Fino a quando i clienti lo chiederanno, BMW continuerà a offrire una M3 con motore a combustione interna. Non è una promessa strampalata, non è un sogno. Si tratta delle parole contenute in un’intervista a Frank van Meel, responsabile della divisione M di BMW. Per lui il sei cilindri in linea non è destinato a scomparire presto.
Van Meel, citando le sue parole, evitando ogni malinteso, ha dichiarato: “Continueremo a produrre il motore a sei cilindri finché ci sarà domanda. Se le vendite rimangono stabili come ora, non ci sarà alcun motivo per abbandonarlo”. Più chiaro di così? Il motore S58, d’altronde, è attualmente in fase di aggiornamento per rispettare le normative Euro 7. Tutti sforzi destinati a inseguire le normative europee e restare legato alla tradizione.
Nonostante in passato van Meel avesse suggerito che BMW avrebbe preferito concentrarsi su una sola alimentazione, tra motore a combustione interna e motore elettrico, ha anche sottolineato come il futuro sia “imprevedibile”. Come dargli torto, soprattutto ora, anche e soprattutto per la casa tedesca. Adesso, è chiaro che la M3 (e di conseguenza la M4) manterrà il motore termico, a meno che le vendite non soffriranno un crollo. Anche la M2 potrebbe continuare a dotarsi del suo motore biturbo S58 da 3,0 litri oltre il 2030, la data che era prevista per il “cambio di rotta”.
Van Meel ha inoltre confermato che la M3 elettrica coesisterà con la versione a combustione. La nuova M3 sarà sviluppata sulla piattaforma Neue Klasse, progettata per supportare sia i motori elettrici che quelli a combustione, oltre a una permanente compatibilità con la tecnologia ibrida. La piattaforma è inoltre predisposta per la tecnologia a idrogeno, ma non ci sono piani per questa soluzione nei modelli M.
Anche se il propulsore elettrico di BMW è capace di erogare fino a 1.361 cavalli, van Meel ritiene che i clienti siano più interessati all’esperienza di guida che alla pura potenza. Non è ancora chiaro se la versione Euro 7 del motore S58 sarà dotata di tecnologia ibrida, ma con la sostituzione della ‘G80’ prevista non prima del 2026, è ancora presto per elaborare ipotesi complesse.