L’inarrestabile avanzata della Cina nel panorama automobilistico mondiale non è certamente un timore, una previsione o uno scenario minaccioso. È già realtà, da tempo. L’industria cinese sta rivoluzionando il settore, mettendo sotto pressione consolidate da una parte all’altro del globo, da General Motors a Volkswagen, da Stellantis a Tesla.
I produttori dalla Cina, tra cui BYD, NIO e Geely, stanno emergendo come protagonisti nella produzione di veicoli elettrici e (in seconda battuta) autonomi, alterando gli equilibri globali come già accaduto in passato con i marchi giapponesi negli anni ’70, quelli sudcoreani negli anni ’90 e, più recentemente, con Tesla.
Stephen Dyer, esperto della nota società di consulenza finanziaria e globale AlixPartners, evidenzia come le aziende automobilistiche cinesi siano diventate un elemento dirompente, capace di ridefinire il mercato. “I brand locali stanno rimpiazzando quelli globali, che un tempo dominavano il mercato cinese con una quota del 66% durante il boom automobilistico degli anni 2000,” ha spiegato Dyer.
Oggi, la Cina è il principale esportatore mondiale di automobili. Secondo le previsioni di AlixPartners, entro il 2030 i marchi cinesi conquisteranno il 33% delle quote globali, con un forte incremento in Europa e fino a 9 milioni di vendite internazionali. Intanto, il mercato cinese, spinto da una domanda che sfiora il 97% per i veicoli elettrici, sta dettando nuovi standard in termini di tecnologia e design attirando l’interesse in mercati occidentali come Stati Uniti ed Europa.
Le startup cinesi di veicoli elettrici mostrano una velocità straordinaria. Riescono a sviluppare nuovi modelli in metà del tempo rispetto ai produttori tradizionali, lanciando sul mercato auto mediamente più recenti di quelle dei competitor stranieri. Insieme al vantaggio in termini di costo, circa il 35% inferiore rispetto ai rivali globali, la produzione in Cina sta mettendo in difficoltà diversi marchi storici.
Il governo cinese gioca un ruolo cruciale, con politiche a favore dei veicoli a nuova energia (i cosiddetti NEV) in atto da oltre 15 anni, mentre i produttori occidentali si sono mossi con lentezza. Parallelamente, aziende come BYD e Geely stanno accelerando sull’innovazione, supportate da investimenti in intelligenza artificiale e tecnologie per la guida autonoma. Baidu, ad esempio, ha già introdotto oltre 1.000 veicoli autonomi sulle strade della Cina, superando di gran lunga realtà come Waymo e le promesse di Tesla. Ridurre il gap con le grandi realtà cinesi sarà possibile, ma richiederà un po’ di tempo.