Ci sono troppe hypercar? Quali sono i rischi per il mercato

Daniele Di Geronimo Autore
Un’analisi del mercato delle hypercar che per eccesso di nuovi modelli rischia di essere snaturato.
Mercato Hypercar

Abbiamo più volte parlato delle hypercar, come negli esempi più recenti del modello BYD, della Nilu27 e dell’Aston Martin Valkyrie LMH, a conferma di un settore particolarmente pieno. Ma per alcuni analisti lo è troppo, tanto che c’è rischio di saturare il mercato con la conseguenza che queste supercar potentissime iniziano a diventare meno uniche ed esclusive.

Il mercato delle hypercar

Bugatti Hypercar

Nel settore delle hypercar operano marchi storici ma anche brand, come Cadillac, che vogliono entrare in questo segmento. Un mercato, quello delle hypercar, nato verso la fine degli anni Novanta e che ha dovuto attendere solamente il 2005 per avere un successo e una notorietà importante. È del 2005, per esempio, la Bugatti Veyron. Se nel corso di questi vent’anni Bugatti, così come Koenigsegg e l’italiana Pagani sono considerate le antesignane di quest’industria oggi sono tantissimi i brand che si cimentano, anche senza esperienza, in questo settore.

Concept hypercar

Un aspetto interessante è che tutti coloro che tentano di ripercorrere il successo dei marchi storici del settore lo fa con modelli poco creativi, per molti aspetti con un design simile e prevalentemente concentrati sull’incremento di potenza che rivelandosi eccessivo per la messa su strada sembra essere più una questione numerica fine a sé stessa che il desiderio di costruire una vettura degna di questo nome.

Hypercar

Questa insistenza verso le hypercar e le supercar è motivata anche dai numeri da capogiro del fatturato dei brand tradizionali che confermano un business in grande espansione. Lo scorso anno è stato uno dei più redditizi del settore. Tanto che marchi come Ferrari, Aston Martin, Lamborghini, Bugatti e Lotus non fanno in tempo a lanciare un modello che gli ordini esauriscono la produzione prima che questa sia effettivamente iniziata.

De Tomaso P900

Ecco quindi che diversi miliardari pensano di poter investire in questo settore. Anche avvalendosi di render e progetti 3D che non hanno uno sviluppo tecnico adeguato per realizzare auto per la guida, ma sufficienti per trovare gli investitori. Ma è un tipo di scelta di business che poi non paga.

Non mancano gli esempi positivi, ma rischiano di passare inosservati o non emergere come dovrebbero proprio per l’aumento di brand con nessuna (o quasi) storia che stanno snaturando il mercato e rendendo queste auto molto meno speciali di come dovrebbero.

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