Auto elettriche: governo Cinese, meglio non investire in Europa

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Auto elettriche, il governo cinese sconsiglia le case automobilistiche locali dall’investire in Europa
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La Cina si trova a dover fronteggiare l’attacco mosso dai Paesi occidentali sotto forma di dazi. Barriere commerciali messe con il pretesto dei sussidi concessi dal governo di Pechino alle proprie aziende e a quelle occidentali che decidono di produrre le proprie auto elettriche lungo il territorio del gigante asiatico.

Si tratta però di ostacoli visti con grande fastidio dalla Cina e non a torto, probabilmente, visto che dall’altra parte non si lesina di certo con gli aiuti alle imprese. Senza i quali le auto elettriche resterebbero tristemente parcheggiate sulle piazzole, a causa dei prezzi proibitivi che ancora le caratterizzano.

Ora, però, sembra che la pazienza del Paese del Dragone volga al termine. Tanto da invitare le case locali a serrare i ranghi e fare fronte comune contro gli avversari. Andiamo a vedere come.

Auto elettriche: la Cina invita le proprie aziende a evitare investimenti in Europa

Naturalmente non è dato sapere il tono con cui il governo cinese si è rivolto alle proprie aziende dedite alla produzione di auto elettriche. Le indiscrezioni circolanti, però, non sembrano lasciare spazio a ipotesi diverse: il Ministero del Commercio ha invitato le case in questione ad evitare investimenti lungo il continente europeo.

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Considerato il rapporto che lega le case al potere politico, si può dedurre che non si tratta di un semplice invito, quanto di un’indicazione da non disattendere. Indicazione la quale sarebbe stata avanzata in un incontro avvenuto nel passato mese di luglio. Nel corso del meeting, stando alle indiscrezioni che hanno iniziato a circolare, l’avviso ai costruttori avrebbe riguardato una serie di aree indicate come rischiose. Un novero in cui vanno a rientrare in particolare, India, Russia e Turchia. Oltre a Europa e Thailandia.

Costruire siti produttivi per le auto elettriche in questi Paesi potrebbe essere pericoloso, naturalmente in varia misura. E se proprio lo si vuole fare, il governo di Pechino avrebbe raccomandato di utilizzare questi impianti esclusivamente per assemblare i veicoli.

Intanto, però, si susseguono le voci sull’apertura di nuovi stabilimenti in Europa

Occorre però sottolineare come il monito del governo cinese arrivi in un momento molto particolare. In cui si susseguono le indiscrezioni relative alla ricerca di siti ideali in grado di ospitare impianti dedicati alla produzione di auto elettriche da parte dei costruttori del Dragone.

Le voci riguardano in particolare Geely, con il suo numero due, Li Chuanhai, il quale si sta dedicando all’individuazione in questione. Un lavoro di analisi che si sarebbe soffermato in particolare sulla Polonia, anche se al momento il tutto resta a livello di rumors.

Anche Chery sembra interessata ad una soluzione analoga. Consigliata naturalmente dalle stesse motivazioni di Geely: aprire un sito in Europa per sfuggire ai dazi. Resta ora da capire se questi propositi resteranno dopo i consigli di Pechino. Anche perché una prima novità è arrivata proprio nelle ultime ore.

Intanto Dongfeng spazza via le illusioni italiane

Dongfeng è un marchio particolarmente interessante per l’Italia. Il motivo è da ricercare nel fatto che della casa si è parlato molto per l’attenzione espressa verso il territorio piemontese, individuato come ideale per impiantare un sito di produzione per le auto elettriche. Tale da spingere le realtà locali a proporre aree che potrebbero risultare molto interessanti, a partire dall’ex Embraco di Riva Presso Chieri. La OMODA 5 mostrata in anteprima a Wuhu

Nio ET7

Proprio nelle ultime ore, però, l’azienda ha fatto sapere di non essere interessata, almeno per il momento, a costruire stabilimenti in Europa. La motivazione espressa a giustificazione della novità è che Dongfeng intende concentrare i propri sforzi sulla rete di vendita e di distribuzione. Intenzione che, stranamente, viene presa in considerazione proprio in corrispondenza dell’emergere delle indiscrezioni sul monito di Pechino.

Proprio il governo cinese, comunque, ha deciso di non restare fermo a osservare l’apposizione di dazi sulle proprie auto elettriche. Il Ministro del Commercio cinese Wang Wentao, infatti ha dichiarato che volerà a Bruxelles il 19 settembre prossimo per un incontro con Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione dell’Ue. La riattivazione del confronto tra le due parti potrebbe riaprire molte piste, compresa quella di Dongfeng in Italia.

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