Il tema dei pedaggi delle autostrade è sempre preoccupante, ogni volta che se ne sente solamente accennare. Se ci sono cambiamenti in vista, è quasi sempre per aumentare i costi. Siamo davanti a un’eccezione? Se sì, è per poco tempo, perché le stesse vecchie autostrade su territorio italiano potrebbero risultare (nuovamente) una beffa per chi viaggia in auto.
Difficile sentir parlare di una riduzione. I cambiamenti previsti dal nuovo pacchetto di misure per il sistema di pagamento nelle autostrade potrebbero non colpire direttamente gli automobilisti. Un problema da segnalare è quello che accadrà appena prima che la normativa entri in vigore. Ma dobbiamo tornare un po’ indietro per comprendere in che direzione stiamo andando e quale “casello” stiamo per attraversare.
Il 26 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Ddl Concorrenza, una proposta di legge che include alcune misure riguardanti le autostrade. All’interno del Ddl ci sono, infatti, modifiche al sistema delle concessioni e al modello economico dei pedaggi. Un comunicato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha spiegato che, “per la prima volta, una parte dei pedaggi non andrà nelle casse dei grandi gruppi concessionari, anche internazionali (come la Cina he è un grande azionista di Autostrade per l’Italia), ma allo Stato”.
Come ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, l’obiettivo resta realizzare opere pubbliche e mantenere sotto controllo i pedaggi. La riforma delle concessioni autostradali che è stata proposta introduce un nuovo regolamento per le concessioni in scadenza dal 2025. Si tratta, infatti, di un nuovo modello tariffario (in sperimentazione) che prevede tre componenti: una tariffa di costruzione, una di gestione e una per oneri integrativi.
Le prime due componenti restano di competenza delle società concessionarie, mentre la componente per oneri integrativi andrà allo Stato come “extragettito”. Saranno utili per gli investimenti nelle nostre autostrade e senza aumentare i pedaggi. Non ci dovrebbe essere un aumento del costo dei pedaggi (o degli addebiti sul conto Telepass). Ma sarà davvero così?
Il nuovo modello, come accennato, si applicherà solo alle future concessioni (dal 2025 in poi). Per le concessioni attuali continueranno a valere le regole in vigore. Gli aumenti nel breve termine, nel corso del 2024, non si possono escludere e, anzi, sono quasi certi proprio in vista del cambio di paradigma del tariffario. Non finisce qui, vale la pena ricordarlo: le future concessioni non potranno superare i 15 anni di durata ma questo non significa che i pedaggi rimarranno identici per tutto questo tempo.