Il Partito Popolare Europeo, che ad oggi costituisce il più grande gruppo politico del Parlamento Europeo, intende fare pressione su Bruxelles con l’obiettivo di rivedere la norma che vieterà la vendita di tutte le automobili a benzina e diesel a partire dal 2035. Secondo quanto riportato da Reuters, il PPE, che fino ad ora si era schierato a favore, si batterà per abrogare tale normativa per consentire la vendita di ibride plug-in e veicoli termici in grado di funzionare con combustibili alternativi, come biocarburanti e combustibili sintetici.
Ban del 2035 e normative sulle emissioni dal 2025 sul tavolo: si chiede il posticipo
Il documento evidenzia anche la necessità di “proteggere” i produttori dai limiti di emissioni più severi che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025. Secondo l’ACEA, l’industria potrebbe dover affrontare multe fino a 15 miliardi di euro a causa di questa politica.
“Chi ha stabilito le regole non ha fornito le necessarie condizioni di mercato, l’infrastruttura di ricarica, schemi di incentivi stabili, prezzi dell’energia, e tanto altro”, ha dichiarato questa settimana Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault e presidente dell’ACEA, riferendosi al raffreddamento della domanda di auto elettriche. La proposta del PPE sarebbe quella di ritardare l’entrata in vigore dei nuovi limiti al 2027 o, in alternativa, ammorbidire questa normativa.
Finora, Bruxelles è rimasta ferma nella sua decisione di mantenere sia i limiti di emissioni che il divieto di vendere auto termiche a partire dal 2035. Tuttavia, la difficile situazione di alcuni dei principali gruppi europei, come Volkswagen, che sta valutando la chiusura di diverse fabbriche in Germania, potrebbe far cambiare le carte in tavola.
Tuttavia, ammorbidire gli obiettivi ambientali europei potrebbe rivelarsi un rimedio temporaneo con conseguenze future negative: oltre a rappresentare un preoccupante passo indietro nella lotta contro il cambiamento climatico, potrebbe aumentare il già enorme divario che separa il vecchio continente dalla Cina in termini di elettrificazione, lasciando la nostra industria in una posizione ancora più debole.