BYD, cosa prevede il piano d’espansione in Europa

Ippolito V
BYD scommette tanto. La casa cinese, inoltre, avrebbe la capacità produttiva per “assorbire”, ammortizzare, le tariffe imposte in Europa.
BYD, cosa prevede il piano d'espansione

BYD sembra essere al momento il marchio più ambizioso in fatto di “scommesse” europee. Anche se le sue vendite sono inferiori rispetto, ad esempio, a quelle di un altro marchio come MG, questa sta andando avanti con la commercializzazione di auto a combustione interna. BYD, invece, è ai vertici nella produzione di auto plug-in, vendendo grandi numeri di ibride ed elettriche. In Europa, però, BYD ha iniziato la sua avventura recentemente con soli veicoli elettrici.

BYD, cosa prevede il piano d'espansione

Il potenziale della propulsione PHEV, ultimamente, si è rivelato molto interessante in fatto di appeal sul mercato, e per questo il marchio cinese prevede di lanciare nuovi modelli. A livello globale, BYD ha registrato il miglior giugno della sua storia con 341.658 auto vendute, un incremento del 35% rispetto all’anno precedente. Grande merito va dato proprio ai veicoli ibridi plug-in, poiché le vendite di veicoli (puramente) elettrici hanno rallentato negli ultimi mesi. La tecnologia ibrida plug-in è il principale pilastro per la nuova strategia di BYD.

I modelli PHEV potranno dare una spinta significativa all’azienda, e questo non è di certo un’informazione in possesso della sola BYD. La quinta generazione della tecnologia DM-i di BYD promette molto. La Song L DM-i, una versione sportiva della Seal U conosciuta in Europa, sarà commercializzata in Cina nella seconda metà dell’anno con un consumo medio di 2,9 l/100 km e un’autonomia totale di 2.100 chilometri. Con tutta probabilità la tecnologia arriverà in Europa, ma non si conoscono ancora tempi e i modelli successivi alla Seal U DM-i.

BYD, cosa prevede il piano d'espansione

L’Unione Europea, come sappiamo, ha recentemente fissato per i marchi cinesi una tassazione aggiuntiva per importare auto elettriche in Europa. BYD, anche lei soggetta a questa nuova tariffa, ha ottenuto il tasso più basso tra i concorrenti: un’aliquota del 17,6%, oltre al 10% già esistente. La casa cinese, inoltre, avrebbe la capacità produttiva per “assorbire”, ammortizzare, queste tariffe in Europa. C’è anche un modo per evitare del tutto i dazi: stabilimenti europei.

BYD starebbe costruendo uno stabilimento in Ungheria per produrre alcune delle sue auto elettriche e ibride plug-in per il mercato europeo. Nei piane ci sarebbe anche un secondo stabilimento, con un investimento di 1 miliardo di euro nella provincia turca di Manisa. “BYD vuole essere globale”, ha dichiarato Yi Sun, responsabile dei prodotti europei di BYD, sottolineando gli sforzi dell’azienda tra Europa, Tailandia, Messico e Brasile.

BYD, cosa prevede il piano d'espansione

La casa cinese, inoltre, include altri marchi per inserirsi tra diversi segmenti automobilistici. Tra questi c’è Denza, che arriverà presto in Europa, nato da una collaborazione tra BYD e Mercedes nel 2010, e rilanciato nel 2022 con il colosso orientale che ne detiene il 90% della proprietà.

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