BYD, costruttore di auto elettriche cinesi in grande fase di espansione, si appresta a sbarcare in Europa. Secondo le indiscrezioni che stanno circolando in queste ore, l’azienda asiatica si appresterebbe ad annunciare l’ubicazione del suo primo sito produttivo all’interno del vecchio continente.
Ad annunciarlo è il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS), secondo il quale lo stabilimento in questione sarà costruito in Ungheria. Se l’informazione non ha ancora i crismi dell’ufficialità sarebbe comunque basata su fonti anonime vicine alla casa cinese. La decisione sarebbe già stata presa e non stupirebbe eccessivamente, poiché l’Ungheria è uno dei Paesi che non si sono fatti eccessivi problemi a mantenere ottimi rapporti con Pechino, nonostante la lontananza ideologica.
Da rilevare, in questo senso, come un sito governativo di Shenzhen, dov’è di stanza BYD, il mese passato avesse provveduto a pubblicare la notizia in cui si affermava che il premier ungherese Viktor Orban aveva incontrato il presidente dell’azienda, Wang Chuanfu, durante una visita all’azienda. Un incontro che, quindi, avrebbe dato i suoi frutti.
BYD non conferma ufficialmente
La stessa BYD, però, contattata da Reuters, non ha per ora voluto confermare l’indiscrezione, affermando allo stesso tempo di essere alla ricerca del sito ideale per il suo impianto. La decisione sarà comunque annunciata entro la fine dell’anno. Per quanto concerne invece l’Ungheria, pur non essendoci commenti ufficiali da parte del governo locale, occorre sottolineare come il Paese sia già stato premiato dalla presenza di un impianto in cui sono prodotti gli autobus elettrici di BYD, sin dal 2016.
Oltre a BYD, anche altre aziende cinesi hanno già individuato nell’Ungheria un territorio ideale per la propria produzione. A partire dal maggior produttore mondiale di batterie agli ioni di litio CATL, che è già all’opera in Ungheria per la costruzione di un impianto enorme, una fabbrica da 100 gigawattora.
Al proposito occorre ricordare che nel marzo di quest’anno, il ministro ungherese degli Affari esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, dopo i colloqui avuti con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, a Pechino, aveva dichiarato che la Cina investirà tre miliardi di euro nel settore dell’automotive in Ungheria nei prossimi anni. La notizia era stata ufficializzata dal governo magiaro attraverso il portale About Hungary.
Szijjártó, che ha incontrato gli amministratori delegati di cinque grandi società cinesi, quattro delle quali facenti riferimento al comparto delle auto elettriche, ha ricordato come le aziende di Pechino considerino l’Ungheria una delle destinazioni ideali per i loro investimenti nell’Europa centrale. Tanto che il Paese ha registrato il maggior volume di investimenti cinesi nella regione alla fine del 2022. Lo stesso Szijjártó aveva anche aggiunto come i progetti in questione fossero destinati a rafforzare ulteriormente la posizione del suo Paese come principale meta per gli investimenti stranieri nell’Europa centrale.
Perché la scelta di BYD?
Al di là dei rapporti estremamente cordiali tra Ungheria e Cina, occorre sottolineare che la scelta di BTD, e delle altre aziende del Dragone, risponde ad una esigenza ben precisa, Essendo l’Ungheria parte integrante dell’Unione Europea, il sito costruito al suo interno permetterebbe la produzione e la vendita di auto a livello locale in tutta la regione.
Esigenza resa ancora più pressante alla luce dell’inchiesta aperta dall’UE nei confronti dei produttori cinesi, cui si imputano prezzi troppo bassi. Prezzi troppo favorevoli per i consumatori, resi possibili, secondo la Commissione europea, dalle sovvenzioni statali. Ove l’indagine riuscisse a dimostrare le accuse, potrebbero essere elevati dazi nei confronti delle auto elettriche provenienti da Pechino. Con possibili ritorsioni da parte cinese, temute in particolare dal gruppo Volkswagen, che teme di pagare dazio sul mercato cinese, il più importante tra quelli esteri.
A proposito di BYD
Per quanto concerne BYD, il brand orientale è ormai il più grande produttore di auto elettriche e plug-in al mondo. Nel corso del terzo trimestre dell’anno ha in pratica eguagliato Tesla in termini di volumi di vendite di modelli full electric, con una differenza ormai assottigliatasi a circa 3mila unità. Nel corso del mese di ottobre, inoltre, ha collezionato vendite per oltre 300mila veicoli. Un dato favorito da una notevole impennata delle esportazioni, che ora rappresentano il 10% del dato complessivo.
Nella sua strategia di espansione, un posto a parte è detenuto dai mercati esteri, a partire da quello degli Stati Uniti. L’azienda, infatti, ha già costruito un impianto di autobus elettrici in California e sta studiando con attenzione l’Inflaction Reduction Act emesso dall’amministrazione Biden. Il provvedimento, infatti, è stato espressamente concepito per invogliare aziende straniere ad impiantarsi in loco, per creare nuovi posti di lavoro.
Al suo interno sono previsti forti incentivi per la produzione di auto elettriche e batterie destinate ad alimentarle. Molti si chiedono al riguardo se anche BYD non sia intenzionata a sfruttare tali finanziamenti. Se le voci che girano fanno riferimento al Messico, proprio le prospettive offerte dall’IRA potrebbero mutare il quadro.