Auto elettriche, il rapporto di Motus-E sulle colonnine di ricarica: qual è la situazione?

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Andiamo a vedere come sta evolvendo l’infrastruttura di ricarica in Italia
Colonnine di ricarica

Sono 47.228 i punti di ricarica per le auto elettriche disseminati lungo il territorio nazionale. A rendere noto il dato è Motus-E, associazione che si occupa delle tematiche relative alla diffusione della mobilità sostenibile lungo la penisola e che, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali provvede al costante monitoraggio dell’infrastruttura di ricarica nel nostro Paese.

Il dato è contenuto all’interno dell’ultimo rilevamento trimestrale che è appena stato pubblicato e mostra un certo rallentamento rispetto ai prime due trimestri. Sono infatti 2.018 le colonnine che sono andate ad aggiungersi a quelle già installate in precedenza. Un numero il quale, aggiungendosi a quello dei primi sei mesi porta a 10.456 il dato complessivo dei primi tre trimestri del 2023 e a 14.452 quello degli ultimi 12 mesi (+44,1%).

Per quanto concerne le potenze, l’87,11% dei punti installati, ovvero 41.144, funziona a corrente alternata (AC, fino a 43 kW), mentre il restante 12,89%, 5.771 in termini numerici, è a corrente continua (DC, da 44 kW in su). Di questi ultimi, 2.375 vantano potenze da 44 a 99 kW e 3.396 uguali o superiore ai 100 kW.

Colonnine di ricarica

Da sottolineare anche che l’11% delle infrastrutture installate non è per il momento utilizzabile. A renderlo impossibile il mancato allacciamento alla rete da parte del distributore di energia o problemi relativi alle necessarie autorizzazioni. Solo sulle restanti, quindi, possono fare affidamento le auto elettriche circolanti lungo le arterie stradali e autostradali del Belpaese, che sono, sempre stando all’ultima rilevazione di Motus-E, in numero pari a 209.338.

Il posizionamento geografico delle colonnine di ricarica per le auto elettriche

Per quanto concerne invece il posizionamento geografico delle colonnine di ricarica, ancora una volta è da segnalare il predominio del Nord-Ovest, con Lombardia e Piemonte a tirare il gruppo, rispettivamente con 8.094 e 4.713 installazioni. Al terzo posto c’è invece il Veneto, con 4.564 colonnine, mentre si ferma ai piedi del podio il Lazio, che ne vanta 4.558. A chiudere la Top Five è invece l’Emilia-Romagna, ferma a 4.050 installazioni.

Il dato positivo di questa rilevazione è dato dalle autostrade, che fanno registrare un’accelerazione da questo punto di vista. Gli stalli dedicati alle auto elettriche sono ora 851, con una crescita di 541 rispetto al dato di dodici mesi prima, che vanno a ricoprire circa un terzo delle aree di servizio. In questo caso, circa l’80% evidenzia una potenza maggiore di 43 kW, col 59% che supera i 150 kW.

A commentare questo dato è il numero uno di Motus-E, Francesco Naso, secondo il quale proprio sulla grande viabilità si stanno compiendo passi in avanti molto decisi. Dimostrati anche dalla pubblicazione dei primi bandi sperimentali che sono previsti in via normativa, proprio nelle passate settimane. Una pubblicazione che, sempre a detta di Naso, potrebbe finalmente andare a spazzare via l’immobilismo, definito ingiustificabile, che ha caratterizzato l’atteggiamento di alcuni concessionari autostradali.

Il problema è realmente quello delle colonnine?

Se nel terzo trimestre si è registrato un certo rallentamento nell’installazione di colonnine rispetto al trend in atto nei primi sei mesi del 2023, al tempo stesso la situazione dell’infrastruttura di ricarica può essere giudicata in fase di notevole miglioramento.

Colonnine di ricarica

Lo conferma ancora Naso, il quale conclude in questo modo: “Attendiamo a breve il lancio dei nuovi bandi Pnrr per l’installazione delle colonnine di ricarica ad alta potenza in città e in ambito extraurbano. Sulle infrastrutture di ricarica, il sistema Paese sta andando nella direzione giusta, pur non senza difficoltà; è il mercato auto che è rimasto pericolosamente indietro, ma possiamo ancora recuperare terreno impiegando in modo più efficace le risorse già stanziate per gli incentivi, alzando il cap di prezzo per accedere alle agevolazioni, estendendoli in forma integrale ad aziende e noleggi e rivedendo in chiave green la fiscalità sulle flotte, utilizzando gli avanzi – specialmente sui plug-in – dei bonus del 2022 e del 2023.”

Quindi, a differenza di quanto affermato da più parti, non è la situazione infrastrutturale a ritardare l’avvento della mobilità sostenibile, nel nostro Paese. A pesare come una zavorra in tal senso è invece un mercato dell’auto inadeguato per una evoluzione positiva della stessa. I prezzi delle auto elettriche sono ancora troppo alti, soprattutto in un Paese come il nostro ove sta emergendo con sempre maggiore forza la questione salariale. Troppi lavoratori italiani sono gratificati da stipendi di pura sussistenza, tali da rendere impossibile mettere in cantiere l’acquisto di auto costose come quelle green.

Dal canto loro, i produttori sembrano per ora scarsamente interessati a proporre veicoli economici. Se Tesla sembra averne preso atto, in troppi continuano ad ignorare un dato di fatto contro il quale rischia di scontrarsi la diffusione dei veicoli ecologici. Un atteggiamento il quale spinge i consumatori italiani a ignorare il relativo mercato, evidenziato dal fatto che gli incentivi governativi per le auto elettriche sono andati sostanzialmente deserti, nel corso di quest’anno. Un dato su cui in molti dovrebbero riflettere.

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