Che Donald Trump non amasse particolarmente le auto elettriche era cosa abbastanza nota. Già più volte, nel recente passato si era pronunciato estremamente scettico sulla loro reale utilità. Ora, però, il tema sembra destinato a entrare nella corsa alla Casa Bianca, che sta ormai per entrare nel vivo.
L’ex presidente, infatti, ha deciso di passare all’attacco frontale nei confronti di Joe Biden, il più fervido sostenitore delle auto elettriche a livello istituzionale. Lo ha fatto sul suo sito Truth Social, affermando senza mezzi termini che la corsa verso i veicoli green è del tutto folle.
Sotto accusa è proprio lo sbandierato proposito dell’attuale presidente degli Stati Uniti di sostituire l’intero parco macchine esistente con auto elettriche. Un proposito che, secondo il tycoon si tradurrebbe all’atto pratico in un vero e proprio suicidio degli Stati Uniti.
Il tema sembra del resto destinato a incidere molto sulla corsa alla presidenza. Soprattutto negli Stati che, tradizionalmente, vantano un’industria automobilistica molto forte e necessitano di difendere i posti di lavoro ad essa collegati.
Secondo Donald Trump, la corsa verso le auto elettriche di Biden è una follia
La corsa verso la Casa Bianca è già iniziata. Una corsa che sarà guardata ancora una volta dal resto del mondo con grande attenzione, soprattutto alla luce di una situazione geopolitica sempre più complicata.
Donald Trump, dopo la sconfitta del 2020, accettata non proprio serenamente, si appresta a rilanciare ora la sua sfida ai democratici. Nel farlo sembra intenzionato a evidenziare il solito piglio polemico che lo ha distinto nel corso del quadriennio passato. Un piglio il quale, a quanto pare, sembra ancora piacere molto ad un gran numero di cittadini statunitensi, almeno stando ai sondaggi, che lo vedono sopravanzare nettamente gli altri candidati repubblicani.
Naturalmente, il destinatario degli strali dell’ex inquilino della Casa Bianca è quel Joe Biden da lui considerato alla stregua di un semplice usurpatore. Tanto da riservargli continui attacchi, destinati sicuramente ad intensificarsi nel corso dei prossimi mesi.
Tra i tanti motivi di discussione, nel corso delle ultime ore è balzato all’attenzione generale il favore dedicato dal presidente alle auto elettriche. Un tema che, però, andrebbe soppesato con molta attenzione, alla luce dell’importanza dell’automotive per gli Stati Uniti. Trump, infatti, non sembra assolutamente intenzionato a ignorare le ricadute di una impostazione simile. Come ha immediatamente fatto capire nella sua puntata in Michigan, dove non ha esitato a definire folle il piano di Biden.
Perché il piano di Biden è un azzardo?
Naturalmente, le parole di Trump vanno ricondotte alla campagna elettorale in atto. Una campagna in cui i colpi bassi sono all’ordine del giorno. Potrà anche non piacere, ma la sostanza di ogni tornata di questo genere è sempre la stessa.
Trovandosi in Michigan, uno Stato che è da sempre beneficiato dalla presenza di industrie automobilistiche, l’ex presidente non ha esitato ad affrontare un tema molto avvertito in loco. Ha infatti affermato, senza mezzi termini che il Michigan non avrà più un’industria automobilistica se il folle piano “All electric cars” di Biden andrà in porto.
Si tratta di un attacco non solo violento, ma anche molto pericoloso per il presidente democratico. Il Michigan, infatti, è considerato uno degli Stati chiave nella corsa alla Casa Bianca. La strategia di Trump, quindi, ha pensato bene di usare un argomento fondamentale in loco. Molti posti di lavoro, infatti, dipendono proprio dall’industria automobilistica. Concentrare gli sforzi esclusivamente sulle auto green potrebbe metterli tutti a repentaglio. Il perché è stato spiegato proprio da Trump e non sembra privo di appigli logici.
Auto elettriche, lo spauracchio rappresentato dalla Cina
“La Cina prenderà tutto, al 100%”: questo è il punto chiave del discorso di Donald Trump in Michigan. Un discorso che ha preso di mira non solo il suo avversario democratico, ma anche il presidente del sindacato United Auto Workers, Shawn Fain, che secondo lui non può avallare un piano esclusivamente orientato sulle auto elettriche.
Il vero e proprio attacco frontale all’auto elettrica non è propriamente una novità, per l’ex presidente. Nel passato mese di giugno non ha esitato a indicare Biden alla stregua di una calamità per il Michigan. Lo ha fatto affermando che “…il suo estremismo ambientale è spietato, sleale e orribile per il lavoratore americano.”
In effetti, l’attuale amministrazione ha spinto molto nella promozione della mobilità sostenibile. Secondo un recente studio, dal 2021 negli Stati Uniti sono stati annunciati investimenti per veicoli elettrici e impianti destinati alla produzione di batterie per un valore di circa 124 miliardi di dollari. Tra le aziende che stanno effettuando i maggiori investimenti figurano LG Chem con 17,2 miliardi di dollari, Tesla con 15,7 miliardi di dollari, GM a 15,5 miliardi di dollari e Ford con 11,9 miliardi di dollari.
Puntare esclusivamente sulle auto green è veramente un suicidio?
Secondo Trump, però, si tratta di una politica che non tiene in conto il pericolo rappresentato dalla Cina. Le case del Dragone, infatti, vantano ormai una potenza di fuoco difficilmente contrastabile, come dimostra il sorpasso ottenuto a danno del Giappone per quanto concerne la produzione di auto.
Un sorpasso ottenuto in particolare grazie alle auto elettriche, settore in cui la Cina non teme confronti. Basta in effetti guardare anche il recente studio di UBS, secondo il quale il gigante asiatico deterrà il 32% del mercato globale nel 2030, per capirlo. Nel documento, infatti, si ricorda come la capacità di fare sistema delle aziende cinesi sia in grado di scavare un gap decisivo nel campo della mobilità sostenibile.
Trump sembra averlo capito ormai da tempo e non teme di risultare eccessivo nell’affermare che Pechino si prenderà tutto, in quel particolare segmento di mercato. Puntare tutte le carte sulla auto elettriche, quindi rappresenta un azzardo insostenibile. Un discorso il quale sembra poter fare breccia non solo negli USA.
Basta in effetti guardare i timori generati in Europa dal rapporto di UBS, che prefigura perdite di quote di mercato da parte dei marchi continentali, in particolare Renault e Volkswagen, per capire come il tema sia destinato ad essere oggetto di discussione anche da noi. Unendosi ai timori generati dal previsto blocco delle auto termiche a partire dal 2035, altro aspetto che sta suscitando grandi polemiche, proprio nel nostro Paese.