Con il caro carburante che non accenna a fermarsi, il governo Meloni è stato infine costretto a correre ai ripari, con una misura che era già stata del resto annunciata. Stiamo parlando del Bonus benzina, di cui si discuteva ormai da giorni, per il quale è arrivato il lasciapassare dell’esecutivo.
Grazie alla misura in questione, una parte della popolazione residente lungo il Belpaese potrà avere 80 euro in più da destinare al rifornimento di carburante. la misura fa parte del decreto legge “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio, nonché proroga di termini normativi e di versamenti fiscali”.
Naturalmente si preannunciano roventi polemiche anche in questo caso, soprattutto alla luce di una situazione dei prezzi che sta ormai andando fuori controllo. Una situazione in cui l’esiguo ammontare del bonus sembra fatto apposta per dare fiato alle critiche delle opposizioni. Andiamo comunque a vedere più nel dettaglio cosa è stato deciso nel corso del Consiglio dei Ministri terminato da poco.
Bonus benzina, a chi andrà e come sarà erogato
Le indiscrezioni che erano già circolate al proposito nel corso dei giorni passati sono quindi state confermate. Per cercare di alleviare una situazione sempre più critica per gli automobilisti, il governo ha deciso di approntare un Bonus benzina pari a 80 euro, una tantum. Una cifra che sarà caricata, come si apprende dalle fonti di governo stesse, sulla carta “Dedicata a te”, la stessa lanciata a luglio per erogare 382,5 euro per tre mesi alle famiglie composte da almeno tre persone e caratterizzate da un ISEE inferiore a 15mila euro.
In conseguenza di questa scelta, ad aver diritto al sussidio governativo saranno i circa 1,3 milioni di nuclei familiari che hanno già avuto la carta. Mentre risultano esclusi tutti coloro i quali non avendo entrate adeguate si ritrovano praticamente in balia di un mercato dei carburanti che è letteralmente impazzito, ormai da mesi.
A fare da base al provvedimento sarà un fondo pari a 100 milioni, finanziato con l’extra gettito IVA, che ammonta a circa due miliardi. Anche in questo caso una cifra estremamente esigua la quale sembra fatta apposta per dare adito alle critiche delle opposizioni, oltre che di tutti coloro che hanno in pratica dovuto lasciare la macchina a casa per non sottoporsi ad un vero e proprio salasso. A parziale consolazione di questi ultimi, il sostegno alle famiglie per i trasporti, che è anch’esso al centro delle critiche.
Le critiche sono dietro l’angolo
Il provvedimento del governo sembra fatto apposta per attirare critiche. Basta infatti vedere quanto accaduto all’inizio dell’anno con il bonus erogato all’inizio dell’anno, che era all’epoca pari a 200 euro. Il problema, anche allora, era da individuare nel fatto che a godere di questo sussidio erano pochissimi lavoratori. Così come erano pochi coloro che avevano potuto approfittare del bonus trasporti da 60 euro.
Proprio la decisione di restringere la platea dei beneficiari ad un numero estremamente esiguo di famiglie è destinato a riportare in auge le critiche avanzate al tempo da CGIL, CISL e UIL. Critiche che sono del resto destinate ad aggiungersi a quelle che continuano a bersagliare l’incauta promessa elettorale di Giorgia Meloni, relativa alla fine delle accise sulla benzina. Una promessa non solo andata deserta, ma addirittura ribaltata con il l’eliminazione del taglio delle accise decretata in precedenza da Mario Draghi.
Una decisione del resto criticata con forza dalle rappresentanze di categoria dei benzinai, che ormai da tempo chiedono a gran voce l’eliminazione delle stesse. Una richiesta giustificata dal fatto che, come ricordato da Roberto Di Vincenzo, presidente della Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini (FEGICA) attivando la cosiddetta accisa mobile sarebbe possibile tagliare almeno 10 centesimi al litro nel periodo sino al prossimo natale.
Caro carburante, quanto costa agli italiani
Le critiche verso l’esiguità del Bonus benzina possono anche sembrare ingenerose, ma di certo non fuori luogo. Soprattutto alla luce di quanto ricordato dal Codacons, l’associazione che difende i diritti dei consumatori, secondo il quale il caro carburante si tramuta in un vero e proprio salasso. Ammonta infatti a 14,7 miliardi di euro il conto risultante dal mix tra maggiori spese, costi diretti e indiretti.
Lo studio pubblicato dall’associazione, ha reso noto un dato che molti nostri connazionali hanno già saggiato coi propri bilanci. Nel periodo di tempo tra maggio e settembre, i prezzi dei carburanti hanno subito in Italia una salita costante al punto che oggi, basandosi sui dati settimanali ufficiali forniti dal Mase, la benzina fa registrare un incremento del +10,5% rispetto ai prezzi medi di 4 mesi fa, mentre il gasolio è aumentato addirittura del +16,6%.
Da quando è iniziata la crescita dei prezzi alla pompa, quindi, un pieno di benzina costa agli automobilisti 9,5 euro in più. Un dato che porta a 228 euro all’anno per famiglia la cifra da spendere in più per poter continuare ad usare la propria automobile. Una cifra desunta dall’ipotesi di due pieni al mese per automobile, mentre per un pieno di gasolio l’incremento in questione si attesta a quota 13,7 euro, in pratica 329 euro all’anno, sempre a famiglia.
Il maggiore guadagno per il governo è destinato a rinnovare le polemiche
Sin qui le cifre dal lato delle famiglie. Quello che però potrebbe provocare un ulteriore coro di polemiche e critiche è quanto il Codacons ha dedotto sul lato governativo. Stando ai dati pubblicati dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), infatti, lungo le strade della penisola circolano 39.272.000 autovetture, quindi una media di 1,5 automobili a famiglia residente.
Prendendo come base questo dato e facendo una media tra benzina e gasolio, coi listini attuali le famiglie italiane si trovano a fare i conti con una spesa complessiva pari a 10.777.950.000 di euro in più su base annua soltanto per i rifornimenti di carburante ai distributori. Un vero dono per l’erario, considerato come le casse statali vedano affluire al loro interno un maggiore guadagno annuo pari a circa 5,6 miliardi di euro a titolo di Iva e accise. Una cifra risultante dal fatto per ogni litro di benzina il 54,5% è fatto di tasse, un dato che si abbassa al 50,1% sul gasolio.
Alla luce di questi dati, potrebbe presto tornare d’attualità il famoso video pubblicato sui social da Giorgia Meloni, in cui, si additavano le accise alla stregua di un furto. Un video con cui la leader di Fratelli d’Italia sembra destinata a convivere ancora per molto.