BYD è intenzionata a diventare un attore importante sul mercato automobilistico europeo. E, per riuscirci, sembra aver individuato nella Germania la testa di ponte ideale. È quanto si evince dall’intervista rilasciata dal vicepresidente esecutivo della casa cinese, Stella Li, al quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS). Una conversazione che ha naturalmente affrontato anche il tema estremamente controverso dei dazi elevati dall’Unione Europea in aggiunta a quella cui già sono sottoposte le auto elettriche prodotte in Cina. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa ha affermato il numero due di BYD.
BYD si dirige verso la Germania con l’obiettivo del 5% del mercato locale
Sei mesi: questo è il tempo che si prende la casa automobilistica cinese BYD per arrivare ad un deciso incremento delle vendite in Germania. Ad indicare obiettivo e tempistica è stata Stella Li, il vicepresidente esecutivo dell’azienda, nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS) e pubblicata nella giornata di sabato.
L’intervista è stata rilasciata in previsione dell’apertura del salone dell’auto di Parigi, in cui proprio BYD è chiamata a svolgere un ruolo di assoluto rilievo. In linea, del resto, con quello che la casa orientale si prefigge di acquisire nell’ambito del mercato automobilistico europeo. Un obiettivo evocato dalla stessa Li, con queste parole: “Penso che diventeremo un attore importante del mercato qui in Europa.”. E per farlo, è esclusa l’ipotesi di veicolo low cost, coi prezzi che dovrebbero attestarsi in una forbice tra i 25mila e 30 mila euro.
Per porre al meglio le basi in vista dell’assunzione di questo ruolo di rilievo, BYD ha individuato proprio nel mercato tedesco un punto d’entrata fondamentale. Fissando al 5% l’obiettivo in termini di quota in quello continentale, nel medio periodo. Per riuscirci, ha intanto dato vita ad un lavoro teso a spianare gli ostacoli.
Il lavoro preparatorio di BYD in Germania
BYD intende rafforzare la sua posizione in Germania in meno di sei mesi. Questa la dichiarazione centrale di Stella Li nella conversazione con la FAS. Per riuscirci, però, è stato necessario anche un lavoro preparatorio. In particolare quello necessario per l’ampliamento dei team di vendita tedeschi, con lo scopo primario di dare vita ad un impegno serrato per riuscire a conquistare la fiducia dei consumatori, in vista di un consolidamento della presenza di BYD a lungo termine.
Se la numero due della casa cinese non ha voluto rilasciare commenti sugli obiettivi di vendita, in precedenza era però emerso che nel medio termine si puntava al 5% del mercato europeo. E all’immatricolazione di 120mila veicoli elettrici entro il 2026 su quello tedesco.
In questa ottica, BYD ha rilevato il suo distributore tedesco Hedin Electric Mobility, in quanto insoddisfatta delle vendite in loco. Fino al passato mese di luglio, infatti, le sue immatricolazioni erano ferme ad appena 1432 modelli, pari ad una quota irrisoria dello 0,1%. Hedin è importatore tedesco di BYD dal 2022 e fornisce veicoli e ricambi ad una trentina di concessionarie disseminate lungo il territorio nazionale. Proprio alla luce di questa acquisizione Stella Li ha affermato che all’azienda occorrerà circa un semestre per convincere i consumatori tedeschi sulla bontà del proprio prodotto.
La questione dei dazi può rappresentare un ostacolo? Non per BYD
Naturalmente, la conversazione ha toccato un punto estremamente caldo in questo momento, presso l’opinione pubblica, quello rappresentato dai dazi emanati dalla Commissione Europea in aggiunta a quella cui già sono sottoposte le auto provenienti da Pechino e dintorni. Un tema che sta dividendo anche l’eurozona e provocato aspre critiche da parte delle stesse case europee.
Proprio la Germania, nel corso della votazione a Bruxelles, ha capeggiato la fazione dei Paesi contrari. E lo ha fatto consapevole che le ritorsioni della Cina potrebbero andare a colpire i grandi produttori locali, ovvero BMW, Mercedes e Volkswagen, buttandoli di fatto fuori dal più grande mercato globale.
Al riguardo Stella Li ha naturalmente criticato la decisione, anche se, in definitiva, non sposta di molto la situazione reale. BYD, infatti, sta per inaugurare la produzione di veicoli in Ungheria. L’inizio dei lavori nel Paese dell’est europeo dovrebbe avvenire entro la fine del 2025. Sottraendo di conseguenza i veicoli prodotti alle tariffe aggiuntive.
In conclusione, Li ha aggiunto una stoccata di non poco conto. Ha infatti affermato che, a suo parere, le case automobilistiche europee non sono competitive perché non hanno la certezza di una politica coerente sui veicoli elettrici e cercano di escludere una sana concorrenza. Una sorta di controsenso in un quadro che dovrebbe essere imperniato sul libero mercato.