In Europa, la crescente domanda di veicoli elettrici è stata incentivata dalle case automobilistiche cinesi, le quali avrebbero notevolmente rincarato i prezzi dei loro modelli esportati.
Infatti, secondo un recente report di Reuters, alcuni colossi cinesi come BYD farebbero pagare agli europei un prezzo per alcuni modelli addirittura più del doppio rispetto al mercato interno.
La strategia dei profitti massimi e la concorrenza sul mercato interno cinese
Si tratta di una strategia che mira di fatto all’aumento progressivo degli utili e al rafforzamento della concorrenza nel mercato interno cinese.
Perché le case automobilistiche cinesi utilizzano questa strategia? La risposta è semplice: massimizzare i profitti. Nel mercato cinese, il settore dei veicoli elettrici è saturo e la concorrenza è agguerrita, con prezzi che scendono vertiginosamente. Naturalmente, per contrastare questa tendenza, le case automobilistiche cinesi devono puntare altrove. Di conseguenza, spostano i loro profitti sui mercati esteri, che presentano una domanda elevata e i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più alto.
Come riporta Reuters, BYD, leader del settore, è un esempio significativo di questa strategia. L’esempio più palese è il suo modello Atto 3 viene venduto in alcuni mercati europei con una maggiorazione dal 81% al 170% rispetto al prezzo cinese.
Anche altri modelli, come Dolphin e Seal, godono di un notevole rincaro. Prendendo l’analisi di vendita in Germania, i prezzi delle BYD Dolphin possono arrivare a costare fino a quattro volte di più rispetto ai modelli cinesi, con un aumento che varia dal 39% al 178%. Un singolo modello tedesco può superare il prezzo cinese di oltre $20.000. Le Seal presentano una situazione simile, con aumenti di prezzo che oscillano dal 30% al 136% in Germania. Confrontando questo con Tesla, la Model 3 prodotta in Cina viene venduta in Germania con un sovrapprezzo di appena il 37%. Insomma, sembra proprio che la strategia di BYD mira a una differenziazione notevole dei prezzi a seconda del mercato.
In genere è cosa consueta che le case automobilistiche applichino prezzi diversi per lo stesso modello o per versioni simili quando vengono vendute sul mercato estero. Tuttavia, secondo Sam Fiorani, vicepresidente di AutoForecast Solutions per le previsioni globali, gli innalzamenti di prezzo adottati da BYD sui mercati esteri sono decisamente insoliti. Come spiega Fiorani, i prezzi dei prodotti venduti a livello globale tendono a essere simili. Nel caso di BYD, le differenze in termini di prezzo si devono in parte alla forte concorrenza nel mercato cinese, essendo il più grande mercato automobilistico del mondo, che vede decine di marchi di veicoli elettrici competere tra loro. Ne è un esempio la berlina elettrica Seagull, che viene venduta a meno di 10.000 dollari in Cina.
Il mercato automobilistico cinese: tariffe basse, conquiste aggressive e interrogativi sul futuro
Ciononostante, cresce un interrogativo. Ma come riescono le case automobilistiche cinesi a mantenere i prezzi così bassi sul mercato interno? In questo caso, la risposta sta nell’efficienza della produzione e nei minori costi di approvvigionamento. I produttori cinesi infatti sono riusciti a ottimizzare la produzione di batterie e componenti, beneficiando anche di terreni finanziati dal governo, di manodopera a bassissimo costo e infine di tariffe energetiche più convenienti.
Bisogna tenere in conto che le batterie in Cina hanno un costo inferiore rispetto al resto del mondo, ovvero circa il 18% in meno. Infatti, aziende come BYD realizzano le proprie batterie e ottengono sconti sui materiali.
Da un’analisi del mercato automobilistico emerge che le case produttrici cinesi stanno acquisendo quote di mercato grazie a una strategia di prezzi mirata. Infatti, i loro veicoli sono offerti a un prezzo leggermente inferiore a quello dei marchi europei, pur offrendo una dotazione di serie più ricca e tecnologie all’avanguardia. Questa combinazione rappresenta un notevole vantaggio competitivo per i produttori cinesi.
Anche tenendo conto dei costi di spedizione, i prezzi finali dei veicoli elettrici cinesi sono inferiori a quelli europei, generando un significativo profitto per unità venduta. Tale margine di profitto è il risultato di una catena di produzione efficiente che consente di ottimizzare i costi in ogni fase, dalla produzione delle batterie all’estrazione delle materie prime.
Si tratta quindi di una strategia che può essere definita “aggressiva” e che sicuramente riesce a pesare sui produttori europei, che si trovano ad affrontare una concorrenza sempre più agguerrita. Di fatto, i prezzi gonfiati dei modelli cinesi potrebbero invogliare i consumatori europei a orientarsi verso alternative più economiche, compromettendo le quote di mercato dei produttori tradizionali.
E il futuro come si presenterà? È difficile dirlo con certezza. In Europa le case automobilistiche potrebbero cercare di rispondere con riduzioni di prezzo, ma questo potrebbe mettere a rischio la loro redditività. Alternativamente, potrebbero concentrarsi sui segmenti di mercato più pregiati, dove i consumatori sono meno sensibili ai prezzi.
Un dato è certo: il mercato dei veicoli elettrici in Europa si sta evolvendo e i costruttori cinesi stanno giocando un ruolo chiave in questo cambiamento. Il loro obiettivo di incrementare i profitti sta sfidando i produttori europei dell’elettrico, chiamati ad abituarsi rapidamente per sopravvivere in questo nuovo panorama competitivo.