Auto elettriche, UE fredda sulla richiesta di un rinvio sui dazi formulata dalla Gran Bretagna

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Senza accordo, scatteranno il primo giorno del 2024
Dazi auto elettriche UE-GB

Anche l’industria automobilistica britannica deve fare i conti con la Brexit. Dopo il distacco dall’Unione Europea, infatti, le vetture prodotte sull’isola sono considerate straniere nell’UE, come del resto sono da considerare tali quelle dell’eurozona in Gran Bretagna. Non sfuggono alla regola le auto elettriche, che sono tornate all’attenzione generale proprio nel corso degli ultimi giorni.

La Gran Bretagna ha infatti chiesto un rinvio nell’applicazione di dazi ormai incombente sui suoi modelli green. Una richiesta che, però, sembra aver trovato poco ascolto in ambito UE. Un atteggiamento il quale, comunque, non ha incrinato l’ottimismo, almeno di facciata, dell”associazione industriale SMMT del Regno Unito.

Un ottimismo il quale sembra dovuto in particolare al fatto che due costruttori di peso come Ford e Stellantis si sono a loro volta pronunciate nei giorni passati per il rinvio delle regole commerciali post-Brexit per i veicoli elettrici. Un rinvio di alcuni anni motivato dal fatto che tariffe di esportazione si andrebbero a tradurre in un aumento dei costi di produzione. Un aumento il quale, a sua volta, potrebbe rivelarsi un freno nella direzione auspicata della transizione verso la mobilità sostenibile. Un freno difficilmente sostenibile a livello di pubblica opinione.

Brexit dazi auto elettriche

Brexit e auto elettriche: cosa prevedono gli accordi

L’accordo commerciale stipulato tra Unione Europea e Gran Bretagna dopo la Brexit, prevede l’imposizione di dazi pari al 10% sulla vendita di auto elettriche. Una tariffa aggiuntiva la quale dovrebbe entrare in vigore nel prossimo gennaio 2024, da cui potranno essere esentati solo i veicoli che vedano almeno il 45% del proprio valore provenire dalla Gran Bretagna o dall’UE in base alle cosiddette “regole di origine”.

Il problema che si pone, deriva dall’impiego di un gran numero di batterie provenienti dalla Cina. Un problema che, però, riguarda non solo i produttori britannici, ma anche molte case europee. Ove non si ponesse rimedio, si avrebbe una conseguenza di non poco conto, ovvero la composizione di prezzi più alti. Un danno non solo per i consumatori, costretti ad un maggiore esborso, ma per le case stesse, che presterebbero il fianco alle auto elettriche cinesi, ormai un vero e proprio spauracchio.

Il pericolo segnalato da Ford e Stellantis è proprio il primo. Se i prezzi dovessero alzarsi in conseguenza dei dazi previsti dall’accordo tra UE e Gran Bretagna per il post Brexit, a trarne il maggior nocumento potrebbe essere proprio la transizione verso i modelli green. Un pericolo di non poco conto, in un momento in cui molti osservatori indicano proprio nei prezzi eccessivi il maggior ostacolo alla diffusione delle auto elettriche.

Un pericolo di non poco conto

Diverse grandi case automobilistiche hanno già avvertito che i propri stabilimenti automobilistici britannici diventeranno non competitivi nel caso in cui le tariffe dovessero entrare effettivamente in vigore nei tempi previsti. A partire proprio da Stellantis, che non avuto eccessive remore nel dichiarare la necessità di chiudere gli stabilimenti detenuti sull’isola, in caso di mancato accordo.

Di fronte ad una situazione che rischia di sfuggire di mano, il CEO di SSMT Mike Hawes ha affermato che l’UE starebbe manifestando una certa reticenza sul tema. Lo ha detto nel corso di un’intervista rilasciata proprio in relazione alla richiesta avanzata dal governo britannico, tesa a rinviare le tariffe. Un rinvio in pratica di tre anni, ovvero al 2027, il quale potrebbe permettere alle aziende di correre ai ripari.

Lo stesso Hawes ha poi affermato che anche su questo delicato tema si sta verificando una forte divaricazione tra Francia e Germania. Se Berlino sembra orientato per la deroga tariffaria, il governo di Parigi non sembra invece dello stesso avviso. Una divaricazione che è del resto in atto anche su una questione come quella dell’imposizione di dazi ai costruttori cinesi. Imposizione che potrebbe derivare dalle conclusioni dell‘inchiesta preannunciata da Ursula Von der Leyen in un recente discorso tenuto di fronte all’europarlamento.

Auto elettriche, un accordo sembra necessario

Secondo Hawes, il nervosismo palesato dall’UE deriva dal fatto che una deroga sul tema potrebbe essere presa a pretesto anche da altri settori. Una tesi non proprio campata per aria, ma che lascia inalterata la sostanza delle cose. Senza un accordo tra le parti, la situazione per i costruttori europei e britannici potrebbe diventare molto complicata.

Da parte UE, un portavoce della Commissione europea ha a sua volta dichiarato che l’accordo sulla Brexit rappresenta un punto di equilibrio trovato nel corso dei negoziati con la Gran Bretagna. Al tempo stesso ha aggiunto che le questioni sollevate da entrambe le parti potrebbero essere esaminate dagli organismi istituiti proprio nel corso della trattativa per dirimere eventuali controversie.

Hawes ha poi ricordato che il compito delle case automobilistiche è di lavorare per fare in modo che i propri veicoli non perdano competitività a causa delle tariffe. Aggiungendo che sarebbe illogico aggiungere un carico sui veicoli si cerca di diffondere presso il maggior numero possibile di consumatori. Anche perché in tal modo si presterebbe il fianco alla già insidiosa offensiva cinese.

Francia e Germania di nuovo ai ferri corti?

In questo quadro, ancora una volta Francia e Germania sembrano pronte a dare vita ad una frizione, come già accaduto in occasione del lancio di un’inchiesta a danno delle auto elettriche cinesi. In quella occasione, infatti, la Francia ha spinto per il suo varo, mentre il governo tedesco ha cercato di frenare.

Il motivo di questo divaricarsi delle posizioni è da ravvisare nei diversi interessi dei due Paesi. La Francia non ha nel gigante orientale particolari interessi, a differenza della Germania. Basta in effetti ricordare che il mercato cinese assorbe il 40% dell’intera produzione Volkswagen. Ove la Cina rispondesse con dazi a quelli eventualmente decisi dall’UE, per la casa teutonica sarebbero seri problemi.

A Berlino, di conseguenza, c’è grande timore per una possibile guerra commerciale con la Repubblica Popolare Cinese. un’ipotesi che è vissuta alla stregua di una minaccia per la presenza dei costruttori tedeschi in Cina, anche in considerazione del fatto che questi hanno visto ridimensionato il proprio peso sul mercato locale. Ipotesi che, al contrario, è quasi invocata da Parigi, pronta a difendere le sue case all’interno del mercato continentale.

Anche queste considerazioni dovranno essere vagliate con molta attenzione nel corso di una eventuale trattativa. I problemi collegati al mercato europeo delle auto elettriche sono tanti e tutti strettamente connessi. Quello rappresentato dall’offensiva dei veicoli green cinesi andrebbero quindi vagliati tenendo conto del quadro complessivo. Sbrogliare la matassa non sarà facile.

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