Auto elettriche, il Giappone sembra intenzionato a mutare strada

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La strategia delle case nipponiche va decisamente in direzione di auto elettriche e batterie
Toyota Celica

Il Giappone sembra aver deciso di mutare la strada percorsa sin qui per cercare di decarbonizzare il settore dei trasporti. Se, infatti, il Paese del Sol Levante aveva sin qui preferito un approccio che privilegiava la multialimentazione, ora potrebbe prendere atto di una parziale inefficacia di tale scelta. Se l’elettrico era indicato soltanto come una delle strade da percorrere, in coabitazione ad esempio con l’idrogeno, ora potrebbe diventare una sorta di imperativo.

In particolare, l’intero comparto automotive del Paese asiatico sembra sul punto di mutare il proprio approccio alla questione. Prendendo in considerazione l’idea di spingere a fondo su auto elettrica e batterie. A far capire la revisione in atto sono le tante indiscrezioni che continuano ad arrivare da Tokio e dintorni, a partire da quelle relative a Toyota.

Toyota SUV bZ4X

Auto elettriche: Toyota in prima fila

Le prime indiscrezioni da prendere in considerazione sono quelle relative a Toyota, come è giusto che sia trattandosi del più grande marchio a livello globale, dall’alto dei 10,5 milioni di modelli consegnati nel corso del 2022. Un risultato che gli ha consentito di staccare il gruppo Volkswagen di otre due milioni di autovetture.

Circa un mese fa, proprio Toyota ha annunciato la sua intenzione di triplicare la produzione di auto elettriche, nel preciso intento di superare Tesla in questo particolare ambito. Una scelta che comporta la produzione di 600mila unità all’anno. Inoltre, ha rivelato di stare portando avanti i lavori relativi a 4 diversi tipi di batterie. Alimentatori i quali dovrebbero consentire alla casa di commercializzare 3,5 milioni di esemplari green entro il 2030.

La collaborazione con Idemitsu Kosan per le batterie

Proprio per quanto concerne le batterie, la stessa Toyota sembra aver compreso come si tratti di una questione pressoché decisiva nell’ottica della concorrenza. In particolare a quei produttori cinesi che sono in grado di fare leva sulla produzione locale per ritagliarsi una vera e propria rendita di posizione. In pratica, se si intende realmente provare a contrastarne il crescente successo, occorre cercare di stringere alleanze su di esse, come del resto è stato capito per tempo da Tesla, che ormai da tempo si sta muovendo in tal senso.

Toyota sembra finalmente averne preso atto. E lo ha fatto provvedendo a stringere una collaborazione con un’altra azienda iapponese, Idemitsu Kosan. Si tratta di una compagnia petrolifera che, alla pari di altre aziende del settore, sta provando faticosamente ad affrancarsi da una sempre più pericolosa dipendenza dal petrolio. In quest’ottica sta provando a entrare in nuovi settori che promettono buoni ritorni, a partire proprio da quello collegato alla lotta al cambiamento climatico.

L’accordo varato dai due colossi nipponici permetterà loro di unire le forze nell’intento di poter arrivare a produrre batterie allo stato solido su larga scala. La strategia che è stata ideata per conseguire l’obiettivo è incentrata su tre fasi ben distinte:

  • nella prima è previsto lo sviluppo di un elettrolita a solfuro solido in grado di essere prodotto in grandi volumi da impianti adattati per poterlo fare senza problemi di alcun genere;
  • nella seconda si darà vita alla costruzione di una fabbrica per la produzione pilota tesa alla validazione di processi di produzione di massa e la progettazione di vetture elettriche che siano effettivamente in grado di adottare queste tecnologie. Vetture il cui lancio sul mercato è previsto per il biennio 2027-28;
  • la terza, in cui dovrà essere condotta la produzione di massa di batterie allo stato solido e di auto elettriche di nuova generazione.

