A fine settembre, il mercato europeo delle auto elettriche contava oltre 130 modelli disponibili nelle concessionarie, con un incremento di una ventina rispetto all’anno precedente. Secondo una ricerca tedesca condotta dal Center of Automotive Management (CAM), questa crescente varietà non sembra sufficiente a spingere in modo significativo l’espansione del settore. Il motivo sarebbe anche abbastanza semplice.
Le dinamiche dei prezzi e la composizione dell’offerta delle auto elettriche non stanno andando davvero incontro a un grande pubblico. I SUV dominano il mercato, rappresentando oltre metà delle proposte con circa 70 modelli (a seconda del Paese che si considera), mentre le vetture piccole ed economiche rimangono un’opzione di nicchia.
Lo squilibrio si riflette evidentemente sui listini. Il prezzo medio complessivo delle nuove immatricolazioni è aumentato di quasi 4mila euro euro, superando i 56mila euro (+7,5%). Anche i modelli base sono più costosi, con un prezzo medio salito a circa 47mila euro (+3,8%). Inoltre, il numero di auto elettriche piccole è diminuito drasticamente, essendo passato a un numero minore di 10 modelli. Tra gli addii illustri, infatti, ci sono la Renault Zoe e la Smart ForTwo.
Le vetture piccole, oggi, rappresentano solo il 7,3% del mercato elettrico (nel periodo gennaio-settembre). Le compatte, invece, mantengono una quota stabile del 16,7% con poco più di 10 modelli, senza variazioni significative nei prezzi.
Un dato positivo arriva però dalle performance. Le auto elettriche offrono autonomie e potenze di ricarica sempre maggiori. La distanza media percorribile è salita a 463 km, mentre la potenza di ricarica si attesta a 156 kW di media.
Nonostante questi progressi, le elettriche rimangono significativamente più costose rispetto ai veicoli a combustione interna. Il divario di prezzo è particolarmente evidente per Mercedes e Volkswagen, con differenze, rispettivamente, anche di 16.000 e 14.000 euro. Per Stellantis, la forbice è di circa 9.000 euro, mentre il Gruppo BMW si distingue per una quasi parità di prezzo tra i modelli base elettrici e quelli a benzina o diesel.
La disparità dei prezzi, lo sappiamo, gioca un ruolo chiave nel successo della mobilità elettrica. Un confronto con il mercato cinese mette in luce la problematica nel Vecchio continente. I prezzi in Cina sono diminuiti di circa il 5% negli ultimi due anni, in Germania, invece, sono aumentati di oltre il 10%. Gli aumenti hanno colpito soprattutto i modelli di punta, con rincari del 14,5% ma il CAM prevede una possibile inversione di tendenza nel 2025, guidata dalle normative sulle emissioni.