Sembrava incredibile, ma sembra stia succedendo davvero: in ben 87 anni, Volkswagen potrebbe seriamente considerare la prima chiusura di un suo stabilimento. Anzi, sarebbero a rischio addirittura alcuni suoi stabilimenti in Germania. Sarebbero “in ballo” licenziamenti anticipati rispetto al programma di tutela del lavoro attualmente in vigore fino al 2029. L’allarme sulla necessità di tagli arriva dopo una riunione con il CEO Thomas Schäfer, avvenuta questo lunedì.
Il periodo difficile che il marchio sta attraversando era già stato, in qualche modo, comunicato con gli appelli a nuovi tagli sostanziali, per miliardi di dollari, per evitare che il marchio scivoli in una situazione di perdite. Il comitato aziendale ha già evidenziato i problemi che l’azienda e i lavoratori devono affrontare. I principali sindacati hanno già dichiarato la loro “feroce resistenza” a eventuali tagli. Mercoledì, una nuova assemblea, fornirà maggiori dettagli e arriveranno trattative più approfondite con i sindacati.
La situazione di Volkswagen non è un caso isolato in Europa, ma piuttosto un segnale delle crescenti difficoltà che l’industria automobilistica europea sta affrontando. Recentemente, anche Stellantis ha infranto un altro tabù, annunciando un calo del 48% dell’utile netto nella prima metà dell’anno.
Le sfide più importanti per Volkswagen e gli altri produttori c’è senza dubbio la vendita di veicoli elettrici che sta rallentando, con l’industria automobilistica europea deve affrontare una crescente concorrenza, in particolare dai marchi cinesi, che offrono prodotti più competitivi sia in termini di prezzo che di tecnologia. Oltre ai problemi interni all’Europa, l’industria automobilistica europea sta affrontando sfide anche in mercati chiave come la Cina, dove i produttori locali stanno guadagnando sempre più terreno.
In passato, si è parlato della possibile chiusura di stabilimenti Volkswagen a Osnabrück, in Bassa Sassonia, e a Dresda, in Sassonia, regioni in cui la casa automobilistica ha importanti investitori pubblici. Si profila così il primo grande scontro tra l’attuale CEO Oliver Blume e i sindacati, che esercitano un’influenza significativa all’interno dell’azienda. Tutto si capirà meglio dopo la riunione del consiglio aziendale dove il CFO Arno Antlitz e il responsabile del marchio Volkswagen, Schäfer, incontreranno i dipendenti.
Volkswagen, che impiega circa 680.000 persone, ha dichiarato di sentirsi “costretta” a porre fine al programma di sicurezza del lavoro in vigore dal 1994, che impedisce tagli di posti fino al 2029. IG Metall afferma che questo accordo sulla sicurezza del lavoro copre almeno gli stabilimenti Volkswagen di Wolfsburg, Hannover, Braunschweig, Salzgitter, Kassel ed Emden. “La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta con semplici misure di riduzione dei costi”, ha affermato Schäfer in un comunicato.