Auto elettriche cinesi crollano in Europa, la tutela dei marchi europei potrebbe tramutarsi in un autogoal ambientale

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A pagare il conto è soprattutto MG, il marchio inglese detenuto da SAIC
Aiways U5

I produttori cinesi di auto elettriche hanno perso terreno in Europa per il terzo mese consecutivo. Un dato che è stato interpretato come il segnale del fatto che l’aumento dei dazi sulle importazioni sta danneggiando le loro vendite.

A fornire i dati in questione è Dataforce, specificando che nel mese di settembre i marchi cinesi hanno conseguito una quota pari all’8,5% delle consegne di veicoli elettrici in Europa, in calo di oltre un punto rispetto al 9,6% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Oltre un punto percentuale in meno per le auto elettriche cinesi, in Europa, a settembre

Secondo Dataforce, a registrare il dato peggiore in assoluto, tra i marchi di Pechino e dintorni, è stata la divisione MG di SAIC, che ha dovuto lasciare sul terreno il 28% delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2023. Proprio la MG, marchio britannico ora detenuto dall’azienda cinese, è quello che ha ricevuto i dazi più elevati, essendosi rifiutato di collaborare all’indagine dell’UE. Al precedente 10% si è infatti aggiunto un ulteriore 35% che ne ha penalizzato fortemente le vendite.

BYD e2

I cali in questione hanno avuto inizio nel passato mese di luglio, proprio in corrispondenza con la decisione presa dall’Unione Europea di introdurre dazi provvisori sui veicoli elettrici fabbricati in Cina. Per effetto di questa decisione, le tariffe per l’importazione degli stessi potrebbero arrivare anche al 45%.

Da quel momento sono iniziate trattative che non sono però, almeno sino ad oggi, sfociate in risultati positivi. Le nuove tariffe sono quindi entrate in funzione questa settimana, anche se l’UE ha deciso per ora di non passare alla riscossione dei dazi provvisori. Mentre i funzionari dell’Unione si sono recati a Pechino in un ultimo disperato tentativo di trovare una soluzione, stando a quanto riferito da Bloomberg News nella giornata di ieri.

Cosa farà ora BYD?

SAIC, che sino a qualche mese fa rappresentava il leader indiscusso tra i marchi cinesi in Europa, si vede ora esposta alla concorrenza sempre più forte di BYD, azienda che sta conquistando consensi sempre crescenti, anche in termini di reputazione.

Nonostante le tensioni commerciali ancora esistenti tra Cina e UE, il più grande produttore cinese di veicoli elettrici e ibridi ha deciso di assumere dirigenti locali e progettare fabbriche nel vecchio continente. In particolare, BYD ha individuato l’Ungheria come testa di ponte per la conquista del mercato europeo, premiando il pragmatismo di Viktor Orban, che ha deciso di spalancare le porte del Paese ai brand di Pechino.

Secondo Dataforce, a settembre le immatricolazioni di BYD in Europa sono aumentate di quasi il 200% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 5.007 veicoli. Un trend che dovrebbe proseguire anche nell’immediato futuro, considerato come l’azienda non sembri intenzionata a spostare il peso delle nuove tariffe sui consumatori.

Auto elettriche cinesi, la reazione di Pechino

Occorre peraltro sottolineare cime tutti i veicoli elettrici prodotti in Cina siano soggetti alle nuove tariffe, compresi quelle dei marchi occidentali che avevano delocalizzato nel gigante asiatico. Le principali case automobilistiche europee hanno evidenziato grande fastidio di fronte all’imposizione dei nuovi dazi. Con i marchi tedeschi in prima fila, in questo atteggiamento, tanto da spingere il governo di Berlino a votare contro la decisione presa dalla Commissione Europea.

La Cina non è comunque restata a guardare, imponendo dazi sui distillati prodotti in Europa diretti al mercato locale. Mentre altre misure sono attese nel caso dovessero fallire del tutto le trattative ancora in atto, Nel frattempo, però, il governo di Pechino ha chiesto alle aziende cinesi di non investire in Europa.

Wuling Binguo

A darne notizia è stata la Reuters, indicando il 10 ottobre come data di un incontro sul tema al Ministero del Commercio. Nel corso del quale è stata avanzata una richiesta che, stando ai costumi locali, equivale ad un vero e proprio ordine. Tra i primi a rimetterci l’Italia, che ha visto tramontare l’ipotesi di un arrivo di Dongfeng in Piemonte.

Le vendite di auto elettriche sono cresciute a settembre

Le vendite totali di veicoli elettrici a batteria sono comunque aumentate del 13% a settembre, attestandosi a 212.631 unità, a settembre, secondo i dati di Dataforce. Un dato in controtendenza rispetto al -4,4% fatto registrare dal mercato nel suo complesso.

A contribuire fortemente al dato è stato il Regno Unito, ove le consegne di veicoli elettrici sono aumentate del 25%, arrivando a 56.524 unità. Un risultato reso possibile dai cospicui sconti praticati dalle case automobilistiche sui veicoli elettrici, dovuti al desiderio di conformarsi agli obblighi di vendita degli stessi stabiliti dal governo.

Anche in Germania, le vendite di veicoli elettrici sono aumentate dell’8,9%, ma occorre ora capire se i dazi possano frenare gli acquisti di auto elettriche cinesi. Ove accadesse, a livello ambientale si rivelerebbero alla stregua di un boomerang, considerato come si tratti dei modelli più convenienti presenti sul mercato.

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