Auto elettriche in Europa: MG e BYD in grande spolvero

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Lo confermano i dati relativi alle vendite del mese di agosto
Auto elettriche cinesi alla conquista dell'Europa

Le auto elettriche cinesi continuano ad accrescere le proprie quote di mercato in Europa. Basta dare una rapida occhiata alle classifiche di vendita europee, per rendersi conto di quanto sta accadendo. Gli acquirenti, infatti, sono sempre più conquistati dai nuovi e vecchi modelli costruiti nel Paese del Dragone e lo hanno dismostrato anche nel recente mese di agosto.

Se BYD e MG possono essere indicate come le capofila, molti altri marchi orientali sono riusciti a farsi notare consolidando la propria quota di mercato e rivelandosi veri e propri successi di vendita. In molti casi lo hanno fatto a discapito delle equivalenti offerte di marchi pur consolidati in ambito UE. Se sino a qualche giorno fa si parlava di timore per un’invasione cinese, ora il termine giusto da adottare sarebbe però terrore.

Un sentimento il quale dovrebbe sorgere presso le sedi dei produttori occidentali di fronte ai dati in questione. In pratica, gli ultimi disponibili evidenziano come il 95% di autoveicoli nuovi, all’interno di Unione Europea, EFTA e Gran Bretagna, provengono proprio da Pechino e dintorni. Una vera e propria inondazione favorita da prezzi accessibili. Gli stessi messi sotto inchiesta dall’Unione Europea, nonostante il rischio di una guerra commerciale cui il governo cinese ha già fatto sapere di non voler sottrarsi.

Auto elettriche cinesi, in Europa è ormai un vero arrembaggio

Nella lista dei vincitori di agosto spicca il nome di MG. A rafforzare le sue posizioni lungo il continente europeo è stata in particolare la sempre più popolare MG4, ormai saldamente all’interno della top 40 delle auto più vendute. Coadiuvata in tal senso dal crossover MG ZS, a sua volta posizionato al 44° posto nella stessa lista. Le vendite europee totali del marchio nel corso dell’agosto 2023 sono state quasi il triplo rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con 14.411 unità piazzate contro le 5.338 precedenti. Per capire meglio il dato, occorre sottolineare come nell’arco temporale in esame MG è riuscita a vendere più unità rispetto a Volvo, Suzuki e Mini.

Auto elettriche cinesi alla conquista dell'Europa

Cresce a sua volta anche BYD, che si è di recente fatta notare a Monaco di Baviera, all’IAA Mobility 2023, con la presentazione della Seal, modello cui la casa affida la missione di spostare a suo vantaggio i rapporti di forza con Tesla, in Europa. La casa ha venduto 2.685 auto il mese scorso e il rapporto sulle vendite modello per modello pubblicato da Auto News Europe evidenzia un notevole miglioramento rispetto ai 186 che avevano contrassegnato il suo ruolino di marcia nell’agosto del 2022. In questa crescita un ruolo chiave è stato detenuto da Atto 3, cui va ascritta la vendita di 2559 esemplari. Il modello in questione ha venduto più di icone come la Mercedes Classe E e la BMW Serie 5 e 4.

Anche Polestar esce trionfante ad agosto. Il brand svedese, ora nell’orbita cinese, considerato uno spin-off di Volvo, ha infatti incrementato i suoi dati di vendita nell’ordine del 250% rispetto allo stesso periodo del 2022. Altre aziende che hanno accresciuto il proprio peso, sempre stando ai numeri pubblicati da Auto News Europe sono Lotus, Ora, Great Wall, Nio e Xpeng. Ognuna di loro ha fatto registrare aumenti delle vendite a tre cifre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’ennesima conferma del dominio cinese

Le cifre in questione rappresentano la plastica conferma di quanto, del resto, già si sapeva. La Cina è ormai in grado di dominare letteralmente in Europa e si appresta a farlo a discapito delle case occidentali. A rafforzare la sensazione sono i dati di Customs Data, dai quali si evince che le spedizioni cinesi di nuovi veicoli energetici (categoria che include sia gli ibridi che le auto elettriche pure) nell’Unione Europea sono aumentate del 112% nei primi sette mesi del 2023 e di uno sbalorditivo 361% dal 2021.

La domanda del vecchio continente sta crescendo a ritmi talmente elevati da mettere in difficoltà i produttori cinesi, costringendoli a prendere in considerazione l’ipotesi di cercare nuovi navi per poter trasportare i veicoli in loco. Un successo di fronte al quale la Commissione europea non sembra disporre di una visione politica adeguata.

L’annuncio della commissione d’inchiesta sui prezzi troppo bassi delle auto elettriche cinesi, infatti, rischia non solo di essere spuntato dai dati reali sugli aiuti di Stato di Pechino, ma anche di trasformarsi in un boomerang. Il governo cinese, infatti, ha già fatto sapere di ritenerlo un atto di puro e semplice protezionismo. Aggiungendo di non essere disposto a lasciarlo senza risposta.

Una minaccia da non prendere certo con leggerezza, alla luce di quanto accaduto alle Big Four della revisione contabile pochi mesi fa. KPMG, PwC, Deloitte ed Ernst & Young, infatti, sono letteralmente state ostracizzate come risposta al bando di TikTok negli Stati Uniti, vedendo andare in fumo circa tre miliardi di dollari.

Ove passasse l’idea di applicare dazi sui veicoli green cinesi, Pechino potrebbe a sua volta fare lo stesso con le aziende concorrenti. Una ritorsione temuta in particolare dal governo tedesco, che non a caso sta cercando di frenare l’UE. Volkswagen, infatti, vende il 40% dei suoi veicoli sul territorio del gigante asiatico e in un’eventualità di questo genere si ritroverebbe praticamente fuori mercato.

La Francia cerca di rispondere dal punto di vista legislativo

Ursula von der Leyen ha di recente affermato: “I mercati globali sono ora inondati di auto elettriche più economiche. E il loro prezzo è mantenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali”. Gli “enormi” sussidi cinesi, però, sembrano in effetti molto limitati ove raffrontati a quelli elargiti ad esempio da Germania e Stati Uniti. L’Inflaction Reduction Act di Biden, infatti, prevede ben 360 miliardi di dollari in sovvenzioni statali, di cui fruiranno largamente anche Tesla e altri produttori occidentali.

Anche la Francia, dopo gli iniziali furori, sembra aver compreso come la lotta alle auto elettriche cinesi debba prendere altre strade che non siano quelle dei dazi. Tanto da optare per una rimodulazione degli incentivi per le auto elettriche in cui si prevede la loro concessione solo a modelli costruiti con impatto zero sull’ambiente. Una decisione che colpisce in maniera chirurgica proprio le auto costruite in Cina, ove è ancora largo l’impiego di carbone.

Un provvedimento il quale, peraltro, coglierebbe due piccioni con una fava, considerato come a esserne vittima sarebbero anche le Tesla assemblate nella gigafactory di Shangai. La stessa Tesla che ha nel corso del mese di agosto è riuscita a vendere 30.679 auto in Europa.

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