BMW ha reso noto i dati fiscali inerenti al primo semestre del 2023, da cui arrivano dei positivi riscontri circa il corso avviato, con, però, qualche criticità, da risolvere al più presto. Tra le note positive, spicca l’aumento delle immatricolazioni, in particolare delle bev. A Monaco di Baviera hanno compreso l’importanza di abbracciare il cambiamento, senza rimanere focalizzati sul passato. In linea con le direttive della politica mondiale, la gamma si sta sottoponendo a un processo di elettrificazione, i cui effetti già ora si notano e pure parecchio. La principale fragilità del prospetto portato all’attenzione degli investitori è, invece, da ricercarsi nell’utile netto, calato in misura ragguardevole. A ogni modo, non corriamo troppo e cerchiamo di mettere chiarezza circa gli aspetti buoni e meno buoni del gruppo BMW.
BMW mette il boost nelle elettriche
Il fatturato nel periodo da gennaio a giugno 2023 è stato di 74 miliardi di euro, in crescita del 12,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Il rafforzamento è avvenuto in ogni aerea, dal comparto auto (più 10,9 per cento) alle motociclette (più 15,5 per cento), fino ai servizi finanziari (più 2,1 per cento). Il motore del processo di rafforzamento è proprio il brand capogruppo, forte di 1,07 milioni di vetture registrate, in aumento del 5,4 rispetto a dodici mesi prima. Segnalano, al contrario, una lieve flessione sia Rolls-Royce (meno 0,3 per cento) sia Mini (meno 0,2 per cento). Pollice alto per i volumi produttivi, incrementati del 15,7 per cento.
Ora veniamo alle bev, il motivo principale degli ampi sorrisi strappati al management e ai portatori d’interesse. Dei 1,21 milioni di targhe 152.936 sono state elettriche, pari al 12,6 per cento. Un gran bel balzo in avanti in confronto alla prima metà del 2022, del 93,8 per cento. Le registrazioni delle bev assolute sono salite del 33,1 per cento.
Se parliamo, invece, delle note dolenti, spicca il dimezzamento dell’utile netto, sceso da 13,23 a 6,62 miliardi di euro. A sanguinare è, principalmente, il settore auto, crollato dai 12,95 miliardi di euro maturati nel primo semestre del 2022 ai 6,57 miliardi di gennaio-giugno 2023. Meno evidente, ma comunque degna di nota, la contrazione del ramo finanziario, pari al 14 per cento. In contrapposizione con la media assoluta, l’area dei motocicli brinda, con il net profit aumentato del 32,1 per cento. Da lì cercherà di ripartire il gruppo BMW nella seconda parte del 2023.