No, non è vero che BYD ha deciso di sospendere i piani relativi alla costruzione di una fabbrica in Messico in attesa dell’esito concernente le elezioni americane di novembre. Le voci in tal senso che hanno circolato per alcuni giorni sono assolutamente prive di ogni fondamento.
Le indiscrezioni hanno iniziato a circolare quando un noto sito dedito alle news del settore automobilistico ha affermato l’intenzione della casa cinese di capire chi sarà l’inquilino della Casa Bianca nel prossimo quadriennio. Le implicazioni di questa affermazione non sono peraltro chiarissime. Se l’attuale amministrazione a guida democratica sembra orientata a portare i dazi commerciali sulle auto elettriche cinesi al 100%, Donald Trump ha a sua volta contrastato con ogni mezzo le importazioni da Pechino, nel suo precedente mandato.
BYD smentisce le voci sul suo attendismo in Messico
BYD ha smentito con forza le voci relative alla sua intenzione di attendere di capire chi trascorrerà i prossimi quattro anni nello Studio Ovale, prima di spendere i suoi soldi per fondare una fabbrica di automobili in Messico. La casa cinese afferma senza mezzi termini come la storia in questione sia inventata di sana pianta.
Il sito che ha lanciato tali indiscrezioni, afferma che l’azienda avrebbe sospeso il processo di selezione della località cui sarebbe destinato il nuovo sito produttivo. Una selezione che sarebbe condotta in una rosa comprendente tre località. Una di esse sarebbe nei dintorni di Guadalajara, una sorta di hub tecnologico che Bloomberg ha paragonato alla ormai celebre Silicon Valley della California. Un processo interrotto in attesa dei risultati delle presidenziali di novembre.
Quanto affermato al proposito, però, non sembra avere alcun genere di fondamento. Come affermato da BYD all’inizio dell’anno, tutte le auto prodotte in Messico sarebbero destinate esclusivamente alla vendita nella regione locale. Ne consegue che l’eventuale vittoria di Donald Trump o Kamala Harris non avrebbe alcuna ricaduta sulla questione. Indipendentemente dalle posizioni di entrambi sulle importazioni cinesi negli Stati Uniti provenienti dal Messico.
Le auto elettriche cinesi sono uno spettro anche per gli Stati Uniti
Sia i repubblicani che i democratici sono, a dir poco, scarsamente entusiasti dell’arrivo di veicoli elettrici cinesi negli Stati Uniti da qualsiasi paese. Il motivo è abbastanza comprensibile: potrebbero mettere in crisi un settore, quello dell’automotive, che fornisce lavoro a molte persone.
L’amministrazione Biden ha dal canto suo già annunciato l’intenzione di applicare tariffe elevate ai veicoli elettrici importati dalla Cina. Inoltre, sta valutando i modi per impedire alle case automobilistiche di aggirare il divieto, a partire proprio dalla costruzione di veicoli in Messico.
Donald Trump, dal canto suo, ha già affermato che avrebbe preso in considerazione l’applicazione di tariffe sulle auto provenienti dal Messico. Una dichiarazione la quale, però, lascia il tempo che trova, considerato come il vicino meridionale sia parte integrante del patto North American Free Trade Agreement (NAFTA).
Cosa farà BYD? La sua strategia di entrata negli USA non è ancora chiara
La vera domanda che ci si dovrebbe porre, però, non è tanto cosa pensi la politica statunitense riguardo alle strategie di contenimento verso l’elettrico proveniente da Pechino, bensì cosa pensi di fare BYD per riuscire a entrare in un mercato chiave come quello degli Stati Uniti.
Se al momento l’attenzione della casa sembra concentrata sul Messico, la prospettiva di poter un giorno esportare automobili da qui agli Stati Uniti resta naturalmente sullo sfondo. Tra cinque, dieci o venti anni, i termini della questione difficilmente muteranno. È quindi abbastanza facile capire che le mosse di oggi dovranno essere messe in campo con un occhio agli Stati Uniti.