Bosch, peggio del previsto: all’orizzonte migliaia di licenziamenti

Ippolito V
Nonostante la sua imponente forza lavoro di 135.000 dipendenti solo in Germania, Bosch non è immune alla crisi.
bosch stabilimento

La crisi che sta colpendo duramente il settore automobilistico continua a lasciare segni profondi. Bosch, leader mondiale nella fornitura di componenti per auto, potrebbe ridurre il personale (ancora di più) nelle sue sedi in Germania di un numero compreso tra 8.000 e 10.000 lavoratori.

La stima è stata avanzata da Frank Sell, vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Bosch e rappresentante del consiglio di fabbrica della divisione Mobility Solutions. Come altre aziende del comparto, Bosch sta affrontando un calo significativo della domanda per i componenti automobilistici, aggravato da una transizione alle auto elettriche più lenta rispetto alle previsioni iniziali.

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A complicare ulteriormente il quadro c’è l’agguerrita concorrenza cinese, che vede nell’Europa un mercato da conquistare, approfittando delle difficoltà dei produttori e fornitori locali. Solo il mese scorso, Bosch aveva già annunciato il taglio di 5.500 posti di lavoro e una riduzione dell’orario lavorativo in vari stabilimenti. La causa principale annunciata? Una flessione della domanda di tecnologie avanzate, come i sistemi di assistenza alla guida e le soluzioni per la guida autonoma.

Nonostante la sua imponente forza lavoro di 135.000 dipendenti solo in Germania, Bosch non è immune alla crisi, e la dirigenza ha optato per una strategia che punta ai tagli del personale per rimanere competitiva.

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Stefan Grosch, membro del consiglio di amministrazione e responsabile delle risorse umane, ha dichiarato che queste misure sono “necessarie per affrontare il difficile contesto economico”. Grosch ha inoltre sottolineato l’impegno dell’azienda a gestire i licenziamenti in maniera “socialmente responsabile”. Il consiglio di sorveglianza si riunirà nei prossimi giorni per definire i dettagli del piano.

Bosch, lo sappiamo e lo stiamo vedendo mese dopo mese, non è un caso isolato. La crisi dell’automotive tedesco sta colpendo duramente anche giganti come Volkswagen, che valuta la chiusura di tre impianti in Germania, oltre ad altri nomi illustri come ZF, Schaeffler e Continental. A ciò si aggiunge la delicata situazione di centinaia di piccoli fornitori, il cui futuro appare sempre più incerto.

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