C’era un tempo in cui l’Italia dominava l’industria automobilistica. Rispetto a quel periodo, sembra che sia trascorsa un’eternità, come dimostrano le recenti decisioni di Stellantis. Infatti, la società italo-franco-americana sembra aver messo lo Stivale in un angolo. Ma siamo davvero sicuri che sia colpa solo sua? Lo chiede La Repubblica nell’inserto Affari & Finanza. Il quotidiano, di proprietà di Exor, come il conglomerato, offre un’analisi piuttosto sconcertante delle prospettive del nostro Paese sulle auto elettriche. Secondo quanto riportato, gli incentivi economici stanziati dal Governo italiano sarebbero insufficienti rispetto ai vicini come Francia e Germania, e non solo. Anche realtà considerate minori, almeno sulla carta, stanno agendo con maggiore tempestività, come l’Ungheria o la Polonia, per fare solo alcuni esempi.
Italia più lenta sulle auto elettriche anche di realtà “minori”
Ciò che sta penalizzando l’Italia sarebbe la scelta dell’Unione Europea di non stanziare risorse comuni, ma di allargare le maglie degli aiuti statali, premiando chi ha margine nei bilanci con agevolazioni più generose. Dei 672 miliardi di euro complessivi destinati dalla Commissione Europea nel 2022, il 77% è stato suddiviso tra Germania e Francia, rispettivamente al 53% e al 24%. L’Italia, d’altro canto, non riesce a superare il 7%.
Nel governo guidato da Giorgia Meloni, c’è la convinzione diffusa che la campagna messa in atto dalle istituzioni comunitarie danneggi le imprese italiane, a vantaggio delle controparti francesi e tedesche, che godono di un budget più sostanzioso. Per quanto riguarda i microchip, sembra che l’Italia stia considerando di promuovere lo sviluppo di una filiera nazionale, attraverso una legge denominata Chips Act, simile a quella europea. Mentre i politici cercano di trovare una soluzione, STMicroelectronics, un’azienda italo-francese, promette di investire 730 milioni di euro a Catania, in confronto ai 7,4 miliardi investiti a Crolles, in Francia. L’assistenza pubblica è notevolmente diversa, quindi il governo Meloni garantirà un sostegno di 292 milioni di euro, mentre quello francese fornirà 2,9 miliardi.
Intel ha annunciato un investimento di 4,6 miliardi di dollari in una fabbrica in Polonia, non lontano dall’impianto tedesco. Per lo stabilimento italiano è previsto il packaging, ovvero la fase che genera il minor valore in assoluto. Anche se è stata annunciata una spesa di 4,5 miliardi di euro a Vigasio, ancora non ci sono dettagli ufficiali.
Quanto alle batterie per le auto elettriche, la situazione in Italia sembra non essere migliore. Si parla di una capacità produttiva potenziale di 40 GWh, a fronte dei 325 GWh della Germania e dei 162 GWh della Francia.