Le auto elettriche sono il futuro e su questo poco ci piove. Anche se in Italia finora costituiscono una nicchia, arriverà un punto in cui si prenderanno la scena. E allora non ci sarà più niente per nessuno. Tolta qualche opinione fuori dal coro, nessuno ha il coraggio di metterne in dubbio il potenziale. Ma cosa dire a proposito delle auto termiche? Sebbene abbiano ancora un ruolo di primissimo piano lungo la nostra penisola, sembra che abbiano già raggiunto il loro picco. E da un pezzo oltretutto.
Meglio vendere le auto termiche finché si è in tempo
Mica lo diciamo noi, bensì uno studio realizzato dall’RMI (Rocky Mountain Institute) e dal Bezos Earth Fund, intitolato X-change: Cars. Ebbene, il cambiamento avrebbe già avuto luogo e con il passare degli anni dovremmo rendercene sempre di più conto. La diffusione delle bev è molto forte, oltre la nostra percezione di italiani. Di conseguenza, gli autori ritengono che la domanda di auto termiche abbia già raggiunto il suo picco.
Ergo, entro la fine del decennio le vetture a batteria domineranno le vendite globali. Sebbene il mondo vada avanti a due velocità, i due principali mercati le trascineranno verso l’alto. Stando ai calcoli effettuati, la quota si aggirerà entro la soglia che va da un minimo del 62 a un massimo dell’86 per cento, sospinta soprattutto dalla forte domanda in Cina e negli Stati Uniti. Gli stessi Stati Uniti che fino poc’anzi aveva poco considerato le bev oggi fanno dannatamente sul serio. Con l’Inflation Reduction Act introdotta dal governo Biden la mobilità negli USA sta cambiando fisionomia. E ormai nessuno si stupisce nel vederle circolare lungo le strade. Anzi, hanno l’impressione che le auto termiche costituiscano un retaggio del passato, addirittura “roba da dinosauri” secondo i principi sostenitori del green.
Dati alla mano, quello dei veicoli a combustione interna è un crollo in piena regola. Ed entro la fine del decennio si stima un calo fra il 14 e il 38 per cento delle immatricolazioni. Toccato il punto di massimo splendore nel 2017, da lì in poi hanno man mano perso terreno e la flessione prosegue tuttora. Entro il 2040 la domanda di petrolio per le auto sarà pari a zero, riportano RMI e Bezos Earth Fund. Il report permette, infine, di prendere atto di una nuova sfida, alla quale non viene dato sufficiente risalto. Nell’ultimo decennio le macchine rottamate sono state fra i 40 e i 50 milioni ed entro il 2030 si aggireranno intorno ai 60-70 milioni.