La Casa tedesca è ampiamente riconosciuta per il suo ingresso nel panorama dei veicoli elettrici grazie alla BMW i3, un modello certamente di grande impatto. Pochi, però, sanno che il viaggio di BMW nel mondo dell’elettrificazione è iniziato molto prima.
Prima dell’i3, BMW aveva lanciato una flotta di MINI elettrificate e la BMW ActiveE, basata sulla Serie 1. Ma la storia affonda le sue radici ancora più indietro, con la Casa tedesca che lavora su tecnologie di elettrificazione praticamente da sempre. Un esempio straordinario risale al 1995, quando l’azienda equipaggiò una Serie 3 E36 con un innovativo sistema ibrido.
Andando all’origine, il primo veicolo ibrido moderno di BMW risale al 1994, con una Serie 5 E34 dotata di propulsore ibrido parallelo, capace di funzionare sia con il motore a combustione interna che con i motori elettrici, separatamente o insieme.
Nel 1995, BMW sperimentò quindi un ibrido seriale su una E36, un concept che utilizzava energia elettrica come principale fonte di alimentazione, supportata da un range extender per ricaricare la batteria durante il viaggio. La vettura, basata su una 316i, montava un motore sincrono a doppio magnete permanente e una batteria al cloruro di sodio-nichel, che consentiva un’autonomia elettrica fino a 38 chilometri. Un’altra era dove certamente non si pensava all’ansia da autonomia in fase di progettazione.
Il motore termico da 1,6 litri era presente ma destinato esclusivamente alla ricarica, rendendo l’auto ideale per la guida urbana. Novità interessanti per il tempo: questa E36 introduceva anche una funzione di “start and stop” automatico, un’innovazione che oggi troviamo su tutte le BMW moderne.
La Casa tedesca, allora, scelse anche un modello coupé per questo concept ibrido, probabilmente per risparmiare peso, un dettaglio cruciale. Anche le iconiche ruote bottlecap furono selezionate per motivi simili, nonostante fossero poco apprezzate.
Risalendo a un’antenata di questo concept, troviamo una Serie 3 ibrida era iniziato già nel 1987 con una E30 equipaggiata con batteria al sodio-zolfo, seguita poi da una E36 325i green del 1992. Si tratta di tappe importanti nell’evoluzione della tecnologia ibrida BMW, che oggi conosciamo in forme decisamente più mature.