Se c’è un desiderio, forse nascosto, che condividiamo un po’ tutti, è quello che un certo tipo di tasse a spese dei “trasgressori” sia utilizzato per migliorare dei servizi collettivi. Nel dettaglio, quanto proposto in Germania, suggerisce un interessante utilizzo delle cosiddette “maxi multe” miliardarie per i produttori che non rientrano nei limiti delle normative europee sui veicoli elettrici.
È la proposta lanciata da Winfried Kretschmann, presidente del parlamento statale del Baden-Württemberg, dello schieramento politico dei Verdi, il quale ritiene ormai “inevitabili” le multe miliardarie. Secondo le richieste dell’Unione europea, infatti, le vendite di veicoli elettrici forzate costringeranno diversi produttori automobilistici tedeschi a pagare ingenti somme per la violazione dei termini degli accordi sovranazionali.
Il 2025, non a caso, è stato definito da molti un anno decisivo e persino preoccupante. Il mancato rispetto dei nuovi standard sulle emissioni delle flotte, complicato dalle basse vendite di auto elettriche, potrebbe essere un passaggio determinante per l’industria europea.
Kretschmann ha dichiarato ad Auto Motor und Sport che la sospensione delle sanzioni non ha attualmente alcuna possibilità di essere accolta in ambito europeo, dato l’atteggiamento severo sul tema della Commissione e dei suoi commissari. La soluzione alternativa? Utilizzare le multe per rafforzare l’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici.
Secondo l’esponente dei Verdi, l’Ue dovrebbe concentrarsi sull’implementazione di una rete di ricarica più estesa e funzionale, elemento fondamentale per stimolare l’adozione della mobilità elettrica. “Se le sanzioni saranno imposte,” ha spiegato, “questi fondi dovrebbero rimanere all’interno del settore automobilistico e essere destinati a progetti mirati, come il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica europea o lo sviluppo di tecnologie innovative”.
Il politico tedesco si è poi soffermato sull’importanza di investire (anche con i proventi delle multe) in iniziative utili al settore e non far confluire questi fondi nei bilanci generali, garantendo che abbiano un impatto diretto sul progresso tecnologico e sulla transizione verso una mobilità sostenibile. È vero che i principali produttori automobilistici si stanno orientando verso la trazione elettrica, ma allo stesso tempo, afferma Kretschmann, “questa decisione richiede un rapido sviluppo dell’infrastruttura di ricarica” per evitare problemi sistemici, “simili al classico dilemma dell’uovo e della gallina”.