L’avvio della produzione delle MINI elettriche in Europa, inizialmente fissato per il 2026, è stato ufficialmente posticipato a tempo indeterminato. BMW aveva pianificato questo passaggio strategico per aggirare eventuali dazi e restrizioni commerciali, ma le dinamiche del mercato hanno imposto un cambio di rotta. La motivazione principale sarebbe un rallentamento significativo della domanda globale di veicoli elettrici, una realtà ormai innegabile che il colosso tedesco ha ammesso pubblicamente.
La scorsa settimana il BMW Group ha confermato la decisione, evidenziando come il mercato stia affrontando una fase di stagnazione che ha reso necessario un ripensamento delle strategie produttive. BMW, infatti, aveva annunciato che, a partire dal 2026, la produzione delle Mini Cooper e Mini Aceman elettriche destinate ai mercati non cinesi sarebbe passata dall’attuale stabilimento di Zhangjiagang (Cina) alla storica fabbrica di Oxford, nel Regno Unito.
Per supportare questa transizione, il gruppo ha investito oltre 730 milioni di euro, destinati all’ampliamento dell’impianto, alla costruzione di un’area dedicata all’assemblaggio delle batterie e all’implementazione di nuove strutture logistiche, ormai completate.
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Nonostante questo ingente investimento, un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Data l’incertezza che caratterizza il settore automotive, BMW sta attualmente rivedendo i tempi per il trasferimento della produzione di Mini elettriche a Oxford”. Inoltre, l’azienda ha sottolineato che non riceverà fondi pubblici sotto forma di incentivi statali.
Il 2024 si sta rivelando un anno complesso per il settore elettrico. Secondo i dati forniti da Jato Dynamics, le vendite in Europa mostrano segni di rallentamento e la quota di mercato dei veicoli elettrici è scesa al 15,4%, rispetto al 15,7% del 2023. Anche se il calo appare lieve, il settore e le istituzioni si aspettavano una crescita esponenziale, che invece non si è verificata. A conferma di questa tendenza, mentre le vendite di auto elettriche rallentano, i veicoli a benzina e ibridi sono in crescita. La loro quota di mercato è infatti passata rispettivamente dal 47,9% al 48,4% e dal 9,9% all’11,8%.
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Attualmente, lo stabilimento MINI di Oxford impiega circa 4.000 lavoratori e realizza veicoli destinati a mercati di tutto il mondo, incluso il Regno Unito. La fabbrica, che ha dato il via alla produzione della prima MINI sotto BMW nel 2000, ha visto nel 2019 il debutto della versione elettrica, che in breve tempo ha rappresentato un quarto della produzione totale dell’impianto. Lo scorso anno, lo stabilimento è stato il più grande produttore di veicoli elettrici del Regno Unito.
Il piano originario per lo stabilimento BMW prevede che entro il 2030 Oxford si dedichi esclusivamente alla produzione di modelli 100% elettrici. Tra il 2026 e il 2030, la capacità produttiva prevista era di fino a 200.000 unità all’anno, un obiettivo che ora appare incerto.