Auto elettriche troppo costose? Lo sostenevano già nel 1991!

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Il servizio fu trasmesso dal canale svizzero RSI
Auto elettriche

Lo scetticismo sulla transizione alla mobilità sostenibile sta letteralmente dilagando. A favorire tale sentimento è il combinato disposto tra prezzi che sono ancora troppo elevati, insufficienza dell’infrastruttura dedicata alla ricarica (le colonnine) e sicurezza la quale non sembra proprio quella che dovrebbe tranquillizzare gli utenti stradali.

Se le voci contrarie sono in grande aumento, occorre però sottolineare che già nel passato avevano iniziato a circolare pareri che forse avrebbero dovuto essere accolti con maggiore attenzione a livello istituzionale. Basti pensare che in rete ha iniziato a circolare un video in cui è ripreso un servizio TV giornalistico risalente addirittura al 1991. Una ripresa tale da confermare il vecchio detto in base al quale Internet non perdona.

Il servizio in questione fu mandato in onda dalla RSI, un canale svizzero molto conosciuto e reputato. Al suo interno si sosteneva una tesi la quale, con ogni probabilità, farà fischiare le orecchi agli esegeti delle auto elettriche: le auto a batteria comportano costi eccessivi. Sia a carico dei consumatori che dello Stato.

Il servizio televisivo che sta facendo discutere

L’auto elettrica comporta costi eccessivi. La tesi del video mandato in onda nel 1991 da RSI è molto chiara. E, soprattutto, condivisa da un numero crescente di persone. Non solo semplici utenti magari affezionati ai motori termici, ma anche politici ed esperti di mobilità.

Quello dei costi, però, era già largamente noto, a giudicare da quanto riportato nel servizio televisivo. Che, non a caso, si spingeva ad affermare che proprio tale questione avrebbe potuto avere una conseguenza sgradita ai fautori della transizione ecologica: il pratico rallentamento della diffusione su larga scala dei veicoli green. Una conclusione la quale, del resto, arrivava direttamente dalla realtà dell’epoca.

Nel servizio, infatti, era mostrata una Seat Marbella elettrica, che era stata affidata alle cure di Torpedo Auto Elettriche, azienda del bergamasco. Auto la quale rispondeva ai requisiti in tema di minor inquinamento, anche acustico. Per farlo, però, si rivelava alla stregua di un salasso per il suo acquirente. Un salasso che, a sua volta, poteva essere sostenuto soltanto previo esborso di un pingue incentivo e contributo da parte statale.

Una conclusione che sarà sicuramente stata notata da un gran numero di consumatori. In particolare quelli i quali hanno provato ad informarsi sui prezzi delle auto elettriche di oggi. A distanza di 32 anni da quella testimonianza, infatti, il problema dei costi è tutt’altro che risolto.

Fiat Panda elettra 1990 spaccato elettrico meccanico

Lo studio texano che giudica impossibile il full electric nel 2050

Ad ulteriore rinforzo dello scetticismo proveniente da più parti, nei giorni passati è stato pubblicato un rapporto che ha destato molta attenzione. Si tratta di “Overcharged Expectations: unmasking the true costs of electric vehicles”, uno studio redatto da Brent Bennett e Jason Isaac per Texas Public Policy Foundation, in cui, un dato dietro l’altro, gli autori dimostrano al di là di ogni dubbio come l’auto elettrica costi circa il 15% in più dei veicoli dotati di motore termico. Un sovrapprezzo che non è collegato esclusivamente al prezzo di acquisto, ma anche ai costi per l’alimentazione e la manutenzione a carico dei proprietari.

Come si può facilmente immaginare, quanto affermato da Bennett e Isaac ha rilanciato la polemica da parte della fazione contraria alla mobilità sostenibile. Una mobilità che, alla prova dei costi, risulta abbastanza insostenibile per le famiglie, a meno di non voler scassare bilanci statali già messi a dura prova dalle crisi economiche degli ultimi anni e dai costi della pandemia di Covid.

Ad ulteriore rinforzo di questa contrarietà si sono poi aggiunte le politiche dei prezzi praticate dalle compagnie assicurative nel nostro Paese. Ove dopo il 2020 si è assistito ad una vera esplosione delle tariffe, tale da superare quelle già elevatissime delle auto tradizionali, attestandosi ad una media di 480 euro. Con questi chiari di luna, insomma, non stupisce che la fazione degli scettici o apertamente contrari alle auto elettriche si rinforzi di giorno in giorno.

Panda Elettro anno 1990

La questione degli incentivi è decisiva

Sia il servizio del 1991 che lo studio texano sembrano affermato un dato incontrovertibile: solo gli incentivi possono spingere i consumatori verso le auto elettriche. Il fatto è che non possono essere eterni, ponendo la questione di cosa accadrà una volta che saranno terminati.

Una questione che è già stata dibattuta in Germania. Secondo uno studio del Center for Automotive Research, pubblicato alla fine del 2022, entro il 2024 si potrebbe verificare un vero e proprio crollo del mercato delle auto elettriche nel Paese. Di cui, peraltro, già si sono visti i prodromi nel biennio in corso.

Un crollo che potrebbe derivare non solo dalla fine dei sussidi statali, ma anche dai costi troppo elevati dell’energia elettrica. Una questione, quest’ultima, che si è proposta con grande evidenza a seguito della situazione venutasi a creare in concomitanza con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. La decisione di non importare più dal gigante euroasiatico, infatti, si è riverberata in maniera violentissima sui prezzi dell’energia. E continuerà prevedibilmente a farlo, considerato che l’Unione Europea non sembra intenzionata a tornare indietro.

In questo quadro è inevitabile che molti rinuncino all’acquisto di auto elettriche. ma, e questo è ancora peggio, ad essi si aggiungono coloro che dopo averle acquistate, ora mostrano ampi segnali di pentimento. Segnali i quali sono del resto stati rilevati da più di una ricerca, nel corso degli ultimi mesi.

Un sondaggio che fa riflettere

A confermare quest’ultimo dato è un sondaggio pubblicato di recente da S&P Global Mobility. Dallo studio si evince che addirittura il 50% di coloro che hanno proceduto all’acquisto di un modello elettrico è poi tornato, totalmente o parzialmente, sui propri passi.

Analizzando i dati raccolti da gennaio a luglio di quest’anno relativi a vari marchi automobilistici, gli estensori del rapporto hanno fatto una serie di scoperte estremamente interessanti. Se i proprietari delle Tesla sembrano i più impermeabili ad eventuali ravvedimenti, per gli altri brand la situazione varia non di poco. Tra coloro che hanno acquistato una Ford Mustang Mach-E infatti, il 45,8% ha poi optato per un veicolo a combustione. 

A parziale consolazione dei fautori del full electric, comunque, c’è un dato, che andrebbe comunque analizzato meglio: una parte di questo 50% non torna esclusivamente ai veicoli tradizionali, ma li aggiunge a quelli elettrici. Resta da capire se una scelta di questo tipo è legata proprio alla possibilità di un’escalation dei prezzi energetici. Una possibilità la quale è del resto sempre dietro l’angolo, alla luce di una situazione geopolitica sempre più complessa.

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