio Toyoda
Akio Toyoda non è ricorso a giri di parole per indorare la pillola. Ha infatti affermato, a margine della kermesse nipponica: “Finalmente la gente sta iniziando a percepire la situazione per quella che è realmente. Che ci sono molte strade per arrivare in cima alla montagna della neutralità alla CO2. Se le leggi sono articolate solo in modo ideologico a patire maggiormente sono i consumatori, le persone normali”.
Dopo la prima stilettata, Toyoda ha concluso il suo intervento ricordando: “Il calo della domanda di auto elettriche è la dimostrazione che la spina non rappresenta l’unica strada per il futuro dell’industria automobilistica. La forza di Toyota arriverà dalla sua esperienza decennale e dai fallimenti del passato”. Parole che analizzano alla perfezione quanto sta accadendo.
Molte case, infatti, proprio in queste ore stanno rivedendo i propri piani. Come sta facendo ad esempio Audi, che per bocca di Marc Lichte, capo del design, ha fatto sapere che per le RennSport non cesserebbe la produzione delle versioni con motore a scoppio.
Una posizione del tutto diversa da quella che era stata resa pubblica da Markus Bernhard Duesmann, il presidente del Consiglio di Amministrazione, nel 2021. All’epoca aveva dichiarato che l’ultimo modello di Ingolstadt dotato di un motore non elettrico sarebbe stato prodotto nel 2026. Dopo quell’anno, la casa dei quattro anelli si sarebbe dedicata esclusivamente alle auto ecologiche. A quanto sembra, non sarà così.
Una situazione preoccupante, per le auto elettriche
Le parole di Toyoda vanno considerate alla luce di una situazione la quale inizia a preoccupare non poco le case automobilistiche. Dopo il crollo fatto registrare dalle auto elettriche in Gran Bretagna nel mese di settembre, -14% a fronte di un +21% del settore preso nel suo complesso, ora sono i dati degli Stati Uniti a versare sale nelle ferite.
Basta in effetti vedere quanto sta accadendo a Tesla, per capire meglio. La casa californiana, infatti, ha pubblicato una trimestrale che ha evidenziato il fallimento degli obiettivi indicati all’inizio dell’anno. Il dato complessivo è stato giudicato con estrema severità dai mercati finanziari, con il titolo che è stato costretto a lasciare svariati punti percentuali sul terreno.
Un trend che, del resto, è comune a tutte le case. A partire dai marchi storici di Detroit, Ford e General Motors, che hanno dovuto sospendere la produzione di auto elettriche per non ritrovarsi intasati i piazzali di vendita. E non è andata meglio ai nuovi brand, costretti anch’essi a prendere atto di una situazione del tutto diversa da quella che si prospettava qualche mese fa.
Con tutta evidenza, nel pieno di una crisi economica derivante dai tassi d’interesse troppo alti, le famiglie stanno riconsiderando le proprie scelte d’acquisto. E nelle nuove i veicoli ecologici, coi loro costi esorbitanti, sono destinati a perdere appeal, soprattutto nelle classi popolari e in un ceto medio che non naviga nell’oro.
Toyota, una strategia molto complessa
La stessa Toyota, del resto, sembra aver preso atto da tempo della necessità di non legarsi mani e piedi al full electric. Se ha lanciato un piano estremamente articolato per le auto elettriche, ha comunque deciso di tenersi aperte altre porte. Non solo domina il mercato globale con le vetture ibride, ma non tralascia neanche idrogeno, e-fuel e biocarburanti.
La ratio di questa strategia è da ricercare proprio nella complessità del mercato delle auto elettriche. Un ambito in cui occorre tenere presente la concorrenza portata non solo da Tesla, ma anche dalle case cinesi. Queste ultime, in particolare, possono contare su una serie di assi nella manica che potrebbero permettergli di dominare il mercato mondiale nei prossimi decenni.
La loro capacità di fare sistema, infatti, si traduce in una rendita di posizione difficilmente scalfibile. Le case giapponesi sembrano intenzionate ad accettare la sfida, ma l’esito potrebbe non essere quello preventivato. In questa situazione, precludersi strade alternative sarebbe una follia.