L’alleanza tra Honda e Mitsubishi

Toyota, però, sta sviluppando una strategia estremamente complessa, che sembra una diretta risposta a quella condotta a livello di sistema dalla Cina. In questo quadro si vanno a calare le numerose collaborazioni che sono state messe in programma con le altre case giapponesi intenzionate a non rassegnarsi alla supremazia del Dragone cinese.

Ad esempio, con Subaru, la quale ha proprio di recente rilasciato l’annuncio relativo all’intenzione di una revisione al rialzo dei propri obiettivi in tema di elettrificazione. Mentre con Suzuki sono in piedi le discussioni relative alla realizzazione di un piccolo SUV elettrico. O, ancora, con Mitsubishi, con la quale l’eventuale accordo sarebbe rivolto alla produzione di chip al carburo di silicio.  

Una strategia molto complessa, che potrebbe ben presto trasformare Toyota in un vero e proprio centro gravitazionale, attorno al quale andrebbero a ruotare di volta in volta molti altri marchi giapponesi. Il tutto nell’ottica di un sistema simile a quello che sta permettendo alle case automobilistiche cinesi di prendere la leadership globale nella produzione di auto.

L’attivismo di Mitsubishi

Se Toyota sta stringendo una serie di alleanze con gli altri attori dell’automotive giapponese, Mitsubishi non è da meno. La casa impropriamente indicata come quella dei tre diamanti (in realtà sono tre foglie di castagna d’acqua, che è in effetti la traduzione letterale del nome) ha dal canto suo annunciato un’altra collaborazione con un costruttore locale.

Stiamo parlando di Honda, con cui è stato firmato di recente un protocollo d’intesa. Al centro del documento l’ipotesi di un’intesa tra i due gruppi, tesa alla ricerca di modelli produttivi efficienti per una prossima famiglia di auto elettriche e di batterie. 

Inoltre i due gruppi sembrano intenzionati a stringere sempre di più i legami, nel preciso intento di lavorare sul fronte delle tecnologie collegate all’elettrificazione. In particolare sulla gestione delle batterie una volta che le stesse abbiano terminato il loro ciclo sulle auto.

Anche in questo caso, quindi, è evidente l’intento di provare a fare sistema. Una strada che sembra l’unica in grado di opporre un’apprezzabile resistenza a quelle auto elettriche cinesi che rappresentano ormai un vero e proprio spauracchio, a livello globale.

Le strategie di Nissan e Mazda

Il discorso che abbiamo condotto sin qui, però, non riguarda soltanto Toyota o Mitsubishi. Anzi, ai due marchi in questione vanno aggiunti anche molti altri produttori nipponici. Tutti intenzionati a non esporre il fianco all’offensiva proveniente dalla Cina.

In pratica, anche gli altri attori di prima grandezza del settore nazionale stanno mettendo in campo strategie tese a fare sistema. Con l’intenzione di non lasciare campo libero ai marchi esterni, si tratti di cinesi, statunitensi o occidentali in genere. Di conseguenza, non passa praticamente giorno senza che venga annunciata una nuova partnership.

Nissan Leaf

Su questa strada si è avviata, ad esempio, anche Nissan, che sta lavorando sulle batterie allo stato solido, ritenute la strada migliore da battere in questo particolare ambito. Nel farlo, la casa ha deciso di sfruttare le nuove opportunità che sono state prospettate dall’intelligenza artificiale. A condurre le danze sono in questo caso gli ingegneri che lavorano all’interno della Silicon Valley su mandato del brand.

Mentre Mazda ha a sua volta stretto una intesa con Panasonic, proprio per la fornitura di batterie. Quelle oggetto dell’accordo verranno utilizzate sulle elettriche prodotte dalla storica casa nipponica. Ad esse, in particolare, è affidato il compito di consentire a Mazda di conseguire entro il 2030 l’obiettivo di avere il 40% delle vendite sotto forma di modelli green.

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