La questione relativa al caro carburanti continua a tenere banco in Italia, agitando le acque della politica. Con la nuova crescita dei prezzi di benzina e diesel, il governo Meloni ha dovuto tornare ad occuparsene, dopo aver eliminato il taglio delle accise deciso in precedenza da quello guidato da Mario Draghi. Una mossa che ha suscitato grandi e giustificate polemiche, derivanti dalle promesse esattamente contrarie della leader di Fratelli d’Italia in campagna elettorale.
Ora, l’esecutivo sta prendendo in considerazione la possibilità di approvare un bonus teso ad alleviare l’impatto del costo del carburante sui bilanci domestici. Se sono vere le voci che stanno girando, però, non è difficile prevedere una nuova ondata di polemiche da parte di consumatori e opinione pubblica. In base alle indiscrezioni, infatti, si tratterebbe di un mini bonus da 80 euro. Una cifra che, peraltro, sarebbe riservata esclusivamente alle famiglie meno abbienti.
Caro carburante, un mini bonus da 80 euro allo studio del governo
Alleggerire la pressione del caro carburanti sui bilanci domestici: è questo il proposito del governo guidato da Giorgia Meloni. Un proposito il quale, però, sembra destinato a confliggere con lo stato preoccupante dei conti pubblici, dopo mesi in cui le entrate sono state ridotte dalla vera e propria crisi economica abbattutasi anche sul nostro Paese.
La proposta di un piccolo aiuto da 80 euro è la diretta conseguenza di una situazione che torna a farsi estremamente preoccupante in vista di una Legge di Bilancio che potrebbe risultare molto al di sotto di ogni aspettativa. Il bonus in questione, peraltro, sarebbe destinato a coloro che già godono della social card “Dedicata a te”, la quale già aveva provocato un mare di polemiche.
Il motivo di tali polemiche era dovuto al fatto che la carta era rivolta soltanto alle famiglie con almeno tre componenti e caratterizzate da un ISEE sino ad un massimo di 15mila euro. A rientrare in questi parametri sono circa 1,3 milioni di famiglie e questo permetterebbe all’esecutivo di salvare la faccia, ma non certo di risolvere una situazione che si va facendo sempre più complicata.
Resta peraltro in piedi la questione relativa alla tempistica. Secondo le anticipazioni che stanno circolando in queste ore, infatti, il Consiglio dei Ministri dovrebbe discuterne alla fine del mese, quando dovrebbero essere affrontate alcune scadenze da prorogare. La data da segnare è quindi il 27 settembre, quando sarà aggiornato il Documento di Economia e Finanza.
Caro carburante, i prezzi tornano a far paura
Mentre il governo discute, però, i prezzi tornano a correre e a rendere assolutamente proibitiva l’idea di fare un pieno di carburante. Basta osservare le medie comunicate dai gestori all’Osservatorio dei prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per rendersene conto.
La media della benzina in modalità self service ha ormai sfondato quota 2 euro al litro, mentre il diesel si attesta ai massimi del 2023. Per la benzina si viaggia ai massimi dal 15 luglio 2022, quando però era ancora in vigore il taglio delle accise (senza il quale il prezzo avrebbe superato quota 2,3 euro al litro) poi tolto di mezzo tra grandi proteste dal governo Meloni. Un trend che sembra peraltro farsi beffe del calo delle quotazioni dei prodotti raffinati.
Entrando più nel dettaglio, le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi ed elaborati da Staffetta Quotidiana vedono la benzina in modalità self service posizionarsi su una media di 2,003 euro/litro (+11 millesimi, compagnie 2,010, pompe bianche 1,988). Sale invece a 1,938 euro/litro il diesel self service (+20 millesimi, compagnie 1,946, pompe bianche 1,921). In modalità servito la benzina si attesta a 2,136 euro/litro (+12 millesimi, compagnie 2,180, pompe bianche 2,047), mentre il diesel è servito a 2,071 euro/litro (+19 millesimi, compagnie 2,116, pompe bianche 1,980). Per quanto concerne il GPL, il prezzo è ora 0,712 euro/litro (+2 millesimi, compagnie 0,721, pompe bianche 0,701), con il metano servito a 1,396 euro/kg (+1 millesimo, compagnie 1,402, pompe bianche 1,391) e il Gnl 1,265 euro/kg (+1 millesimo, compagnie 1,265 euro/kg, pompe bianche 1,265 euro/kg).
Naturalmente è ancora più alto il dato medio sulle autostrade, ove abbiamo la benzina self service a 2,075 euro/litro (servito 2,317), il gasolio self service a 2,018 euro/litro (servito 2,269), il Gpl a 0,852 euro/litro, il metano a 1,521 euro/kg e il Gnl a 1,277 euro/kg.
Taglio delle accise? Non se ne parla proprio
Per chi ancora spera in un tardivo ravvedimento dell’esecutivo, sembra comunque ormai da scartare l’ipotesi di un taglio delle accise. Pur agitato alla stregua di una parola d’ordine nel corso della campagna elettorale, ora sembra destinato a finire nel dimenticatoio.
La motivazione addotta dai leader del centrodestra sembra comunque destinata ad alimentare le proteste di chi aveva creduto alle promesse, un anno fa. Secondo Adolfo Urso, infatti il taglio delle accise sarebbe indiscriminato e aiuterebbe anche le classi sociali più elevate. Sin troppo facile la risposta che si potrebbe fornire, ovvero che si tratta di un dato di fatto ben noto al momento in cui quella promessa fu fatta. Non è arduo pensare che su questa contraddizione le opposizioni avranno vita facile di fronte all’opinione pubblica, nel metterla in rilievo. Il caro carburante rischia quindi di tradursi in una Caporetto, per la maggioranza.