“Non attribuire mai alla malizia ciò che è adeguatamente spiegato dalla stupidità“. Il principio di Hanlon calza a pennello quando le dissertazioni riguardano aspetti come le auto elettriche, spesso vittima di disinformazione. Sul loro conto circolano, infatti, una marea di teorie, dettate dalla poca o nessuna conoscenza in materia. Di per sé ciò è pure accettabile (in fondo, nessuno può definirsi competente in qualsiasi ambito), ma i problemi sorgono nel momento in cui certe teorie prendono piede. Perché un conto sono le chiacchiere da bar, dette tra amici, un conto è perorare la tesi con un bacino ampio di pubblico, accampando delle argomentazioni assurde. In un mondo dove c’è chi è ancora convinto che la Terra sia piatta e l’uomo non abbia mai colonizzato la Luna, la cosa stupisce poco.
Tirare fuori complotti dal nulla diventa una “vocazione” e, purtroppo, le idee più folli trovano sempre qualcuno pronto ad ascoltarle e a farle proprio. Il motivo? Pagheremmo oro per scoprirlo, sicché, in totale onestà, a noi sfugge. In fondo, basterebbe mettere da parte i social e leggere qualche articolo di fonti autorevoli. La conoscenza scientifica ci permette di evolvere, a patto di esserne davvero interessati.
Esprimere delle conclusioni sulla base di elementi certi senza volersi mettere su un piedistallo, aiuterebbe a tenere dei confronti costruttivi. Un punto cardine sul quale gli organi di informazione non dovrebbero mai scendere a compromessi. Raccontare la verità è alla radice di qualunque pezzo meritevole di considerazione.
Le false teorie sulle auto elettriche
Sulle auto elettriche girano delle tesi di vario tipo. Tra le più assurde, una vuole che determinino un inquinamento maggiore degli esemplari termici. Forse (e sottolineiamo forse) un paragone sull’intero ciclo di vita del prodotto, dalla realizzazione della bev alla demolizione, può avere senso, mentre per quanto riguarda le emissioni durante la circolazione su strada la partita è chiusa ancor prima di scendere in campo. A prescindere dalla fonte di energia sfruttata, i valori delle sostanze nocive emesse nell’atmosfera dalle bev è notevolmente inferiore.
Regge su fondamenta inesistenti pure la teoria di chi punta il dito contro le batterie, definite poco resistenti prendendo a suffragio della propria tesi gli accumulatori dell’elettronica dei consumi (di computer, cellulari o videocamere). In realtà, la resistenza è molto superiore e poi l’Unione Europea ne obbliga il riciclo per anni, in differenti ambiti, tipo lo stoccaggio di energia.
Infine, nemmeno accampare alla lobby dell’elettricità è ragionevole. Intere industrie avrebbero, infatti, modo di beneficiare dall’energia pulita in tutto il mondo, il che non può essere detto a proposito di quella fossile.